E’ davvero incredibile, e vergognoso, il disinteresse mediatico e anche politico che in questi giorni è impossibile non notare a proposito di quanto sta accadendo nello Yemen. Il terrorismo jihadista, evidentemente, fa notizia solo quando colpisce le città europee oppure quando prende di mira cittadini europei in vacanza sulle spiagge arabe o africane. Se a morire per mano dei fondamentalisti sunniti sono cittadini arabi la notizia viene derubricata a ‘breve’.
Eppure l’orrore generato dall’attacco su più fronti che la popolazione yemenita sta subendo ormai da mesi e in un crescendo di attentati e stragi non dovrebbe passare sotto silenzio.
L’ultima strage risale a lunedì notte, quando un’autobomba targata Stato Islamico è esplosa a pochi passi dall’ospedale militare investendo in pieno i partecipanti a una cerimonia funebre organizzata per commemorare alcuni esponenti del movimento ribelle sciita, gli Houthi, il target del terrore jihadista e delle operazioni militari della coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita. Terribile il bilancio del nuovo attentato che ha scavato una enorme buca nella strada dove si svolgeva il funerale: ventotto morti, tra cui otto donne. Si tratta dell’ennesimo attacco contro obiettivi sciiti nella capitale yemenita Sana’a dopo quelli contro le moschee compiuti il 20 marzo, il 17 giugno e poi ancora lo scorso 20 giugno.
In un comunicato lo Stato islamico ha detto di aver organizzato l’attacco contro quello che ha definito il “covo sciita” nella capitale dello Yemen.
Come se non bastasse, anche i bombardamenti sauditi continuano a far strage di civili. L’altroieri le stesse Nazioni Unite hanno denunciato il bombardamento di una delle sue strutture da parte della coalizione formata dalle petromonarchie e hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta. Il segretario dell’Onu Ban Ki-moon ha accusato i raid condotti dalla coalizione a guida saudita nella città portuale di Aden di aver provocato gravi danni a un ufficio del programma delle nazioni Unite per lo sviluppo e di avere ferito una guardia.
Da parte loro i ribelli houthi, che continuano a controllare gran parte dello Yemen nonostante gli attacchi da più parti, hanno lanciato alcuni missili Scud contro una base militare dell’esercito saudita ad Al Salil a Ryad, nel territorio di Riad.
Oltre ai sauditi e allo Stato Islamico, però, anche Al Qaeda ha intensificato le sue operazioni per consolidare il controllo sulle regioni che già controlla nel sud est del paese – in particolare quella di Hadramaut – e per evitare di essere surclassata dal Califfato nei confronti del quale la competizione è sempre maggiore e per approfittare dell’opposizione delle tribù sunnite locali all’avanzata degli sciiti Houthi.
Proprio questa mattina circa 1.200 detenuti sono evasi dal carcere di Taiz, nella parte centrale dello Yemen, a causa di un attacco di un gruppo di miliziani di al-Qaeda. Tra i detenuti fuggiti, hanno precisato fonti della sicurezza yemenita, figurano anche “pericolosi” esponenti di al-Qaeda.
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