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Catalogna in sciopero generale

Da mezzanotte è in corso in Catalogna lo sciopero generale convocato da Intersindical-Csc, Cos (aderenti alla Federazione sindacale mondiale), Iac e CGT, con l’adesione della Cup e di tutta la sinistra indipendentista Catalana, oltre che di una quarantina di altre associazioni, partiti e sindacati. Porti di Barcellona e Tarragona paralizzati, tra i portuali adesione del 100%, molto alta l’adesione tra i pompieri e i lavoratori del trasporto pubblico (la metro funziona al 35% e i bus al 25). Forte adesione nel settore pubblico anche perché la Generalitat ha di fatto dato il permesso ai lavoratori di potersi assentare senza perdere quote di salario. Sospesi oggi i corsi in tutte le università pubbliche, scuole chiuse per la massiccia adesione di insegnanti e studenti.
La maggior parte degli esercizi commerciali sono chiusi, anche a causa dei cortei che nei quartieri richiamano gli esercenti ad aderire allo sciopero generale.
Il gruppo della grande distribuzione Mercadona ha minacciato i dipendenti che licenzierá i dipendenti che aderiranno allo sciopero generale. Questa mattina una cinquantina di strade e autostrade erano chiuse a causa dei blocchi realizzati dagli scioperanti. L’azienda elettrica ha comunicato che alle 9.00 in Catalogna il consumo era inferiore del 12% rispetto alla media. Chiusa anche Mercabarna, i mercati generali di Barcellona.

Manifestazioni di massa di studenti e lavoratori ovunque: davanti alla delegazione del governo spagnolo a Barcellona alle 11 è partito un grande corteo guidato da molte centinaia di pompieri in divisa. Dalle 10 in corso manifestazioni davanti a tutte le scuole teatro delle aggressioni della polizia contro i votanti, davanti alla sede della Policia Nacional a Urquinaona, davanti alla sede locale del Partito Popolare.

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Alle 12.30 decine di migliaia di studenti e lavoratori sono partiti in corteo dall’antica università nel centro della città.

Alle 9.30 hanno chiuso le metro e non circola un autobus, anche il bus per l’aeroporto di una compagnia privata lavora solo al 20%. La città è paralizzata, decine di cortei sono confluiti in due enormi serpentoni composti da centinaia di migliaia di persone.

Alle 18.00 sono convocati due grandi cortei, uno della Cup e dei sindacati di classe e indipendentisti, l’altro del coordinamento tra sindacati moderati e associazioni indipendentiste.

Intanto Puigdemont temporeggia, pressato da Cup ed Esquerra Republicana che chiedono al Presidente di proclamare immediatamente la Repubblica Catalana.

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