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Israele. In galera chi documenta le violazioni dell’esercito contro i palestinesi

Ricapitolando: in Medio Oriente si sarebbe una sola democrazia, secondo i canoni occidentali. Questa frase è diventata un mantra che ha bisogno di dimostrazioni, anche se elezioni più o meno libere si svolgono anche in molto paesi arabi (la Tunisia e l’Ira sono quelle più vicine al modello europeo, mentre Egitto, Turchia, Marocco presentano “buchi” notevoli sul piano della realtà effettiva.

Ma anche Israele non scherza. Intanto è diventata uno Stato confessionale (recenti modifiche alla Costituzione ne hanno fatto “lo Stato ebraico”), pratica un apartheid di fatto nei confronti della popolazione palestinese (occupandone peraltro illegalmente quasi tutto il territorio riconosciuto dall’Onu), si diletta nel cecchinaggio di manifestanti palestinesi disarmati, rinchiude nelle prigioni anche minorenni senza alcun processo, ecc.

Qualche deficiente potrebbe uscirsene dicendo che “però c’è la libertà di stampa”.

E noi siamo costretti a fargli notare che “sempre meno” ciò è vero. Basta leggere questa notizia, tradotta da un articolo del Middle East Monitor e fin qui non smentita da nessuno. Visto che il cecchinaggio di palestinesi inermi, con tanto di “commenti entusiastici” da parte dei “colleghi” dello sniper, ha fatto il giro del mondo, smerdando q.b. la suddetta “unica democrazia del M.O.” uno dei partiti al governo – non a caso quello del ministro della Difesa – ha presentato una proposta di legge… per punire i cecchini? Ma quando mai… per mettere in galera chiunque (giornalisti compresi) dovesse documentare con filmati determinati omicidi gratuiti.

L’insistenza sui video è facilmente spiegabile: un filmato non è smentibile, perché raffigura un’azione nel tempo. Una foto, una testimonianza, un articolo di giornale, possono invece essere messi in dubbio anche se ci dovessero essere venti premi Pulitzer presenti al fatto. Attendiamo con ansia una forte presa di posizione in merito da parte degli Ordini dei Giornalisti di qualsiasi paese in difesa della libertà di stampa.

Decisiva anche la motivazione addotta da fonti anonime di quel partito: “E’ tempo di mettere fine alle attività delle organizzazioni di sinistra che negli ultimi giorni hanno filmato un soldato dell’esercito per aiutare a delegittimare lo stato di Israele”.

In effetti, ovunque nel mondo, il modo più certo di dimostrare con i fatti di “essere di sinistra” è quello di combattere il proprio imperialismo. A maledire quello degli altri, si sa, sono buoni proprio tutti.

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Israele chiede di punire coloro che documentano le violazioni dell’esercito contro i palestinesi

L’estrama destra israeliana – il partito Yisrael Beiteinu – guidata dal ministro della Difesa Avigdor Lieberman, secondo quanto riferito da Channel 7, sta spingendo per una nuova legge che punisca coloro che documentano le attività dei soldati israeliani durante le loro operazioni militari.

Il progetto di legge prevede che chiunque si metta a filmare dei soldati durante le operazioni militari venga condannato a un anno di prigione, che potranno aumentare fino a dieci anni se il contenuto è classificato come “dannoso per la sicurezza israeliana”.

Il disegno di legge proibisce anche la pubblicazione di registrazioni video sui social media o la loro diffusione ai media.

Il disegno di legge proposto dal partito arriva dopo che sono state diffuse riprese di filmati che mostrano le forze di occupazione israeliane applaudite mentre i loro compagni hanno sparato pacifici manifestanti palestinesi nella Striscia di Gaza assediata.

“E’ tempo di mettere fine alle attività delle organizzazioni di sinistra che negli ultimi giorni hanno filmato un soldato dell’esercito per aiutare a delegittimare lo stato di Israele”, hanno detto fonti del Yisrael Beiteinu citate dal canale israeliano.

da https://www.middleeastmonitor.com

p.s. Il video di cui si parla è questo:

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