Il bilancio mortale di un raid dell'aviazione dell'Arabia Saudita a Sanaa (Yemen), è salito finora, a 144 morti e 527 feriti. I caccia della coalizione sunnita guidata da Riad hanno colpito una sala, nella parte sud della capitale, dove era in corso un funerale del padre di un importante esponente dei ribelli sciiti Houthi. Alla cerimonia erano presenti circa 2 mila persone, per partecipare ai funerali di Ali bin Al-Ruwaishan, padre del ministro dell'Interno del governo dei ribelli Houthi, Jalal al Ruwaishan. Tra gli esponenti dei ribelli sciiti yemeniti che hanno perso la vita in questo attacco c'è lo stesso sindaco di Sanaa, Abdel Qader Hilal. Mohammed Abdel Salam, portavoce del gruppo Ansar Allah, che fa capo all'imam Abdel Malik al Houthi, ha già promesso vendetta contro l'Arabia Saudita. Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato l'attacco così come il leader delle milizie sciite libanesi Hezbollah, che sulla strage di Sanaa ha tenuto ieri un discorso pubblico in occasione delle celebrazioni di Ashura' a Beirut.
Grandissimo imbarazzo a Washington, alleata di Riad, che ha fatto sapere di voler riconsiderare il proprio sostegno alla coalizione sunnita messa in piedi dall'Arabia Saudita per reprimere la ribellione degli Houthi – di osservanza sciita – nello Yemen."Siamo molto turbati da una serie di attacchi ai civili", ha detto Ned Price, portavoce della Sicurezza nazionale. "Alla luce quelli e di ciò che è accaduto adesso -ha aggiunto- abbiamo cominciato a rivedere il mostro già abbastanza ridotto sostegno alla Coalizione e lo renderemo compatibile con i principi, i valori e gli interessi degli Stati Uniti, tra cui vi è la fine immediata di questo conflitto. La cooperazione con l'Arabia saudita non è un assegno in bianco".
Da tempo ormai va avanti la sanguinosa repressione da parte dell'Arabia Saudita contro la popolazione yemenita. Riad ha potuto contare sulla completa complicità in termini diplomatici e di forniture di armamenti, da parte dei paesi occidentali, Italia inclusa.
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