Un omicidio in diretta, sotto gli occhi delle telecamere, a un check point israelino nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Una ragazza palestinese di 18 anni, Hadeel Hashlamon, studentessa assolutamente disarmata, è stata di fatto fucilata sul posto dai soldati di Tsahal.
Per circa mezz’ora è rimasta a terra, trascinata come un animale o un pacco, ancora viva. Quando l’ambulanza è finalmente arrivata non c’èera però più nulla da fare.
Nei video si vedono i soldati sparare, a distanza. Non si nota nessun coltello, come invece hanno dichiarato gli assassini subito dopo, per giustificarsi. Al contrario, li si può osservare ridacchiare e mostrare assoluta indifferenza per quella giovane donna rantolante ai loro piedi.
L’unica sua “colpa” è quella di aver rifiutato di farsi perquisire dai soldati maschi, come riportato daall’associazione Youth Against Settlements. «Hadeel arriva al check point. Si rifiuta di farsi perquisire da soldati di sesso maschile. Si dirige verso l’uscita e viene colpita: prima alle gambe, poi al petto. Cinque proiettili in tutto. Nella sua borsa c’erano soltanto dei libri».
Un crimine orrendo che ha scatenato, naturalmente, le proteste degli abitanti di Hebron e nuove violenze dai parte degli sgerri dell’apartheid.
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