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Palestina. Uccisi due palestinesi e un colono israeliano. Scontro diplomatico su Gerusalemme

A sud di Betlemme un palestinese ha lanciato la sua auto contro due israeliani, il palestinese è stato ucciso dai militari e ci sono un soldato e un colono israeliano feriti, mentre un colono residente a Kiryat Arba, secondo il portale israeliano Ynet, è morto perché investito da un camionista palestinese che si è consegnato alla polizia palestinese della cittadina di Dhahiriya (sud ovest di Hebron) dicendo che si è trattato di un incidente.

Un soldato israeliano è stato invece  pugnalato nel villaggio palestinese di Beit Awwa, a sud di Hebron in Cisgiordania. Lo riferisce la radio militare israeliana secondo cui le sue condizioni non appaiono gravi, mentre un palestinese di 24 anni  è stato ucciso dai militari. Il giovane palestinese  Uday Hashim al-Masalma, è stato ucciso stamattina dalle forze armate israeliane negli scontri avvenuti a Beit Awwa (ovest di Hebron). A dare la notizia è il Ministero della salute dell’Autorità palestinese. Secondo fonti mediche locali, il giovane sarebbe stato raggiunto da un proiettile alla testa e sarebbe morto sul colpo. A Gerusalemme continua la pulizia etnica israeliana contro i palestinesi. L’agenzia Nena News riferisce che coloni israe­liani di “Ata­ret Coha­nim”, scor­tati dalla poli­zia, sono entrati nel quar­tiere di Sil­wan, ai piedi della città vec­chia, ed hanno occu­pa­to due case della fami­glia palestinese  Abu Nab, soste­nendo che erano di pro­prietà di ebrei prima del 1948. In pochi minuti nove pale­sti­nesi sono stati sbat­tuti fuori dalle loro abi­ta­zioni.

Intanto la scorsa notte l’esercito israeliano ha arrestato a Ramallah il leader politico e ‘uomo immagine’ di Hamas in Cisgiordania, lo sceicco Hassan Yusef. Secondo un portavoce dell’Esercito, ”ha incitato al terrorismo”.  Hamas da Gaza, secondo fonti israeliane riprese dai media, avrebbe lanciato un appello alle sue cellule in Cisgiordania per la ripresa degli attacchi suicidi proclamando che “l’Intifada continuerà fino alla liberazione di Gerusalemme, della Cisgiordania e della intera Palestina”. “Sosterremo l’intifada di Gerusalemme – ha promesso Hamas – col nostro lavoro e col nostro sangue”. Dal canto suo anche il dirigente di Fatah, ha commentato  l’attentato di domenica sera a Beersheba, che ha provocato due morti tra i militari israeliani. Intervistato lunedì da mass-media ufficiali palestinesi, Rajoub ha definito l’attentato “un atto di eroismo”.

Si segnala intanto un conflitto diplomatico tra le autorità israeliane e il governo francese. Un Netanyahu che alcune fonti riferiscono “furioso”, ha fatto convocare al ministero degli Esteri l’ambasciatore francese Patrick Maissonave al quale, in un “colloquio aspro” ha ribadito tutta la contrarietà israeliana alla proposta di Parigi di osservatori internazionali da schierare sulla Spianata delle Moschee, una posizione questa che appare però non osteggiata anche dall’amministrazione statunitense, anche se il segretario di stato Kerry ha dichiarato Kerry  che ciò che occorre è “fare chiarezza sull’impegno di Israele di preservare lo status quo”. “Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha già chiarito, domenica, che respinge questa proposta francese” scrive oggi  il Jerusalem Post, “Ma le Nazioni Unite, un’istituzione non particolarmente nota per la sua imparzialità quando si tratta dello stato ebraico, potrebbero esercitare pressioni su Israele affinché accetti un’eventuale decisione del Consiglio di Sicurezza in questo senso” sottolinea l’editoriale del quotidiano israeliano. “Vedremo presto gli inconfondibili caschi e berretti blu delle forze di pace delle Nazioni Unite aggirarsi sul Monte del Tempio, a Gerusalemme? Se dobbiamo dare ascolto alla Francia, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu dovrebbe approvare una risoluzione che prevede lo spiegamento di “osservatori indipendenti” sul celebre sito con il compito di “identificare eventuali violazioni dello status quo“.

Israele si sta attivando sul piano diplomatico per contrastare un tentativo palestinese di mettere ai voti all’Unesco una risoluzione che oltre a condannare Israele per quanto sta avvenendo a Gerusalemme, stabilirebbe che il Muro Occidentale (conosciuto come “il Muro del pianto”) fa parte del complesso della sovrastante moschea di al-Aqsa. Inoltre la bozza di risoluzione, che definisce Gerusalemme “capitale occupata della Palestina”, condannerebbe Israele per gli scavi archeologici nei pressi del Monte del Tempio.

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