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Era un miliziano dell’Isis l’assassino di Vittorio “Vik” Arrigoni

Il palestinese condannato nel 2012 per il rapimento e l’omicidio dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni è rimasto ucciso in Iraq combattendo nelle file dello Stato islamico (Isis).

Si tratta di Mahmoud al-Salfiti che era riuscito a fuggire dalla Striscia di Gaza all’inizio di giugno, approfittando di un permesso ottenuto dalle autorità carcerarie per visitare la sua famiglia durante il Ramadan. Alcuni forum jihadisti e siti di informazione di Gaza hanno diffuso la sua foto e una dichiarazione in cui si afferma che “Mahmoud al-Salfiti, che aveva partecipato all’omicidio del credente italiano Arrigoni ed era stato imprigionato da Hamas per anni, era riuscito a fuggire dal carcere cinque mesi fa e a emigrare verso lo Stato islamico per morire come martire nella battaglia di Anbar”.

Altri siti hanno identificato Salfiti con il suo nome di battaglia Abu al-Khattab Falestini. Al-Salfiti era stato condannato nel 2012 per l’omicidio di Vittorio Arrigoni, ucciso nel 2011 dopo essere stato rapito da un gruppo jihadista. Vittorio “Vik” Arrigoni dal 2008 aveva scelto di vivere a Gaza insieme ai palestinesi, facendo corrispondenze dalla Striscia nel suo blog.

In particolare furono straordinarie quelle sotto le bombe durante i bombardamenti israeliani dell’Operazione “Piombo Fuso” a cavallo tra il 2008 e il 2009. Suo lo slogan “Restiamo umani” con il quale concludeva le corrispondenze e che è diventato un appello alla vita e alla resistenza da ogni punto di vista.

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