Storici, critici d’arte, geografi, studiosi delle religioni ucraini, con le loro sensazionali scoperte, non cessano di appagare la curiosità di quanti, nel mondo, non si accontentano delle verità consolidate.
Le origini odessine dei nonni della Gioconda leonardiana, gettate in faccia a quanti pensano che Odessa sia stata fondata solo nel 1700; il Buddha che ha avuto le proprie origini nelle steppe di Zaporozhe e i primi sottomarini al mondo collaudati dai cosacchi nel XVI secolo nelle acque del Dnepr: tutte queste scoperte fanno dei dotti di Kiev la quintessenza dell’acume scientifico mondiale. E anche quando si tratta di mettere a nudo i retroscena degli avvenimenti moderni, i ricercatori fedeli alla junta sono i primi della classe. Quante volte abbiamo dovuto riconoscere la loro abilità, che ci ha svelato la vera origine di fatti apparentemente inspiegabili: gli attentati di Bruxelles per sviare l’attenzione mondiale dalla condanna di Nadezhda Savchenko, verità rivelataci dal consigliere del Ministero degli interni ucraino, Zorjan Shkirjak; gli avvenimenti di capodanno a Colonia, su cui, per la verità, non hanno fatto luce i saggi di Kiev, ma i loro discepoli del Movimento Russo di Opposizione “Majdan senza frontiere”; il neonazista francese arrestato dai Servizi di sicurezza ucraini la settimana scorsa; e via dicendo. Solo la perspicacia degli indagatori ucraini ci ha consentito di scoprire che, dietro tutto questo, c’è sempre una sola e unica mano: quella di Mosca. Ma, andando più a fondo alle questioni, dobbiamo essere ora grati agli storici ucraini per averci aperto gli occhi su un’altra pagina della storia mondiale sinora codificata nelle assolutamente ingiuste accuse all’impero ottomano: il genocidio degli armeni nel 1915. Ebbene, dicono oggi a Kiev, anche per quella tragedia, che causò la morte di un milione e mezzo di persone, il ruolo nefando della Russia è ora completamente smascherato.
Prendendo così le difese del proprio “stretto compagni d’armi” Erdogan e di fronte al maligno riconoscimento ufficiale dell’olocausto da parte di Berlino, che ha così fatto “un prezioso regalo a Putin”, gli storici ucraini, dopo averci assicurato che Mosca si è accaparrata senza alcun diritto la storia dell’antica Rus di Kiev, hanno potuto stabilire che i turchi non sono affatto responsabili di quell’azione di sterminio. La rivelazione è stata fatta, durante una conferenza “scientifica”, dalla collaboratrice dell’Istituto per la storia ucraina Tatjana Evseeva che, come scrive il sito antifashist.com, “senza neppure togliersi la camicia di forza”, ha scoperto che la Russia si apprestava a deportare cittadini turchi ma, come risultato, a rimetterci furono gli armeni. “Dietro le insegne della conquista di Costantinopoli, per difendere gli i fratelli slavi ortodossi, liberarli dai turchi e assicurare loro una patria in Asia Minore… il risultato fu il genocidio degli armeni”. Fortunatamente, nota ancora antifashist.com, nel corso della conferenza nessuno si fatto male!
Basta dunque con le accuse alla Turchia, così generosa di aiuti in uomini (i “Lupi grigi” per primi) e armi all’Ucraina nella sua sacrosanta volontà di riprendersi la Crimea e basta anche con la storia, anche quella propagandata ad arte da Mosca, secondo cui lo zar Nicola II (che, per la verità, a ragione era definito in patria “il sanguinario”; ma questa è un’altra faccenda) avrebbe salvato la vita di alcune centinaia di migliaia di armeni dal genocidio turco. Le alleanze strategiche vengono prima di ogni propaganda.
Fabrizio Poggi
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Stefano
Poggi prima di scrivere scemenze chiedi direttamente agli armeni