Da Saint Nazaire. Nella giornata di sabato la seconda “assemblea delle assemblee” dei Gilets Jaunes svoltesi a Saint Nazaire è entrata nel vivo, definendo anche una propria agenda politica di mobilitazione che “attraversa” le elezioni europee ed arriva fino all‘opposizione al G7, che si svolgerà dal 24 al 26 agosto a Biarritz.
E proprio i GJ della regione basca dello Stato francese si sono proposti come organizzatori della terza Assemblea delle assemblee dei GJ, in previsione di questo importante appuntamento.
Molte sono le mobilitazioni in corso con cu i GJ vogliono apertamente convergere, intercettando gli attori sociali che le stanno animando in maniera più organica di come fatto fino ad ora: da quelle contro la riforma del sistema scolastico, volute dal ministro Blanquer, alle lotte legate ai cambiamenti climatici che anche in Francia hanno coinvolto una notevole porzione di giovanissimi, fino ai sindacati che vivono, come i GJ, una feroce repressione ed un clima di aperta ostilità da parte dell’Esecutivo.
Due appuntamenti importanti saranno la manifestazione per “il diritto di manifestare” – che si svolgerà a Parigi ed in altre città d’oltralpe il 13 aprile, promossa da una cinquantina di realtà – contro la torsione autoritaria e la prassi liberticida del governo.
Un altro momento ritenuto di capitale importanza è il 1 maggio, in cui i GJ vogliono essere insieme alle “giacche rosse” del sindacato in testa ai cortei, ridando un significato di lotta alla giornata.
È stata proposta anche, all’interno delle molteplici attività con cui “attraversare” la campagna elettorale europea, una mobilitazione a Bruxelles ed un appello a tutti i popoli d’Europa per parteciparvi, prima della scadenza elettorale di fine maggio.
Una iniziativa che ha contenuti chiari, quali la denuncia del carattere anti-democratico della UE e l’azione della Commissione Europea dominata dalle lobby, chiarendo che – come ha detto una delle relatrici del tavolo di lavoro alla plenaria – “siamo contro l’Unione Europea, ma per i popoli”.
Il saluto nei confronti delle mobilitazioni del popolo algerino fatto questa mattina in conferenza stampa, con tanto di “acclamazione”, è stato un segno tangibile dello spirito fortemente internazionalista che guida i delegati dei GJ.
È stata ribadita la propria contrarietà alla formazione di liste elettorali GJ, ed alla “consegna” di voto per chicchessia, ribadendo la centralità dell’azione di “educazione di massa” sulla natura della UE all’interno di questa campagna, che comunque lascia libertà d’azione alle varie realtà locali.
Oltre a queste iniziative, il tavolo “strategia” ha proposto una ipotesi di mobilitazione – di cui si è occupato un preciso gruppo di lavoro sulle azioni (che ha relazionato “a porte chiuse”) – con lo scopo della “rimobilitazione e la convergenza”, come è stato detto per riuscire a produrre un rapporto di forza favorevole, in grado di interloquire con coloro che ancora non si sono attivati, intercettando il blocco sociale con tre settimane di iniziative che dovrebbero convogliare in una settimana di azione comune dopo il 1 maggio, in cui contemporaneamente in tutto l’Esagono la marea gialla “colpirebbe” gli stessi obbiettivi.
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Per i GJ riuniti a Saint Nazaire si è trattato di un esercizio di non facile pratica di “democrazia diretta”, visto che a questa discussione hanno partecipato circa 400 delegati in rappresentanza di 250 realtà di GJ, più un numero elevato di osservatori.
Grazie ad una organizzazione impeccabile, e all’aiuto di circa 100 volontari giunti nella città della Loira Atlantico – alcuni dei quali hanno svolto il fondamentale ruolo di “facilitatori” all’intero dei tavoli di discussione, mentre altri si sono occupati del “vitto” -, ed una dose elevata di autodisciplina, le discussioni si sono svolte in maniera virtuosa e sono stati rispettati i tempi previsti per le varie attività.
È stato raggiunto un buon punto di equilibrio tra il lavoro nei singoli tavoli di discussione, diviso in tre fasi: brainstorming, lavoro su ciò che è emerso e elaborazione di proposte concrete – gruppi di discussione ampliati rispetto ai sei previsti – e la discussione in plenaria in cui veniva sinteticamente riportato il frutto del lavoro dei tavoli talvolta divisi in sotto-gruppi per le tematiche specifiche incontrate o semplicemente per il numero dei partecipanti (verbalizzato da un facilitatore). I singoli tavoli avevano la facoltà di poter far votare oggi alla plenaria delle proposte in via consultiva, per comprendere in linea di massima il gradimento di una proposta o meno.
Questo “sondaggio” è stato appannaggio dei soli delegati “armati” di tre cartellini: uno giallo per esprimere il proprio consenso, uno verde per il proprio dissenso e il bianco per significare l’astensione.
Così oggi, dopo la conferenza stampa mattutina e la relazione dei tavoli di lavoro di ieri, si sono tenuti nel pomeriggio altri tavoli di lavoro ed un’altra plenaria, e successivamente il proseguimento dei tavoli di lavoro.
In serata i GJ si incontreranno per provenienza geografica, cercando di coordinarsi a livello regionale: Ile-de-France (cioè la regione parigina), Grand Sud-Ouest, Bretagna, Est, Occitania, ecc.
Domani mattina si svolgerà una plenaria, con veloci relazioni dai tavoli di lavoro, che avrà come nodo principale il funzionamento e lo “statuto” della Assemblea delle Assemblee, e si procederà alla dichiarazione finale, di cui oggi è stato letto il paragrafo elaborato dal gruppo di lavoro sull’ecologia che ha spinto affinché la tematica avesse una propria centralità, accogliendo l’unanimità e l’acclamazione di tutta l’assemblea.
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A parte il gruppo degli informatici, che si è riunito per dare strumenti il più possibile efficaci e sicuri al movimento, i gruppi di lavoro che si sono incontrati hanno avuto il loro focus su: repressione, elezioni europee, strategia, rivendicazioni, assemblee e “municipalismo”, comunicazione, azione, aperture di “maison du peuple”, convergenze ecologiche.
Impossibile dare un quadro esaustivo di ciò che è emerso, ma rispetto a ciò che si trova all’inizio di questo contributo alcune questioni appaiono abbastanza rilevanti: come intervenire a livello locale anche nelle decisioni delle amministrazioni, come affrontare una repressione sempre più feroce e come dotarsi di nuovi spazi fisici visto lo sgombero delle rotatorie, costituendo – sull’esempio di Saint Nazaire – Maison du Peuple, come dotarsi di strumenti comunicativi efficaci e “centralizzati” verso l’esterno considerando che come è stato detto: “ogni GJ deve diventare giornalista di sé stesso…”
Particolarmente interessante il lavoro del gruppo sulla repressione – che ha dovuto dividersi in tre sottogruppi – che ha fatto un quadro dell’inasprimento della repressione e del mutato paradigma con cui l’attuale esecutivo tratta la marea gialla, “da avversario a nemico”, come è stato detto.
Ha cercato di fare tesoro delle esperienze capitalizzate nella lotta anti-repressiva da differenti realtà presenti, socializzandole e mettendole a sistema, e proponendo alcuni strumenti per migliorare le capacità dei GJ: dall’assistenza legale, alla sicurezza informatica, dal sostegno agli arrestati e alle famiglie (anche a livello psicologico), al monitoraggio costante, oltre alla convergenza con altri settori di lotta (come i sindacati) presi di mira dal governo.
Alcuni aspetti relativamente inediti sono emersi nella discussione: una maggiore tossicità dei gas “lacrimogeni”, che ha portato al ricovero in ospedale per più settimane di alcuni manifestanti, l’uso del reato associativo del codice penale francese: “L’association de malfaiteurs” utilizzato contro i GJ, e le minacce delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti fin dentro le camere d’ospedale quando vengono ricoverati.
La proposta dell’amnistia per le lotte dei GJ è più volta risuonata come coro nel corso della plenaria.
La marea gialla sta lanciando una sfida politica a tutto il continente, sarebbe di una mostruosa cecità politica non accorgersene.
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