Neanche la notte ha fatto chiudere la partita. Una Grecia vampirizzata prova continuamente a porre limiti alla frenesia predatoria dei “creditori”, ricevendone ogni volta un rilancio e richieste ancora più invasive.
Le ultime voci riportano la richiesta – pare avanzata dal Fondo onetario Internazionale, ma sostanzialmente condivisa dalle altre “istituzioni” – che ad Atene si insedi un “governo tecnico”, ovvero formato da funzionari di fiducia della Troika, casualmente con passaporto ellenico. L’obiettivo è infatti “garantire” i creditori che quanto scritto nel testo che si va faticosamente assemblando, cancellando e riscrivendo da 48 ore, si trasformi effettivamente nelle “riforme” volute dai creditori stessi.
Nel disperato quanto inutile tentativo di “limitare i danni” Alexis Tsipras avrebbe chiesto modifiche ad almeno tra diktat: un ruolo meno dominante del Fmi nella gestione dei prossimi passaggi; una dimensione meno mostruosa del “fondo di garanzia” da aprire in Lussemburgo (50 miliardi di euro), preteso dai creditori e da assicurare con beni pubblici greci (Partenone compreso, ma non si capisce se è una battuta scherzosa di un funzionario stanco o una richiesta effettiva), a cui potrebbero attingere automaticamente in caso di mancato pagamento di una rata del debito; e infine l’obbligo di cancellare alcuni provvedimenti presi dal governo Syriza in questi mesi (riapertura della tv pubblica, riassunzione di parte degli statali licenziati da Samars, ecc).
Per far fronte alle necessità vitali dei prossimi giorni, dopo due settimane di controllo dei capitali e di chiusura delle banche, Tsiras avrebbe chiesto anche un prestito-ponte in attesa di chiudere il negoziato sul nuovo piano.
L'”accordo” – una definizione che risulta ormai una presa per i fondelli – appare dunque ancora lontano. I leader hanno interrotto la riunione per la seconda volta, per consentire incontri bilaterali. Soprattutto tra Germania e Grecia, riunione indicativa del clima – secondo una fonte che è voluta restare anonima – da ultimatum di guerra con cui Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble si sono presentati a Bruxelles. Nel corso di questo incontro, infatti, Tsipras sarebbe stato sottoposto dalla delegazione tedesca a un trattamento che è stato definito brai waterboarding; una vera e propria tortura giocata su “o ti arrendi totalmente, senza chiedere nulla, oppure fuori dall’eurozona”.
Durante gli scontri notturni, davanti alla crescente lista di diktat presentati dalla Germania, ad un certo punto Tsipras si sarebbe tolto la giacca mettedola sul tavolo davanti ai “partner”: “se volete, prendetevi pure questa”.
Note diffuse dal governo ellenico riferiscono che la Grecia considera le condizioni poste dall’Eurogruppo “umilianti e disastrose”. Secondo le stesse fonti, citate dal giornale inglese The Guardian, Angela Merkel sarebbe “la più intransigente” nei negoziati in corso a Bruxelles, mentre Atene registra il “forte sostegno” di Mario Draghi.
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