A Berlino si è aperta la conferenza internazionale sulla guerra civile in Libia. Ma alla vigilia della conferenza, il generale Haftar ha fatto bloccare l’export di petrolio libico.
Secondo una fonte della Libyan National Oil Corporation (Noc), il Noc fermerà tutte le esportazioni di greggio dai porti e terminal della Libia centrale e orientale. L’emittente Libia Alahrar, riferisce che la produzione di petrolio della Libia diminuirà di almeno 700.000 barili al giorno, il che equivale a oltre 47 milioni di dollari al giorno. L’Unsmil, la missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia, si è detta “profondamente preoccupata” per l’interruzione della produzione di petrolio in Libia e ha sottolineato come esso possa infliggere un “colpo durissimo alla situazione economico finanziaria già deteriorata del paese”.
Con questa pistola posata sul tavolo, la Conferenza di Berlino dovrà discutere intorno ad un documento basato su sei punti: il cessate il fuoco in Libia, l’embargo sulle armi, la ripresa del processo politico per arrivare a un governo unificato, riforme nel campo della sicurezza, riforme economiche, rispetto dei diritti umani. Ma in giornata se ne è aggiunto un settimo, provocato proprio dalla forzatura unilaterale esercitata da Haftar, ossia il divieto di attaccare, danneggiare o bloccare le strutture petrolifere.
Un testo, è circolato sui media internazionali, ma fino all’ultimo potrebbe ancora subire limature e cambiamenti e su cui restano al lavoro gli inviati dei paesi partecipanti al summit e che hanno visto l’elenco allungarsi per non scontentare o tenere fuori nessuno: Algeria, Cina, Egitto, Francia, Germania, Italia, Russia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Onu, Unione africana, Unione europea Lega araba e Usa.
Alla conferenza di Berlino sulla Libia l’Italia chiederà che “l’Ue parli con una sola voce, di fermare la vendita di armi, di far rispettare le sanzioni previste dall’embargo delle Nazioni Unite”, ha annunciato su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che si trova nella capitale tedesca con il premier Conte. Un insospettabile riconoscimento alla posizione dell’Italia è venuto dal ministro degli Esteri russo Lavrov, che in una conferenza stampa secondo il quale in Libia “L’errore principale non è stato commesso dall’Italia – dice Lavrov – ma dai nostri colleghi dell’alleanza Atlantica, che hanno avuto un ruolo decisivo nel decidere di bombardare la Libia nel 2011 e sovvertire il regime. Il ruolo principale non lo ha avuto l’Italia, per quello che so; non dirò chi l’ha avuto, ma tutti lo sanno”.
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