Menu

Fuori o dentro? La Ue: “riforme” in 3 giorni, se no niente negoziato

Ore 23. Prosegue nella notte il vertice dei capi di stato e di governo. La Grecia considera le condizioni poste dall’Eurogruppo “umilianti e disastrose”. Lo riferiscono fonti del governo di Atene citate dal Guardian. Secondo le stesse fonti, Angela Merkel sarebbe “la più intransigente” nei negoziati in corso a Bruxelles, mentre Atene registra il “forte sostegno” di Mario Draghi.

Il piano per privatizzare beni greci per 50 miliardi come garanzia “è su un altro pianeta” per Alexis Tsipras che dice “100% No alla Grexit temporanea”: lo ha detto un funzionario del governo greco citato dal Guardian.

“Ora è chiaro: ci vogliono schiacciare. Adesso basta”: lo ha detto il ministro della Difesa e leader del partito Greci Indipendenti, Panos Kammenos, in un tweet. Anel, il partito di Kammenos, alleato al momento con Syriza, conta 13 voti in parlamento. Se decidono di votare “no” ai diktat, unendosi cos’ ai 17 di Syriza che non hanno votato o si sono opposti al “pianoTsipras”, il governo greco di fatto non esisterebbe più. A quel punto, da Bruxelles, si affaccia l’idea di un “governo tecnico”, composto di semplici pedine della Troika, per scatenare l’inferno all’interno della Grecia. E di lì anche nell’Unione Europea.

Ore 20.  I ministri delle Finanze riuniti nell’Eurogruppo hanno offerto ai capi di stato e ai premier delle’eurozona la possibilità di scegliere se stringere un accordo, offrendo anche l’opzione di una “sospensione” di Atene dalla zona euro e dell’eventuale ristrutturazione del debito. Ovvero la “Grexit temporanea” voluta dalla Germania.

Un documento di quattro pagine, ora all’esame dei leader della zona euro e letto dalla Reuters, fa una lunga lista di condizioni che la Grecia dovrebbe accettare per ottenere il programma di salvataggio – a quanto sembra molte accettate dai greci – e conclude offrendo due possibili finali, entrambi tra parentesi quadre a indicare che non c’è un accordo unanime.

Il primo è che un bailout da parte della zona euro venga approvato. Il secondo spiega: “In caso che un accordo non venga raggiunto, alla Grecia dovrebbero essere offerte rapide negoziazioni su una sospensione dalla zona euro, con la possibile ristrutturazione del debito”.

Il documento sembra ricalcare quello presentato ieri dal ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble all’Eurogruppo. Nella bozza l’Eurogruppo esprime “serie preoccupazioni” sulla sostenibilità del debito greco e dice che l’haircut è impossibile. Se vi sembra contraddittorio, state tranquilli: è proprio così. Da un lato si dice che il debito greco non potrà mai essere ripagato (è “insostenibile”), dall’altra si nega ogni possibilità di tagliarne una parte (haircut significa “taglio dei capelli”). L’Unione Euroea, nei suoi trattati, si è infatti “dimenticata” di prevedere questa possibilità.

La previsione contenuta nel documento sulle necessità di finanziamento di Atene è di 82-86 miliardi di euro, 7 miliardi necessari entro il 20 luglio e 5 miliardi entro metà agosto. Stando alla bozza il coinvolgimento dell’Fmi è una condizione necessaria perché la Grecia possa ottenere il bailout.

Il riassunto fatto da IlSole24Ore:

1) riforma dell’Iva tramite la razionalizzazione del sistema di raccolta;
2) quella delle pensioni, per migliorare la sostenibilità di lungo termine del sistema pensionistico;
3) l’adozione di un nuovo codice di procedura civile per accelerare i processi e ridurne i costi;
4) una normativa che garantisca la piena indipendenza dell’Istituto di statistica nazionale (Elstat);
5) la piena attuazione alle disposizioni derivanti dal Trattato sul «fiscal compact», e in particolare rendere operativo il «consiglio di bilancio», in modo che scattino tagli automatici di spesa quando si profilino deviazioni dagli obiettivi di avanzo primario (il bilancio pubblico al netto della spesa per gli interessi sul debito) concordati nel futuro programma di salvataggio; 
6) la trasposizione della nuova direttiva Ue per il salvataggio e la risoluzione bancarie (Brrd).

Ore 17. Solo conferme e tutte pessime. «Non c’è ancora la base per avviare i negoziati su un nuovo programma, la Grecia deve prima approvare delle leggi per cambiare i sistemi di Iva e pensioni, riformare le regole sulla bancarotta e rafforzare l’indipendenza del suo ufficio di statistica. Altrimenti i colloqui sul salvataggio non potranno neanche cominciare ». Alex Stubb, ministro delle finanze finlandese, conservatore e considerato più “falco” dello stesso Schaeuble, conferma che Atene deve fare le riforme «entro il 15 luglio», cioè entro tre giorni.

Più precisamente: Stubb ha detto che ci sono tre condizioni per la Grecia: “Numero uno, deve implementare le leggi entro il 15 luglio. Numero due, condizioni severe, per esempio, su riforme del lavoro, pensioni, Iva e tasse. E poi numero tre, misure rigide anche su privatizzazioni e fondi di privatizzazione”.

“Per noi la cosa più importante è che … questo pacchetto deve essere approvato sia dal governo che dal Parlamento greco e poi vedremo”, ha aggiunto il ministro.

Nella bozzadell’Eurogruppo, su cui non si è raggiunta l’unanimità, si legge inoltre: «Asset greci per un valore di 50 miliardi di euro saranno trasferiti a un fondo esterno e indipendente come l’Istituzione per la crescita di Lussemburgo, per essere privatizzati nel tempo e ridurre il debito. Tale fondo sarà gestito dalle autorità greche sotto la supervisione delle istituzioni europee».

L’Eurogruppo ha chiesto inoltre alla Grecia di “normalizzare completamente il metodo di lavoro con le istituzioni, compreso il necessario lavoro sul campo ad Atene, per migliorare il monitoraggio e l’attuazione delle riforme”. In parole povere il ritorno ad Atene della Troika (la commissione di funzionari incaricata di vagliare e riscrivere ogni provvedimento legislativo nazionale).

L’Eurogruppo pretende anche un “rafforzamento delle riforme”, tra cui la reintroduzione dei licenziamenti collettivi e la revisione della contrattazione collettiva in linea con le ‘best practice’ europee (quando Renzi vi dice che sono scelte autonome del governo italiano, come sempre, mente). E’ quanto si legge nel documento sul tavolo dei leader.

Nessuno gli ha chiesto: cosa resta da negoziare, dopo?

Ore 16.20. «L’Eurogruppo è finito, andiamo a informare i leader, ci sono ancora un paio di grandi questioni ancora aperte e sta a loro definirle». Così il presidente Jeroen Dijsselbloem, a conclusione di una maratona che dura da ieri alle 15, con solo alcune ore di interruzione. Di fatto, non è stata raggiunta un’intesa da sottoporre all’ok politico dei leader, che avrebbe dovuto comprendere fin nei dettagli le misure che il governo Tsipras avrebbe dovuto rispettare per poter ottenere nuovi aiuti finanziari. Al contrario, la posizione egemone sembra quella tedesca: prima le “riforme”, poi si riapre il negoziato.

La “bozza” sui cui non è stata raggiunto l’accordo prevede che per poter far ripartire le trattative i ministri pretendevano l’approvazione di una serie di misure entro il 15 luglio (mercoledì prossimo). In particolare, secondo IlSole24Ore, “misure sull’aumento dell’Iva; nuove misure anticipate per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, l’adozione di un codice di procedura civile, la piena indipendenza dell’Elstat, l’ufficio greco di Statistica; il pieno rispetto del Fiscal Compact e la nascita di un consiglio di bilancio indipendente; l’adozione delle nuove regole europee sulla gestione delle crisi bancarie. Solo una volta superati questi scogli, l’Eurogruppo si sarebbe detto pronto ad aprire negoziati su nuovi prestiti”.

Nella bozza anche l’ipotesi alternativa presentata da Wofgang Schaeuble: “Grexit temporanea di cinque anni, per fare le riforme e ristrutturare il debito”, ma senza impegnare la Ue.

Ore 16. L’Eurogruppo sta chiudendo i suoi lavori senza aver raggiunto una posizione unitaria tra i 19 paesi dell’eurozona.Al contrario si sarebbe clamorosamente spaccato tra chi a questo punto pretende un’uscita “temporanea” della Grecia dall’Euro (Germania, Finlandia e altri paesi della “filiera tedesca”) e chi preme per mantenere una parvenza di unità. La posizione che viene consegnata al vertice dei capi di stato e di governo è addirittura paradossale: i negoziati con la Grecia per un terzo piano di salvataggio verranno solo dopo che Atene avrà dato il via a “riforme strutturali”, a partire dal’aumento dell’Iva e il taglio delle pensioni. 

In pratica viene detto: applicate da domattina il “piano” che noi vi consigliamo; poi, se ci riterremo soddisfatti e quindi avrete recuperato la nostra “fiducia”, cominceremo il negoziato vero e proprio su un nuovo ciclo di “aiuti”.

*****

Riunione continua, oggi, per i vertici europei. La costruzione barocca dell’Unione si può leggere in controluce già dalla lista degli appuntamenti:

alle 11 si rivedono i membri dell’Eurogruppo, ossia i ministri delle finanze dei 19 paesi che sono dentro la moneta unica;

alle 16 dovrebbero vedersi i capi di stato e di governo degli stessi paesi, per dare l’ok politico alle soluzioni eventualmente individuate dall’Eurogruppo;

alle 18 erano convocati i capi di stato e di governo di tutta l’Unione Europea, ovvero 28 paesi. Ma in mattinata è arrivata la notizia che questa riunione è stata annullata. Il presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk ha infatti cancellato il summit Ue a 28. Tusk ha parlato con il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem che l’ha aggiornato sugli ultimi sviluppi prima della riunione delle 11. La cancellazione di questo appuntamento potrebbe significare che l’accordo è molto più lontano di quanto si dicesse in giro.

Anche perché le indiscrezioni sull’andamento della discussione fino a tarda notte sono tutt’altro che rassicuranti. Ci sarebbe infatti stato uno scontro talmente duro tra il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e il presidente della Bce Mario Draghi da spingere tutti a chiudere immediatamente lì l’incontro. In particolare Schaeuble, davanti a Draghi che sostanzialmente spiegava come evitare la Grexit, lo avrebbe apostrofato dicendogli: “Non prendermi per stupido!”.  

questo il resoconto che alcune fonti hanno consegnato stamattina all’agenzia Reuters:

(Reuters) – Nella brutta posizione di dover scegliere tra il travaso di denaro dai buoni ai cattivi contribuenti e la creazione di una pericolosa frattura nell’unione monetaria, ieri sera gli animi si sono surriscaldati durante la riunione dell’Eurogruppo.

Dopo nove ore di discussione, in quella che è stata la sesta riunione di emergenza in tre settimane, la tensione aveva raggiunto punte tali che è stato necessario sospendere poco prima della mezzanotte, tra la sorpresa generale, nella speranza che questa mattina il dibattito potesse riprendere più pacata.

“Era incredibile, un asilo”, ha raccontato una fonte vicina alle discussioni. “Le emozioni negative hanno preso il sopravvento”.

Contrariamente a quanto accaduto finora, gli scambi più accesi non hanno opposto il ministro greco agli altri, ma gli altri ministri della zona euro tra di loro.

Il ministro greco Euclid Tsakalotos, che la scorsa settimana ha sostituito Yanis Varoufakis, è invece apparso calmo e pieno di buona volontà, determinato a convincere i suoi interlocutori ad accettare le ultime proposte di Atene.

Secondo una seconda fonte, l’aggiornamento della riunione dell’Eurogruppo è stato deciso dopo uno scambio particolarmente acceso tra il presidente della Bce Mario Draghi e il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble a proposito della capacità dei greci di adempiere ai loro impegni.

“Non sono stupido”, avrebbe detto a Draghi Schaeuble, sostenitore di una linea dura nei confronti di Atene, mentre Francia e Italia non condividono questa inflessibilità.

“Le posizioni di Schaeuble sono irresponsabili e possono condurre al disastro”, ha spiegato Gianni Pittella, alleato di Matteo Renzi.

I ministri delle finanze sono profondamente divisi sulla possibilità di aprire i negoziati su un terzo bailout e la Germania aveva addirittura fatto circolare una proposta che parlava di una Grexit temporanea.

 

In ballo c’è appunto il terzo “salvataggio” della Grecia, in cambio di un programma di riforme ovviamente lacrime e sangue che ha spaccato Syriza al momento del voto in Parlamento e ancor più nella discussione interna, con la “Piattaforma di sinistra” finalmente approdata all’obiettivo dell’uscita dall’Unione e dall’euro.

La riunione dell’Eurogruppo convocata ieri pomeriggio si è chiusa a tarda notte senza risultati finali. Di qui la decisione di rivedersi stamattina. In ballo non c’è più neanche “la resa” del governo di Atene – che nel complesso è stata ottenuta – ma lo scontro sotterraneo tra la Francia (i cui tecnici finanziari inviati da Hollande hanno materialmente scritto la “proposta greca”) e la Germania, da cui è venuto infine fuori il vero obiettivo: mettere la Grecia temporaneamente fuori dall’euro, stringere ancor più  le regole per chi resta dentro,spezzare le reni” alla Francia che sfora allegramente da anni diversi parametri di Maastricht senza mai pagare dazio (lo fa anche la Germania, ma sul surplus). E soprattutto senza neanche accennare a mettere in programma quelle “riforme strutturali” che vengono imposte a tutti gli altri.

In questo caos di tutti contro tutti, e tutti contro la Grecia, la soluzione finale si allontana. L’unico cemento resta al momento proprio l’azione collettiva contro i “movimentisti” di Atene, che hanno osato chiamare un referendum sulle proposte della Troika, per poi vincerlo in patria e sconfessarlo a Bruxelles. Un atto che, dicono tutti i creditori, “ha minato la fiducia”. Sia a Bruxelles che in Grecia, un vero capolavoro suicida.

«C’è un problema di credibilità e di fiducia» – ha infatti riassunto in finale di riunione il presidente dell’Eurogruppo, il falco boero Jeroen Dijsselbloem – La discussione rimane difficile, ma il lavoro continua».

Ma il clima era diventato irrespirabile molto prima, quando appunto la bozza “franco-greca” era stata sbertucciata da Wolfgang Schaeuble e altri paesi del Nord: «Non ci siamo ancora: sia sulla sostanza, in termini di politica fiscale e di riforme economiche, sia per quanto riguarda la fiducia». Se non fosse prmai esplicito lo scontro tra Parigi e Berlino ci sarebbe da restare basiti vedendo un Eurogruppo mormorare “non basta” dopo che le proprie richieste sono state tutte sostanzialemente accettate dai poveri greci.

Un altro olandese, il vice ministro delle Finanze olandese Eric Wiebes, era stato un poì meno criptico: «Molti governi hanno dubbi seri sull’impegno del governo greco e sulla sua capacità ad adottare» le riforme proposte. Idem per quanto riguarda Edward Scicluna, ministro delle Finanze maltese: “Dobbiamo risolvere una incongruenza tra le nuove proposte del governo Tsipras, che vanno oltre quanto discusso finora, e la piattaforma politica con la quale l’esecutivo è stato eletto in gennaio”.

Di fatto, la spaccatura creata all’interno di Syriza mette a serio rischio il percorso legislativo dele “riforme” derivanti dall’eventuale accordo. E non è affatto detto che quelle vipere di Nuova Democrazia, Pasok e To Potami – decisivi per far approvare il “piano Tsipras” in Parlamento – assicurino lo stesso atteggiamento a ogni passaggio parlamentare. Di qui la “poca fiducia” nelle capacità realizzative di un governo azzoppato proprio dal pressing dell’Unione Europea, oltre che dalle proprie incertezze/illusioni strategiche.

Non ultima, pesa anche la dimensione del pacchetto di “aiuti” che dovrebbe scattare in cambio delle “riforme”: 74 miliardi di euro. Bisogna infatti ricordare che per piegare Atene, da cinque mesi è bloccata l’ultima tranche del precedente piano di salvataggio: appena 7,2 miliardi, ossia il 10% di quanto servirebbe ora.

C’è insomma chi obietta: “per far ingoiare ad Atene le stesse cose che chiedevamo  a febbraio ora dovremmo dargli 10 volte tanto, sapendo che non ce li potranno ridare mai?”

Ma tutto, ancora una volta, dipende dall’atteggiamento di Berlino. Da cui sono fin qui giunte solo voci di aspri scontri tra Angela Merkel e Schaeuble, a contorno del piano che dovrebbe portare Atene fuori dall’euro per 5 anni.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *