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Per qualche dollaro in più. Nel Niger migranti in cambio di denaro


Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni esprime il profondo umanismo che anima la diplomazia italiana nel Sahel. Sinceramente dispiaciuto per i morti dei migranti nel Mediterraneo e nel deserto si attiva perché il dramma termini al più presto. Una ‘catastrofe umanitaria’, martella il ministro, che non lascia insensili coloro che hanno a cuore le sorti dei giovani che tentano ‘irregolarmente’ la strada migratoria.

Si promettono milioni euro-pei (500) e aggiunte italiane (200) che, in un paese come il Niger, in crisi sistemica, ultimo della graduatoria nella classifica dello sviluppo umano, dopo elezioni che hanno raschiato il fondo della pentola, non possono che essere visti come una benedizione.

Ma è l’aspetto ‘umanitario’ che interessa al ministro che purtroppo non completa la frase ripresa da Radio Francia Internazionale (RFI). Infatti, e sono parole sue ‘ridurre il numero dei migranti irregolari che attraversano il Niger non è solo un interesse europeo, ma siamo d’accordo per mettere le nostre risorse economiche a disposizione del Niger per lavorare insieme onde raggiungere questi risultati’. Difficoltà sintattiche, cioè politiche, del ministro Gentiloni. ‘Ridurre il numero dei migranti irregolari che attraversano il Niger non è solo un interesse europeo’.

In Niger, nel Sahel e da molte altre parti del mondo nessun migrante è stato dichiarato ‘irregolare’. Rispetto poi a chi e che cosa, mentre nella zona dell’Africa Occidentale, di cui fa parte il Niger, c’è libertà di circolazione di ‘mezzi persone’. Com’è accaduto che, di colpo, vengano definiti ‘irregolari’ coloro che applicano, da buoni cittadini (consapevolmente o meno), il diritto universale all’emigrazione.

La sintassi vorrebbe che alla prima affermazione, ‘l’interesse a ridurre il numero dei migranti irregolari che non è solo europeo’, fosse completata dalla seconda parte della frase…così non è affatto. La seconda parte della frase suona invece come una compravendita: migranti da fermare in cambio di soldi. Per qualche dollaro in più, appunto, della trilogia del dollaro del compianto Sergio Leone. Il pugno di dollari è ora per qualche dollaro in più. Quanto al buono, il bruppo e il cattivo non sono difficili da identificare.

Il buono è la comunità europea, l’Italia e il compact della migrazione che si spacciano per salvatori umanitari. Il brutto è la migrazione irregolare, incerta, imprevedibile, informale o semplicemente umana. Quanto al cattivo non c’è dubbio, sono i passeur, i commercianti umani, gli autisti e gli scafisti. Tutto risulta infine chiaro. Non solo alla testa dell’OIM di Niamey, l’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, c’è un italiano ma la prossima primavera persino l’ambasciata italiana aprirà i battenti in questo paese del Sahel.

Gentiloni ha deplorato che è ‘inaccettabile lasciare la sorte dei candidati all’emigrazione nelle mani di trafficanti umani’. Sono i cattivi della trilogia del dollaro. I belli e i buoni sono dall’altra parte. L’europa che si barrica, che strozza le economie africane, che riduce al nulla le possiblità di migrare civilmente, che spende miliardi per la propria sicurezza e spinge migliaia di persone a mendicare un futuro. I buoni daranno soldi per rafforzare i controlli di frontiera, per alcuni progetti di sviluppo, per arrivare alle cause profonde dell’emigrazione e soprattutto per fermare i migranti.

Preferiamo stare tra i ‘brutti’, coloro che ritengono che migrare è un diritto che non si svende e che esternalizzare le gendarmerie conduce alla perdita di ciò che costituisce il senso stesso di una civiltà.

 

niamey, novembre 016
 


 


 

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1 Commento


  • Nicola

    Speriamo in un rapido accordo con il Niger e nel fatto che dal Niger i migranti vengano rimpatriati il più possibile nei paesi di origine 

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