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Washington. Scontri davanti alla Casa Bianca. I comunisti contestano Trump

In occasione del 4 luglio, l’Indipendence Day statunitense, ci sono stati violenti scontri, con feriti e arresti, davanti alla Casa Bianca. Da una parte i sostenitori di Trump insieme a militanti dell’estrema destra , dall’altra manifestanti delle organizzazioni della sinistra. C’è stato l’intervento della polizia e dei servizi di sicurezza e sono scattati degli arresti.

I manifestanti di sinistra hanno bruciato una bandiera americana fuori dalla Casa Bianca scontrandosi con i sostenitori di Trump, tra cui il noto gruppo dei Proud Boys di estrema destra. Gli scontri sono avvenuti non molto tempo prima che Trump salisse sul palco per il suo “Saluto in America”.
Le proteste, che a volte si sono trasformate in scontri violenti, si sono svolte a pochi isolati dalla folla che si era radunata per assistere al discorso del 4 luglio di Trump e ai fuochi d’artificio sul National Mall.

Guidati dall’attivista Gregory Lee Johnson, i militanti del Partito Comunista Rivoluzionario e del Partito Comunista Usa, hanno dato fuoco a una bandiera americana cantando “l’America non è mai stata grande” e “Brucia, piccola, brucia”, riferendosi alla bandiera.

Usa Today ricorda che Johnson nel 1984 era stato il protagonista di una causa legale alla Corte Suprema nella quale rivendicava il diritto di bruciare la bandiera statunitense sulla base del Primo emendamento. Alcuni membri del Partito Comunista Rivoluzionario, hanno formato un cordone di circa una dozzina di persone intorno a Johnson mentre accendeva la bandiera, cantando “L’America non è mai stata grande”.

In un comunicato stampa prima dell’evento, Johnson ha detto che la protesta “parlerà con le persone del mondo per far loro sapere che ci sono persone all’interno dei confini di questo paese che stanno con la gente del mondo.”

La Cnn riferisce che i militanti del Pcr e del Pc Usa a quel punto si sono scontrati con un gruppo di manifestanti pro-Trump. Diversi manifestanti, tra cui Johnson, sono stati portati via in manette dagli uomini dei servizi di sicurezza della Casa Bianca. Un comunicato stampa del Partito Comunista Rivoluzionario, USA, ha confermato che Johnson è tra gli arrestati.


Tra i manifestanti filo Trump c’erano anche i membri dei Proud Boys, un gruppo di estrema destra legato al suprematismo bianco. Il Southern Poverty Law Center lo ha indicato come l’organizzazione un gruppo d’odio.
I servizi di sicurezza hanno diffuso una dichiarazione dicendo che c’erano stati due arresti, anche se non ne specificavano i nomi. Uno degli arrestati è stato trasportato in un ospedale per curarsi le ferite così come due agenti dei servizi di sicurezza.

Nel suo discorso per l’Indipendence Day, Trump ha rispolverato tutti i luoghi comuni dell’american way of life. “Presto pianteremo la nostra bandiera su Marte”, ha detto Trump durante il suo discorso al Lincoln Memorial di Washington per celebrare l’Independence Day. Il presidente Usa ha descritto l’America come “il Paese più eccezionale della storia”. E non solo per aver conquistato la luna ma per aver abolito la schiavitù, per aver conquistato i diritti e dato alle donne il diritto di voto, per la musica, il jazz, il rock and roll, il Superball, i grattacieli, i ponti sospesi, l’industria dell’auto”. Un’epoca ormai finita.

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1 Commento


  • Marco

    Anche prima dell’ 11 settembre 2001, il crollo delle torri gemelle e conseguenti guerre di Afghanistan ed Iraq, la sinistra statunitense aveva dato cenni di vitalità. Nel giro di poco tempo ci fu la contestazione del WTO a Seattle, un candidato verde alla Casa Bianca che tolse qualche voto ai democratici, e si scrisse anche che il Partito comunista USA aveva incrementato notevolmente gli iscritti. La visibilità della sinistra USA, anche minima, segna sempre dunque un momento difficile per il sistema statunitense, che non ci dispiace, ma ci preoccupa perché le reazioni statunitensi sono di solito distruttive.

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