Poteva essere un 2 maggio. Gli stessi metodi, la stessa intenzione di uccidere, di sopprimere fisicamente il "nemico della Nazione" di turno. Ma questa volta non era la sede dei sindacati, ma la sede di un canale TV, INTER, accusato di essere filorusso e sostenere i separatisti.
Il 4 settembre uomini incappucciati, appartenenti alla destra radicale, hanno iniziato l'assedio alla televisione non gradita. Ai manifestanti, a quanto ammette lo stesso ministro Arsen Akavov, si sono aggiunti militari della 30ma brigata delle forze armate ucraine.
La tecnica di assalto è la stessa usata ad Odessa: la porta bloccata da copertoni in fiamme, gruppi di uomini a volto coperto che entravano dentro l'edificio cospargendolo di cherosene, giornalisti avvelenati da monossido di carbonio. Quello che è mancato, fortunatamente, è la strage.
Secondo un testimone oculare, Roman Bockhala, scrive sul suo profilo FB:
"E' un miracolo che non ci siano state vittime. Sembrava di avere davanti agli occhi la casa dei Sindacati di Odessa. In entrambi i casi, l'edificio è stato colpito con bombe molotov, per dare fuoco all'interno e seminare il panico. Il palazzo di cinque piani NICa ( "Inter" News Produzioni) di domenica è pieno di gente. Andava in onda "dettagli della settimana" la sala non era vuota. C' erano centinaia di persone.
Giovani con dei maschere antigas entravano a gruppi. Dopo aver neutralizzato le guardie, si disperdevano nell'edificio urlando " a fuoco". Versavano il kerosene nell'edificio tra la gente spaventata a morte, la maggior parte donne. Tra loro alcune giovani madri. Una di loro, la giornalista Lena Zorinu, ha preso un'ambulanza; dopo di che ha perso conoscenza. Per strada, in questo momento, stanno bruciando gomme. E la polizia, che avrebbe dovuto prendere servizio di mattina, è stranamente scomparsa".
Secondo Bochkala, e da come si può vedere dalle foto da lui pubblicate, alcuni studi, con i macchinari sono stati completamente danneggiati. alcune vittime non gravi per avvelenamento di carbonio. foto che potete vedere qui:https://www.facebook.com/
Tuttavia nell'Ucraina "democratica", essere comunisti è terrorismo, mentre un pogrom è "dolo" e danneggiamento di proprietà", pertanto i sei uomini fermati, accusati di aver appiccato l'incendio sono stati immediatamente rilasciati senza alcun capo d' accusa.
Secondo Avakov la redazione sarebbe stata presa d'assedio per la sua posizione filorussa. Sarebbero state hackerate delle mail fra l'ex direttrice Maria Stoliarova e il consulente politico di Inter Media Group, cittadino russo. E' bastato questo, secondo il ministro, a incaricare i servizi di sicurezza (SBU) ad aprire un fascicolo su Inter per la sua linea sovversiva e a scatenare i fatti di domenica (fonte Sputnik).
Tuttavia, secondo quanto riportato da Fort Rus, Inter appartiene all'oligarca ucraino Dmitro Firtash, accusato addirittura di essere uno sponsor del Maidan. Si tratterebbe quindi di uno scontro fra oligarchi, in cui la russofobia e l'attività contro la Nazione, sarebbero agitate per aizzare le frange di teppisti radicali e di paramilitari nazisti. "Attivisti contro i diritti umani e contro la libertà" che attualmente assediano da due giorni il palazzo arso, impedendo a chiunque di entrare. Gli attivisti hanno montato le tende, tra copertoni ammucchiati a mo' di barricate, urlano BURN INTER BURN e imbrattano i muri con scritte inneggianti all'odio antirusso e alla morte degli "agenti dei russi". Il tutto, nella totale assenza delle forze dell'ordine, che lasciano fare.
L'assedio continua.
a cura del Coordinamento Ucraina Antifascista
video dell'assedio: http://www.unian.net/
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