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Austria, ballottaggio annullato per irregolarità. L’estrema destra gongola

Una notizia shock ha investito questa mattina il mondo politico austriaco e gli ambienti europei già alle prese col rompicapo ‘Brexit’. La Corte costituzionale di Vienna ha infatti deciso poco fa che il ballottaggio per le elezioni presidenziali vinto lo scorso 22 maggio dal candidato liberal-ecologista Alexander Van der Bellen deve essere annullato a causa di gravi irregolarità verificatesi nelle operazioni di scrutinio.
Annullata quindi la cerimonia di giuramento di van der Bellen che era prevista venerdì 8 luglio.
 Il nuovo ballottaggio dovrebbe tenersi a questo punto tra settembre ed ottobre (la data verrà comunicata il 5 luglio), e si preannuncia già una campagna elettorale al vetriolo. Nel frattempo le funzioni del presidente saranno svolte ad interim dal presidente della Camera bassa del Parlamento.

La Corte ha di fatto dato ragione al ricorso presentato dal partito di estrema destra del candidato Norbert Hofer, sconfitto dallo sfidante appoggiato da quasi tutti i partiti austriaci per poche decine di migliaia di voti e dopo un testa a testa durato molte ore.
La sera del 22 maggio scorso Hofer sembrava in testa alla chiusura dei seggi di circa il 2%, ma il risultato finale uscito dal conteggio dei voti arrivati per corrispondenza alla fine aveva decretato la vittoria di Van der Bellen con uno scarto di soli 30.000 voti, 50,3 contro 49,7%.

Il Partito della Libertà di cui Hofer è uno dei leader (fondato nel 1950 da ex dirigenti nazisti) ha da subito gridato alla manipolazione del voto, presentando immediatamente un ricorso incentrato sul fatto che nella maggior parte dei 117 distretti elettorali del paese il conteggio dei voti sarebbe stato artefatto a favore di Van der Bellen. In alcuni casi infatti lo spoglio dei voti arrivati per corrispondenza sarebbe iniziato prima dell’arrivo dei funzionari della commissione elettorale, in altri lo spoglio sarebbe stato realizzato da persone non autorizzate. Inoltre in alcuni casi è stato denunciato che il numero dei voti per corrispondenza attribuiti ai due candidati era superiore rispetto a quelli espressi.

Il timore, fondato, del mondo politico austriaco è che l’annullamento del secondo turno delle elezioni presidenziali – un fatto di inaudita gravità e senza precedenti – fornisca un argomento formidabile a favore del candidato ‘antisistema’ Hofer, e che questa volta quindi il voto ‘antifascista’ non riesca a impedire la vittoria dell’esponente dell’estrema destra nazionalista e xenofoba.

La Corte costituzionale di Vienna ha detto che “la sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia” garantendo la regolarità del processo elettorale. Ma appare più che mai evidente quanto l’establishment europeo, le istituzioni ‘democratiche’ di cui il sistema liberale si è dotato, e la borghesia continentale che le usa ed abusa a proprio piacimento, stiano dando di nuovo un pessimo spettacolo di sé. Un ennesimo segnale di debolezza, di perdita di controllo e di egemonia. ‘Metterci una pezza’ non basterà.

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