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Poroshenko parla di guerra, ma per i media occidentali le sue sono ‘parole di pace’

“Le truppe di Kiev con rinnovata forza si scatenano contro la martoriata Donetsk” titolava ieri NTV. Di nuovo bersagliati vari rioni della città; distrutti alcuni edifici. Secondo le notizie diffuse dall’amministrazione comunale di Donetsk, i più colpiti ieri sono stati i quartieri Kujbyševskij, Kievskij e Petrovskij. Non ci sarebbero vittime. Uno dei punti più caldi lungo la linea di demarcazione tra le posizioni delle milizie e quelle dei governativi sarebbe l’abitato di Oktjabrskij, a Donetsk, colpito diverse volte con tiri di mortaio pesante.

Il Ministero della difesa della Repubblica Popolare di Donetsk ha così accusato le forze di intervento ucraine di aver violato il cessate il fuoco almeno quindici volte nell’ultima giornata, colpendo diversi centri abitati della Repubblica. Il portavoce del Ministero ha dichiarato a RIA Novosti che le truppe di Kiev avrebbero bersagliato con tiri di carri armati, mortai e lanciagranate i centri di Gorlovka, Širokino (a est di Mariupol), Jasinovataja, Spartak e, a Donetsk, l’abitato di Oktjabrskij e la zona dell’aeroporto della più popolosa città del Donbass.

Più a sud, nell’area di Telmanovo, i governativi hanno continuato a bersagliare, per tutta la notte dell’altro ieri e nella giornata di ieri, il villaggio di Grigorevka. Data la sua posizione, afferma il responsabile dell’amministrazione municipale, il villaggio è fatto costantemente segno dei tiri delle truppe governative, dalle cui postazioni sono facilmente individuabili alcune strade dell’agglomerato e lungo le quali i civili non possono transitare, senza pericolo di venir presi a mitragliate.

Nella zona di Gorlovka, l’agenzia Novorossija riferisce di un’azione di sabotaggio che, lo scorso 27 giugno, avrebbe interrotto la linea ferroviaria sul tratto Sentjanovka-Šipilovo, che collega le regioni di Donetsk e Lugansk, e di tiri di artiglieria, il 28 giugno, che hanno bersagliato l’area della stazione di Skotovataja, nelle vicinanze della linea di contatto tra Gorlovka e Jasinovataja, a nordest di Donetsk. La linea ferroviaria è stata ripristinata nel giro di alcune ore, ma Novorossija sottolinea come, a partire dallo scorso aprile, i sabotaggi lungo le linee ferroviarie siano divenuti drammaticamente regolari; l’obiettivo sarebbe quello di disturbare il trasporto di carbone dalla regione di Donetsk in Ucraina. Nonostante questo, secondo i dati forniti oggi dal Ministero dei trasporti della DNR, la Repubblica Popolare di Donetsk avrebbe inviato in Ucraina, dal 1 al 28 giugno, oltre 6.000 vagoni di carbone, per un totale di 422.000 tonnellate di materiale; il numero complessivo di vagoni inviati dallo scorso marzo a oggi è di circa 20.600 unità, pari a poco meno di 1.500 tonnellate di carbone.

Intanto l’intelligence militare della Repubblica di Donetsk registra lo spostamento di gruppi di carri armati e truppe ucraine da Kurakhovo (30 km a sudovest di Donetsk) verso Marynka, uno degli agglomerati dell’area di Donetsk che l’attuale linea del fronte, stando alle mappe militari fornite da RIA Novosti, taglierebbe in due, lasciandone una parte in territorio occupato dalle forze governative. Marynka è infatti una delle località, insieme a Krasnogorovka, poco più a nord, da cui lo scorso 3 giugno era iniziata la nuova offensiva scatenata dalle truppe di Kiev e, sempre nell’area di Marynka, l’intelligence della DNR registrerebbe anche postazioni protette per obici semoventi.

Ma tutto questo, insieme alle dichiarazioni belliciste di Petro Porošenko, come ha dichiarato ieri il Presidente del Consiglio popolare della DNR, Andrej Purghin, viene accuratamente obliato da media quali BBC o CNN, che diffondono invece minuziosamente le assicurazioni presidenziali sul rispetto degli accordi di Minsk. Purghin ha affermato che le esternazioni di Porošenko vengono suddivise tra quelle destinate all’estero e quelle a uso interno : l’Europa non ascolterà mai ciò che il Presidente predica all’interno dell’Ucraina. Queste ultime, ha detto Purghin, non finiranno mai su <BBC e CNN. Sono tutte dichiarazioni militaristiche, che presto ci sarà battaglia, ecc. E questo non finirà mai sui media occidentali; mentre le dichiarazioni secondo cui essi attuano gli accordi di Minsk, ecco, queste dichiarazioni vanno sui media occidentali>. E’ forse il caso di ripetere a quei media che gelosamente custodiscono sotto teca insonorizzata gli appelli di guerra di Porošenko, l’ammonimento del coro antico a Deianira <Ma cos’è un silenzio? E’ una voce in favore dell’accusa>. 

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