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Il sistematico riarmo del Giappone. Crescono le tensioni nel Pacifico

Alla fine dello scorso anno, il premier giapponese Shinzo Abe ha presentato un piano di riarmo che prevede una spesa militare per 215 miliardi di euro per il quinquennio 2019- 2024.

Tra i programmi principali previsti c’è l’acquisizione di sistemi antimissilistici di superficie Aegis Ashore, l’acquisto di aerei da combattimento F-35A, la previsione che due portaelicotteri della classe Izumo vengano trasformate in portaerei leggere capaci di portare fino a 24 F-35B (aerei a decollo rapido e atterraggio verticale). Per l’anno fiscale 2019 (che in Giappone comincia ad aprile) il budget per la difesa messo sul tavolo da Abe è di 42 miliardi di euro, con un incremento del 2,1 per cento anno su anno. Una cifra record nelle spese militari giapponesi.

Shinzo Abe, è arrivato al governo nel 2012 ed ha sistematicamente agito per allargare gli spazi di operatività della Forze di Autodifesa Giapponesi (Jieitai) nipponiche, sia allargando le maglie interpretative della Costituzione giapponese sia aumentando anno dopo anno le spese militari. La Costituzione giapponese, all’Articolo 9, escludeva per Tokyo la possibilità di avere forze armate. Ma l’obiettivo dell’ azione di Abe è stato proprio la riforma di quello stesso articolo della Costituzione – scritta di fatto dall’occupante americano dopo la sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale – inserendo  uno specifico riconoscimento dell’esistenza del Jieitai cioè delle forze armate giapponesi.

Shinzo Abe ha dichiarato recentemente che: “non è esagerato affermare che il nostro Paese è coinvolto nel peggiore contesto di sicurezza del Dopoguerra”. E’ noto inoltre che il presidente Usa, Donald Trump, si era lamentato del fatto che i giapponesi non avessero intercettato i missili testati dalla Corea del Nord nonostante la fornitura da parte degli Usa di batterie da difesa Patriot.

Il ministero della Difesa ha chiesto quindi un incremento delle spese militari, già aumentate l’anno scorso, del 2,1 per cento rispetto al 2017: Si tratta del settimo aumento consecutivo in un breve lasso di tempo con la richiesta di ulteriori di circa 5,3 miliardi di yen (40 miliardi di euro) per l’anno fiscale 2019-2020. Le linee guida del Programma di Difesa Nazionale e il Piano di difesa a medio termine, vedranno il Giappone spendere circa 243 miliardi di dollari per la difesa nei prossimi cinque anni fiscali, fino al 2024.
Non sorprende che il documento sia principalmente interessato alla Cina ritenuta apertamente un rivale regionale, lamentando la “forte preoccupazione del Giappone per una incerta sicurezza regionale causata dall’espansione militare della Cina”.

La spesa militare più rilevante prevista nel breve periodo, è quella per l’acquisto di due sistemi antimissilistici di superficie Aegis Ashore per un totale 1,8 miliardi di euro. Aegis è un sistema di difesa missilistica sviluppato dall’Agenzia di difesa missilistica Usa con componenti tegnologici di fornitori come Lockheed Martin e Raytheon.

Un’altra grande commessa è quella per sei aerei da guerra F-35A per 725 milioni di euro, costruiti dalla statunitense Lockheed Martin.

Per quanto riguarda le Forze di autodifesa marittime, oltre al programma di trasformazione delle portaelicotteri in portaerei leggere, c’è in programma la costruzione ex novo di due cacciatorpediniere di nuova classe per 78,7 milioni di euro e di un nuovo sottomarino per 56,2 milioni di euro.

La spesa militare giapponese è ormai in costante crescita da anni, anche se inferiore a quella dei principali partner e competitori nella regione del Pacifico. Gli Stati Uniti hanno un budget militare di 686 miliardi di dollari per quest’anno, la Cina nel 2018 ha speso 175 miliardi di dollari.

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