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La Germania libera Puigdemont. Il momento nero del franchista Rajoy

Una martellata diplomatica sul ghigno di Mariano Rajoy e del giovane, ma comunque pessimo, re Felipe di Spagna.

La decisione del tribunale dello Schledwig Holstein è stata curata col doppio bilancino della legislazione tedesca e della cautela diplomatica, ma il risultato finale – Carles Puigdemont è stato rimesso in libertà su cauzione, 75.000 euro – è in ogni caso una sconfessione sostanziale per il regime spagnolo, mai uscito davvero dalla cornice legale del fascismo di Francisco Franco.

Il tribunale tedesco non ha riconosciuto il reato più grave previsto dalla richiesta di estradizione: ribellione. Un disconoscimento tutto sul filo della legge tedesca, che non lo prevede. Quello più somigliante sarebbe stato l’alto tradimento, ma nonostante l’autoritarismo crescente nell’architettura dell’Unione Europea, è impossibile – per ora – considerare tale l’indizione di un referendum popolare.

Tanto più che entrambi i sistemi penali prevedono che quei reati gravissimi – ribellione e alto tradimento – siano stati compiuti con “uso della violenza”. E ci sono migliaia di ore di filmati, su quel 1 ottobre, a testimoniare che l’unica violenza è stata messa in campo dalle forze di polizia inviate dal governo centrale di Madrid.

Per compensare questa martellata, il tribunale germanico ha considerato “ammissibile” la richiesta per quanto riguarda il reato minore, ossia la presunta “malversazione di fondi pubblici” relativa alle spese per tenere il referendum di indipendenza del 1 ottobre.

Ammissibile” non significa però “provato”. Per questo il tribunale dovrà entrare nel merito dell’accusa sollevata dagli spagnoli, ma anche se dovesse riconoscerla non è detto che verrebbe concessa l’estradizione, perché è fin troppo evidente che lo Stato spagnolo si scatenerebbe “legalmente” contro l’ormai ex presidente della Generalitat di Catalogna, inventandosi altri reati più gravi.

Ancora più secca era stata la risposta del Belgio, che ha lasciato in libertà senza cauzione fino alla conclusione della procedura i 3 ex-ministri catalani Meritxell Serret, Toni Comin e Lluis Puig, di cui la Spagna chiede l’estradizione. Ma certo il Belgio ha un peso politico decisamente minore rispetto alla Germania, dunque fa meno male.

Immediatamente, sia Puigdemont che tutti gli indipendentisti catalani hanno ripreso a chiedere la liberazione dei 9 leader ancora in carcere a Madrid.

Ora bisognerà vedere come reagirà un governo squallido come quello Rajoy. Ma qualsiasi cosa faccia – protestare con la Ue, indurire la repressione interna, arrendersi – commetterà un errore che pagherà in seguito a caro prezzo.

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