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Ricambi politici al vertice della Repubblica popolare di Donetsk

Le informazioni giunte sinora dal Donbass non chiariscono fino in fondo i contenuti e la dinamica della destituzione, decisa ieri dal Parlamento della DNR, dello speaker Andrej Purghin e della sua sostituzione con il suo vice, Denis Pušilin.
Negli ultimi tempi l’attenzione si era concentrata quasi esclusivamente sugli aspetti esterni e militari della situazione nel Donbass, tralasciando gli aspetti legati al confronto interno tra le varie componenti politiche e sociali di DNR e LNR.
Leggendo i primi commenti, riferiti soprattutto dall’agenzia Novorossija (di orientamento più dichiaratamente “patriottico e filorusso”) non si può escludere che un ruolo non secondario, tra i fattori che hanno influenzato gli avvenimenti, sia stato rivestito dalle preoccupazioni russe per una evoluzione della situazione nel Donbass che garantisca la piena autonomia della regione, all’interno della compagine ucraina.
Il servizio che segue, di Fabrizio Poggi, dà conto dell’indeterminatezza, al momento, della situazione nella DNR.

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Tass – 4 settembre ore 23.40: Destituito lo speaker dell’Assemblea popolare della DNR Andrej Purghin. Le sue funzioni saranno esercitate dal vice speaker Denis Pušilin. Con il suo primo decreto ha esautorato il direttore dell’apparato dell’Assemblea popolare Aleksandrov, nei cui confronti è stata avviata un’inchiesta.
Questo il sommario annuncio notturno dell’agenzia di informazioni russa, che ricorda anche come Pušilin, il 9 novembre 2014, sia stato nominato dal presidente Aleksandr Zakharčenko rappresentante plenipotenziario per la DNR al Gruppo di contatto sugli accordi di Minsk. Come comunicato dall’ufficiale agenzia DAN: “Su iniziativa di un gruppo di deputati è stata convocata una riunione straordinaria – a porte chiuse – dell’Assemblea popolare; come risultato, 70 deputati su 73 hanno votato la destituzione di Andrej Evghenevič Purghin dalla carica di Presidente dell’Assemblea popolare della DNR. Facente funzione di Presidente è stato nominato il vice speaker del Parlamento Pušilin D.V.”. A sua volta, Pušilin ha dichiarato che nel corso di alcuni mesi, con la nomina di Aleksej Aleksandrov a dirigente dell’apparato  parlamentare “i deputati e gli stessi funzionari dell’apparato si sono scontrati con una serie di difficoltà, a partire dalla direzione dell’apparato fino ai ritardi nel pagamento degli stipendi. Inoltre, invece di adempiere le proprie funzioni, Aleksej Georghevič si è dato a varie dichiarazioni politiche contrarie alla linea generale dello Stato. Con mio sommo dispiacere, sotto l’influenza di quest’uomo è finito anche il Presidente dell’Assemblea popolare Andrej Purghin. L’ultimo affronto alla pazienza dei deputati è stato il tentativo odierno di far saltare la seduta dell’Assemblea popolare, allorché i deputati hanno dovuto ascoltare false dichiarazioni destinate a destabilizzare la situazione”. Stando a Moskovskij komsomolets, alcuni deputati sarebbero stati addirittura portati fuori dall’aula dai militari.
Le notizie sono abbastanza contraddittorie. Non è chiaro se Aleksandrov sia stato fermato dalle guardie di frontiera, su ordine del Ministero per la sicurezza statale (MGB), mentre cercava di penetrare nel territorio della DNR; oppure se sia tuttora ricercato e Purghin venga interrogato perché sospettato di aver sottratto Aleksandrov alla cattura. Pare che entrambi fossero fuori del territorio della DNR; ma è dubbio che fossero insieme, di ritorno, come lo era Purghin, da un viaggio di lavoro a San Pietroburgo. Al MGB riferiscono che Purghin, insieme a un gruppo di deputati, abbia tentato di sottrarre Aleksandrov all’arresto, l’ordine per il quale era venuto al MGB per la sua “attività destabilizzante, che rappresentava una minaccia per la sicurezza statale della repubblica”.
Intervistato dalla Tass, il direttore delle comunicazioni strategiche, Oleg Bondarenko, ha detto di ritenere che la destituzione di Aleksandrov sia legata alle sue pretese di potere e finanziarie: “Un gruppo di deputati, guidati dal dirigente dell’apparato parlamentare Aleksej Aleksandrov, approfittando del periodo di pace, ha deciso di darsi alla redistribuzione dei poteri e dei flussi finanziari a proprio vantaggio. Secondo le mie informazioni, più di una volta era loro stata contestata l’inammissibilità di tale condotta; ma senza risultato. Anche l’esautoramento di Andrej Purghin da presidente dell’Assemblea popolare è legato alla figura del suo protégé Aleksandrov, che tentava di sostituire la direzione del Parlamento repubblicano. Il nuovo presidente del Parlamento, Denis Pušilin, nella situazione creatasi, deve operativamente consolidare il corpo parlamentare, dato che il conflitto, sorto per cause tecniche, può essere strumentalizzato da Kiev”.
In ogni caso, a quanto sembra, Andrej Purghin mantiene il seggio di deputato e alcune fonti affermano che stia discutendo la propria posizione futura con il presidente Zakharčenko.
Moskovskij komsomolets, che parla addirittura di colpo di stato, riporta sia l’ipotesi che il ricambio al vertice della DNR possa significare la fine dell’epoca del dominio del cosiddetto “partito della guerra”, che si esprimeva per una escalation del conflitto, sia l’ipotesi di un conflitto interno per il controllo dei flussi finanziari. Una terza ipotesi è quella della mano di Mosca: da settimane, scrive Moskovskij komsomolets, in DNR e LNR, è in corso un’accanita discussione sulle elezioni locali, previste dagli accordi di Minsk e la Russia è minacciata di nuove sanzioni nel caso il Donbass rifiuti di indirle nei termini annunciati da Kiev.
Secondo il direttore del Centro per la congiuntura politica Aleksej Česnakov, citato da RIA Novosti, “Il pericolo di una presa del potere da parte dell’apparato dell’Assemblea popolare ha portato al risultato estremo”.
L’agenzia Novorossija – di orientamento apertamente “patriottico” – scrive che oggi a Donetsk si terrà una manifestazione in appoggio a Andrej Purghin.
Il politologo Serghej Markov, di orientamento nazionalista, consigliere presidenziale e deputato alla Duma, commenta così la destituzione di Purghin: “Strani avvenimenti politici stanno accadendo nella DNR. Alcuni temono che Mosca stia conducendo una purga sia contro i partigiani troppo convinti dell’indipendenza dall’Ucraina, che contro gli avversari del ritorno degli oligarchi al potere nel Donbass, in particolare Akhmetov. Purghin era l’uno e l’altro ed era anche uno dei dirigenti più competenti e in vista. Molti pensano che egli sia troppo idealista. C’è anche chi ritiene che l’accaduto costituisca un colpo inferto alla quinta colonna ucraina, rappresentata da Aleksandrov. Altri ancora ritengono che sia in corso un consolidamento del potere, in vista dell’inevitabile attacco della junta. Ma in ogni caso, perché si agisce in modo obliquo? Tutto deve essere fatto in maniera chiara per gli abitanti del Donbass. Non di notte, ma alla luce del sole. Oppure qualcuno pensa che, dato che gli USA hanno agito così nel centro di Kiev, anche noi possiamo agire allo stesso modo?”.
Il direttore del canale “Den”, di orientamento nazional-patriottico, Andrej Fefelov ricorda che “Purghin è stato a suo tempo uno degli iniziatori del movimento filorusso nel Donbass. I suoi sostenitori sottolineano che quanto accaduto ieri a Dontesk discredita le idee della Repubblica, la priva delle sue basi morali e ideali, infligge un colpo alla reputazione della DNR e della sua leadership”.
Finora le maggiori agenzie di stampa russe si sono limitate a riportare la notizia della destituzione di Purghin e della sua sostituzione con Pušilin, evitando di aggiungere commenti.

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