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Atene. La Troika arriva in ritardo: “problemi di sicurezza”

Deve essere davvero pesante il clima ad Atene se ieri i commissari della Troika (sì, si chiama di nuovo così, dopo la breve pausa seguita all’insediamento al Ministero delle Finanze di Atene di Varoufakis) allargata all’Esm, incaricati di redigere il “terzo programma di salvataggio” con il governo greco, hanno ritardato di parecchie ore il loro arrivo nella capitale ellenica per problemi legati all’individuazione di una luogo sicuro, al riparo da possibili irruzioni da parte di contestatori. «Ci sono alcuni problemi logistici da risolvere, in particolare sul fronte della sicurezza» ha raccontato ieri un funzionario della Commissione Ue interrogato dal quotidiano britannico Telegraph a proposito dei ritardi nella tabella di marcia prevista. In passato, del resto, alcuni dei rappresentanti degli organismi che hanno imposto da cinque anni politiche lacrime e sangue al popolo greco sono stati contestati durante la loro lunga permanenza ad Atene, e più di uno girava ultimamente scortato da agenti di polizia, come l’ex rappresentante del Fmi Poul Thomsem, bersagliato dalla frutta scagliata contro di lui da alcuni agricoltori macedoni durante una protesta.
Sarà lui a supervisionare l’economista Delia Velculescu che per conto del Fondo Monetario – che ieri ha sciolto la sua riserva sulla partecipazione al negoziato – farà parte della squadra di negoziatori incaricata di imporre al governo ellenico un nuovo pesante pacchetto di privatizzazioni, controriforme e tasse in cambio di un altro megaprestito da quasi 90 miliardi di euro che non farà altro che aggravare la dipendenza della Grecia dai cosiddetti creditori e affossarne l’economia. I negoziati hanno tempi ridotti, visto che il governo di Atene deve ingoiare l’enorme rospo – il Terzo Memorandum – prima che scada la rata dei bond in mano alla Bce del valore di più di 3 miliardi di euro e sta cercando di accelerare i tempi per chiudere l’accordo con la Troika entro il 20 agosto. Ma stamattina i rappresentanti delle ‘istituzioni’ non si erano ancora presentati ad Atene perché il governo non sarebbe in grado – dicono da Bruxelles – di garantire la completa incolumità dei commissari.

Intanto, sul fronte interno, le pros­sime misure del governo riguar­de­ranno la cor­ru­zione e l’evasione fiscale, non­ché la rego­la­men­ta­zione delle fre­quenze tele­vi­sive. Nei giorni scorsi il Cen­tro di con­trollo dei con­tri­buenti con grandi patri­moni (Kefo­mep), nuovo ente isti­tuito dall’Agenzia delle entrate elle­nica per dare la cac­cia agli eva­sori, ha informato che quotidianamente l’Ufficio delle impo­ste con­gela circa venti conti cor­renti ban­cari di possibili furbi. La stampa greca riferisce che il Kefomep ha preso di mira diversi medici, avvocati e uomini d’affari intestatari di ricchi conti bancari ma che alla polizia tributaria non hanno dichiarato redditi proporzionati. Sinora il Kefomep avrebbe congelato i conti di 410 medici e 200 avvocati sospettati di evasione fiscale mentre il Centro di Controllo delle grandi imprese (Kemeep) ha bloccato 253 milioni di euro provenienti da grandi imprese nel corso del primo semestre del 2015. 
Intanto però gli indicatori economici peggiorano. Nella prima metà dell’anno il ‘buco nero’ del gettito fiscale in Grecia ha raggiunto i 2,3 miliardi di euro, mentre nello stesso periodo la spesa pubblica si è arrestata del tutto per mancanza di risorse che, quando ci sono, vengono destinate interamente al pagamento dei debiti con l’Ue, la Bce, il Fmi. Ciò ha fatto sì che le spese dello Stato siano state di quattro miliardi di euro inferiori rispetto all’obiettivo previsto.
Invece, secondo un rapporto redatto da GLP Values, una società di consulenza immobiliare, il mercato immobiliare greco rischia di entrare in un nuovo ciclo di ribassi a causa dell’aumento della pressione recessiva sull’economia del Paese e della decisione da parte del governo di mantenere la pesante tassa immobiliare imposta alcuni anni fa sotto dettatura della Troika. Il rapporto sostiene che nei prossimi due o tre anni i prezzi del mattone greco potranno scendere di un ulteriore 18% rispetto a quelli attuali, già ampiamente sgonfiati rispetto al recente passato. Il che, in una situazione disastrosa, potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per centinaia di migliaia di cittadini greci alle prese con il carovita recentemente aumentato a causa della crescita dell’Iva decisa dal governo Tsipras in ottemperanza ai diktat di Bruxelles e Berlino.

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