Molte migliaia di studenti hanno manifestato ieri nelle strade di Londra per protestare contro l’aumento delle tasse universitarie e il progetto del governo conservatore guidato da David Cameron di trasformare in prestiti le borse di studio, adeguando il sistema britannico a quello statunitense (e cileno) e obbligando così decine di migliaia di giovani a indebitarsi pesantemente per gran parte della propria vita pur di poter accedere alla formazione universitaria. Si calcola che la somma totale da spendere mediamente per la carriera universitaria ammonti a circa 55 mila euro, visto che mediamente solo l’iscrizione costa a uno studente ben 13 mila euro dopo gli aumenti decisi dal centrodestra.
Le tasse universitarie sono triplicate in pochi anni, e dopo l’elezione di Cameron, rieletto a maggio per il suo secondo mandato, il governo ha deciso l’abolizione dei sussidi per i giovani con i redditi più bassi e anche dei visti per gli studenti stranieri. Nel quadro della politica di pesanti tagli al bilancio, che punta a ridurre il deficit, il governo britannico ha annunciato che, dal 2016, le borse di studio saranno sostituite da prestiti. Il ministro delle Finanze George Osborne ha giustificato questa decisione dichiarando che le borse sono diventate “troppo costose”. Una misura questa, che “colpirà milioni di studenti, soprattutto i più poveri”, ha protestato Callum Cant, uno dei rappresentanti del “Movimento nazionale contro i costi della scolarità e i tagli al bilancio”, tra gli organizzatori della manifestazione di ieri.
Dietro un grande striscione che chiede un'”educazione gratuita”, i manifestanti sono partiti alle 13.30 dall’University of London, nel quartiere di Bloomsbury, e si sono diretti verso il Parlamento di Westminster, nel cuore della città, passando per Trafalgar Square e Charing Cross. “L’ignoranza costa più cara dell’educazione” diceva uno degli slogan. “La disperazione è la nuova normalità” affermava un secondo cartello brandito dagli studenti, che sfilavano accompagnati da percussioni. Il corteo è terminato davanti al Department for Business Innovation and Skills, l’ente responsabile del sistema universitario.
Qui, a pochi passi dal ministero dell’Interno e da Scotland Yard, ci sono stati violenti ma circoscritti scontri tra una parte dei manifestanti e la polizia che ha effettuato vari arresti. Un gruppo di manifestanti ha lanciato vernice e ha tentato di penetrare in un edificio ministeriale, lanciando uova e fumogeni contro i cordoni delle forze dell’ordine, almeno stando alla versione diffusa dalla polizia. Comunque l’entità degli scontri è stata inferiore rispetto alle grandi manifestazioni studentesche degli anni scorsi.
I manifestanti – che annunciano nuove mobilitazioni per i prossimi giorni – hanno ricevuto anche il sostegno di John McDonnell, “ministro ombra per l’Economia” del Partito laburista. “La vostra generazione è stata tradita da questo governo che ha aumentato i costi della scolarizzazione”, ha detto il rappresentate del partito di centrosinistra. “Voi dovete opporvi e io sono qui per solidarietà” ha continuato McDonnell sull’onda del nuovo corso relativamente più radicale dei laburisti guidato dal nuovo segretario Jeremy Corbyn, che ha inviato egli stesso un messaggio di solidarietà agli studenti.
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