Nel loro incontro, iniziato mercoledì a Bruxelles, i ministri della Difesa della NATO hanno preso atto del netto aumento dei bilanci dei loro ministeri e avviato l’ulteriore militarizzazione dell’Europa e dell’America del nord. Secondo quanto dichiarato dal segretario generale Stoltenberg, nel 2017 i bilanci per gli armamenti dei Paesi europei membri della NATO e del Canada sono aumentati del 5%. Quest’anno salirà ad 8 il numero degli Stati che spendono per le loro forze armate una somma uguale o superiore al 2% del PIL. Stoltenberg e Washington premono perché i bilanci della Difesa salgano ancora.
La Germania si prepara inoltre, come ha confermato ieri la ministra della Difesa Ursula von der Leyen, a costruire un nuovo Quartier generale della NATO, che renda possibile in futuro lo spostamento « molto rapido » di truppe attraverso il continente europeo, il che consentirebbe avanzate fulminee fino alle immediate vicinanze della frontiera russa. Inoltre i meccanismi di controllo dei trasporti militari devono essere smantellati, ottimizzando strade, ponti, binari ed altre infrastrutture per l’uso da parte di truppe europee e nordamericane. Le sedi possibili sono Ulm e Bonn. La decisione sarà presa prima del vertice NATO di luglio.
Parallelamente, gli USA costruiscono un nuovo Quartier generale NATO che garantirà il trasporto dei rifornimenti dall’America del nord attraverso l’Atlantico o le acque dell’Artico. Secondo la NATO, la minaccia rappresentata dai sottomarini russi richiede delle precauzioni. Il riarmo autonomo dell’UE a causa delle pressioni esercitate da Parigi e Berlino ha provocato delle tensioni nell’alleanza militare occidentale, che è favorevole a misure dell’UE che «integrino la NATO» ma non alla sottrazione di forze dell’alleanza per la propria militarizzazione. Tensioni tanto più acute dato che Berlino intende allestire e gestire sotto la sua autorità il futuro quartier generale della logistica, che potrà essere usato non solo dalla NATO ma anche dall’UE.
Un rapporto dell’International Institute for Strategic Studies (IISS) pubblicato ieri lascia supporre che la fretta con la quale la NATO prosegue il suo riarmo non è dovuta solo alla volontà di mettere militarmente sotto pressione la Russia. Nel suo studio «The military balance 2018» l’influente think-tank londinese arriva alla conclusione che il vantaggio dell’Occidente nel campo della tecnologia militare si sta esaurendo. La causa non sarebbero tanto i progressi della produzione russa di armi (tra l’altro rallentato per mancanza di soldi), quanto i rapidi progressi della Cina. La velocità alla quale la Repubblica popolare aumenta le sue capacità nell’aviazione militare è «notevole». L’aereo da caccia Chengdu J-20, ad esempio, che potrebbe essere pronto all’impiego già nel 2020, è dello stesso livello dell’F-35 americano. Per 30 anni la superiorità aerea è stata “un vantaggio chiave per gli USA e i suoi alleati. Adesso non è più scontato”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa