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Libia. Incertezze sul cessate il fuoco. Ministro libico in Italia ma incontra “gli amerikani”

Il generale Haftar ha fatto sapere, per ora, che non gli interessa la proposta di cessate il fuoco in Libia avanzata da Russia e Turchia e poi dalla Commissione europea. “Ringraziamo la Russia per il suo sostegno ma non possiamo smettere di combattere il terrorismo”. Del resto Haftar sta vincendo sul campo, sia nei sobborghi della capitale Tripoli, sia avvicinandosi a Misurata. Un cessate al fuoco adesso congelerebbe i vantaggi militari acquisiti.

Al contrario il governo di accordo nazionale libico (Gna), ossia il governo di Tripoli in evidente affanno “accoglie con favore qualsiasi appello alla ripresa del processo politico e ad allontanare lo spettro della guerra, in conformità con l’Accordo politico libico e il sostegno alla Conferenza di Berlino patrocinata dalle Nazioni Unite”.

La nota del governo di Serraj è stata resa nota dopo l’incontro avvenuto ad Istanbul tra il presidente russo Putin e quello turco Erdogan nel quale i due hanno proposto tra le altre cose “un cessate il fuoco in Libia a partire dalla mezzanotte di domenica prossima”.


Per l’Italia invece ci sono ancora rogne. Dopo il brusco inciampo diplomatico con Serraj, che ha fatto saltare l’incontro a Roma con Conte a causa del contestuale incontro con Haftar, in Italia si registra solo una telefonata tra il ministro degli Esteri Di Maio e quello tedesco Heiko Maas (magari affinchè quest’ultimo faccia sentire il suo peso sulla Francia che continua a giocare in proprio,ndr) . “Restiamo compatti, l’Ue deve restare compatta sulla Libia e serve quanto prima una data sulla conferenza di Berlino”, ha detto il titolare della Farnesina.

Ma si profila però un altro segnale della caduta di qualità delle relazioni tra l’Italia e il governo di Tripoli, il quale probabilmente ha annusato un cambiamento di sponda da parte italiana.

Il ministro dell’Interno del governo libico, Fathi Bashagha, ieri è stato a Roma e poi ci dovrebbe ritornare lunedì in visita ufficiale. Come mai questo andirivieni? Il fatto è che il ministro libico venerdi (ieri per chi legge) era effettivamente a Roma, ma solo per un incontro “con una delegazione Usa”. Poi ritornerà in Italia lunedi 13 per un incontro ufficiale con il governo italiano. A parziale compensazione di queste ambiguità, Di Maio nel vertice del 9 gennaio a Il Cairo con Egitto, Francia, Cipro, Grecia, non ha firmato una risoluzione sulla Libia piuttosto bendisposta verso Haftar.

Il ministro degli Esteri Di Maio mercoledì prossimo alle 16 dovrà riferire alla Camera con una informativa urgente sugli sviluppi della situazione in Iran, Iraq e in Libia. Francamente non vorremmo essere nei suoi panni.

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