Il governo nigeriano nega di essere stato consultato sull’invio di 470 soldati italiani in Niger, ma il Presidente del Consiglio Gentiloni aveva precisato che questa decisione faceva seguito ad una richiesta del governo nigeriano.
Secondo Roma 120 uomini si sarebbero recati in Niger all’inizio di quest’anno per combattere l’insicurezza e rallentare il flusso migratorio. Che cosa sta accadendo in realtà?
Dopo aver aperto la sua ambasciata a Niamey (la capitale del Niger), l’Italia ne ha aperto una in Guinea e si prepara a farlo in Burkina Fasu, il “paese degli uomini onesti”.
Queste diverse iniziative mostrano la recente volontà dell’Italia di stabilirsi in modo duraturo nel Sahel e Sahara.
All’inizio dell’anno, durante il suo tour africano, il Ministro degli Affari Esteri italiano aveva dichiarato che i paesi del sud del Sahara costituiscono nel 2018 una priorità per l’Italia.
Quale priorità? Secondo alcuni esperti l’Italia sta cercando di posizionarsi in Africa a difesa dei propri interessi come la Francia di Macron. Di fronte al fenomeno dell’immigrazione, l’Italia sta facendo tutto il possibile per ridurre i flussi verso le sue coste.
La notizia dei 470 soldati italiani inviati in Niger proviene dal governo nigeriano attraverso l’Agence France Presse.
“Non siamo stati consultati o informati. Siamo rimasti sorpresi”, ha confidato una fonte governativa del Niger a Radio France Internationale, ma nonostante tutto l’Italia intende raggiungere il suo obiettivo.
Un’altra fonte governativa del Niger afferma che il Paese non accetta di ospitare questa forza “Abbiamo detto agli italiani attraverso il nostro Ministro degli Affari Esteri che non siamo d’accordo”.
Va ricordato che il Ministro degli Affari Esteri italiano, Angelino Alfano, si è recato a Niamey il 3 gennaio, dove ha incontrato il suo omologo prima di inaugurare per la prima volta un’ambasciata italiana nel Paese.
Per l’Italia, l’invio di soldati in Niger servirà a “rafforzare le misure di sicurezza sul territorio, alle frontiere e a sostenere le forze di polizia”.
Ma fonti nigeriane ribadiscono che per quanto riguarda la formazione delle forze di polizia, “abbiamo quello che serve con gli americani, e siamo già coordinati anche con i francesi”
Il 17 gennaio, i deputati italiani hanno anche approvato il rafforzamento della missione italiana in Libia. Roma ha una base militare a Misurata, nel centro del paese, dove sono stanziati 300 uomini. Ha anche una base marittima a Tripoli e forze di sicurezza per sorvegliare la sua missione diplomatica. Anche le guardie del corpo del Presidente del Consiglio libico sono italiane. L’Italia ha anche ottenuto il diritto di utilizzare i cieli e le acque territoriali libiche.
Ha deciso di aumentare il numero dei suoi uomini a Tripoli a 400, una decisione che sta provocando discussioni in Libia come in Niger.
Il governo di Tripoli, che nel 2016 aveva autorizzato la presenza di 300 soldati italiani, ha chiesto spiegazioni all’Italia.
Il governo dell’Est, invece, ha colto l’occasione per accusare l’Italia di sostenere una parte dei libici contro un’altra.
Prima di arrivare in Italia, i migranti attraversano i paesi del Sahel-Sahara, e i deputati italiani hanno approvato il 17 gennaio lo spiegamento di una missione militare in Niger per aiutare le autorità locali a rafforzare il controllo sul territorio attraverso il quale transitano.
Molte fonti confermano l’esistenza di un dialogo e di un coordinamento sulla sicurezza con l’Italia, ma ciò non implica in alcun modo che il Niger voglia ospitare una missione militare italiana.
Ricordate però che il Niger è un importante produttore di uranio e contiene anche nel suo sottosuolo oro, ferro, carbone, calcare, fosfato, gesso, stagno, sale, petrolio, gas. Oltre alle miniere il Niger è un paese ricco di altre risorse naturali, di acqua e prodotti agricoli.
- giornalista (Guinea Conakry)
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