Che non ci fosse bisogno dell’acume o delle capacità di analisi politica e storica dei bolscevichi, era forse chiaro anche ai meno maturi, per vedere dove si sarebbe andati – e si sta andando – a parare. E la risoluzione settembrina del parlamento europeo non era che uno dei tasselli, per quanto teso a dare veste “istituzionale” a ciò che da tempo hanno in mente i liberali e per la cui attuazione, nei giorni feriali, mandano avanti i fascisti dichiarati, frattanto che loro vestono i panni della domenica e “legalizzano” il lavoro sporco di quelli.
Nazismo e comunismo pari sono; olocausto e foibe; fascisti e comunisti fuori legge – i primi con formula scritta con inchiostro simpatico, i secondi, per ora, per vie di fatto, mentre si prepara il testo da vergare con inchiostro indelebile. Hitler e Stalin uguali, ma il secondo molto peggiore del primo. Katyn crimine sovietico, commesso da Stalin dopo aver attaccato alle spalle, d’accordo con Hitler, la povera Polonia. Carestia in Ucraina: un mostruoso misfatto premeditato di Mosca…
Volete che vi riveliamo chi furono in realtà i carnefici dell’olocausto, mentre le angeliche SS sottraevano alle sanguinarie belve bolsceviche, milioni di soldati sovietici, rom, ebrei e polacchi, mettendoli in salvo dietro sicuri reticolati? Dateci ancora un po’ di tempo e vi riveleremo anche questa, di “verità”. Che volete dunque di più, per decidervi a far fuori tutti i comunisti? E facciamola, una buona volta, questa legge che li metta al bando!
Non c’era bisogno dell’acume o delle capacità di previsione dei bolscevichi, per sapere che, via via che ci si avvicina al 75° anniversario della vittoria sovietica sul nazismo, sarebbe stato tutto un crescendo di materia maleodorante.
Un esempio cinematografico? La pellicola “Mr Jones”, produzione britannico-polacca-ucraina (!): un trio infernale. Se c’è da gettar letame sull’URSS, non c’è massacro anti-polacco della Volinia che tenga; non c’è “polonizatsija” dei “kresy wschodnie” di Podljašja, Polesja o Galizia che faccia testo; e sia gloria all’impero britannico, che nel 1940 approntava 100.000 uomini per attaccare l’URSS insieme ai finlandesi.
Noi non abbiamo visto il film, ma solo il trailer; ci affidiamo dunque al commento dei comunisti britannici, su quest’opera “artistica” premiata – e come poteva non essere premiata, in questa valle di “verità rivelate”? – per l’apporto alla conoscenza del “golodomor”, uno dei più efferati “crimini stalinisti” in terra ucraina.
Osserviamo solo che le “fonti indipendenti” da cui il film avrebbe preso spunto, quali le pensate dell’americano-polacca Anne Appelbaum, per un conto, e la parte storica su “Thomas Walker” citata nella recensione dei comunisti inglesi, per un altro verso, sono note da tempo, per chi vuol veramente conoscere la storia. E, di certo, “Mr Jones”, come non è la prima pellicola “storica” del genere (“Rosso Istria”, per esempio?) così non sarà purtroppo nemmeno l’ultima.
Buona lettura
Mr Jones: la propaganda anti-sovietica ottiene il pollice alto dal presidente ucraino
Le stesse vecchie stantie menzogne, riciclate sotto il nome di “nuove prove” per ricordare ai lavoratori che non devono pensare a impadronirsi del potere statale
Un nuovo film, “Mr Jones”, sta ricevendo recensioni entusiastiche dai corporate media, elogiato per aver resuscitato un eroe gallese dimenticato, che ha contribuito a mostrare presunti crimini stalinisti in Ucraina. Nulla, tuttavia, si dice del fatto che il suo viaggio nell’Ucraina sovietica fosse iniziato e terminato nella Germania nazista, dove fu ospite di Adolf Hitler.
Presentato come un semplice “giornalista gallese”, Gareth Jones non era in realtà per nulla simile al corrispondente medio del South Wales Echo. Jones era un laureato ben educato di Cambridge, presumibilmente con legami familiari in Ucraina, ex segretario poliglotta dell’ex premier britannico David Lloyd George. Strano, quindi, che debba essere ricordato come semplice giornalista.
Gareth Jones viaggiò nell’Ucraina sovietica e riportò poi una storia di terribili sofferenze causate da Iosif Stalin. Jones non rimase in URSS per molto tempo e ancor meno in Ucraina. Fu preso dalle autorità sovietiche e espulso, e viaggiò in seguito in Asia, dove fu trovato morto, presumibilmente ucciso da banditi cinesi.
Il film, della regista anticomunista polacca Agnieszka Holland, tenta di “ridar vita” alle affermazioni secondo cui Jones viaggiò per l’Ucraina e assisté in prima persona a una carestia provocata artificialmente. Potrebbe davvero aver visto la fame, ma chi gli mise in testa l’idea (o in quella della regista) che fosse stata provocata dall’uomo e che si trattasse di un genocidio, come afferma la nostra antisovietica regista (seguita ovviamente dal Guardian)?
Al Internationale FilmFestspiele di Berlino, l’agenzia di stampa Ruptly ha registrato le dichiarazioni di Agnieszka Holland: “Perché Stalin è un eroe per i russi contemporanei? Non lo chieda a me. Sembra una schiavitù della mente e dell’anima. Stalin è stato uno dei più grandi assassini nella storia dell’umanità … ed è responsabile di migliaia di milioni di vite”. (È d’obbligo un’osservazione: le “migliaia di milioni” potrebbero ispirare Salvini, Meloni e Gasparri per i prossimi numeri sulle foibe. Ende)
Si potrebbe pensare che, essendo responsabile di migliaia di milioni di morti, la Holland avrebbe potuto rappresentare almeno un evento concreto della vita reale nel suo film su “l’eroe dimenticato” Jones e sull’assassino di massa Stalin.
Invece, in questo eccessivo e ridicolo pezzo di propaganda anti-Stalin, la regista presenta Jones che mangia carne umana – un pezzo di fantasia così irritante che ha costretto un discendente di Jones a scrivere al Sunday Times per negare che il suo prozio avesse mai preso parte al cannibalismo e ha ammesso che, per quanto risulta dalle registrazioni, non ha mai visto nessun corpo in Ucraina! (Mr Jones: The true story, as not seen on screen, Philip Colley, The Times, 26 January 2020).
Colley Jr. ha dichiarato: “Nel film, lo hanno piazzato su un albero a mangiare la corteccia, mangiare carne umana, ad aggirarsi tra cadaveri. Egli non fu testimone di nessun cadavere o di cannibalismo, e tanto meno vi prese parte”. (Daily journalist’s family hit out at Hollywood over film about his life, David Sharman, Hold the Front Page, 29 January 2020).
Ma questo fatto non ha impedito alla BBC Wales di parlare dell’uomo che ha raccontato la “carestia provocata artificialmente nell’Ucraina degli anni ’30”, o al Financial Times dal notare: “Mentre Graham Greene fornisce uno spunto alla trama, George Orwell arriva sugli schermi, ispirato dai resoconti di Jones per iniziare a lavorare al “Animal Farm”.
I lettori potrebbero essere interessati a sapere che la famiglia nega anche che Jones abbia mai incontrato Orwell!
Cosa sappiamo di Jones e di chi ha incontrato? Una o due persone che Jones aveva sicuramente incontrato furono Hitler e Goebbels. Appena pochi giorni prima del suo ingresso in Unione Sovietica, Gareth Jones prese un volo su un aereo privato con Adolf Hitler e cenò in un hotel con il dottor Josef Goebbels. I suoi taccuini, le cui pagine sono online, registrano tali eventi e sono conservati alla Biblioteca Nazionale del Galles.
In quegli appunti, Jones aveva registrato le sue piacevoli riflessioni su Goebbels, che ricorda gioviale e sorridente “per tutto il tempo”, con un tremendo senso dell’umorismo. Il sito web dedicato al suo lavoro, garethjones.org, scrive che Gareth rimase a Mosca appena dieci giorni dopo l’incontro con Hitler, il quale nel frattempo aveva incendiato il Reichstag.
I gioviali incendiari Hitler e Goebbels portarono Mr Jones a raduni del partito nazista e, dopo la sua espulsione dall’URSS, Jones tornò a Berlino il 29 marzo 1933, per raccontare al popolo tedesco tutti gli orrori di cui era stato testimone in URSS.
Agnieszka Holland, che a suo tempo aveva preso parte alla “primavera di Praga”, è stata premiata dal governo ucraino per questo lavoro di finzione. Quando ha ricevuto il premio dai neofascisti, nella terra in cui, appena pochi anni fa, decine di persone furono bruciate vive alla Casa dei sindacati di Odessa, non ha trovato alcuna ironia nel dichiarare:
“Di solito non indosso gioielli, ma oggi porto un orecchino che simboleggia i milioni di vittime della grande carestia orchestrata da Stalin in Ucraina… Dimostra che l’ingegneria sociale e il potere megalomane possono portare alla distruzione della natura e alla sofferenza e infine alla morte di milioni. Tutto questo, mentre Stalin riusciva a convincere il mondo di essere impegnato a dirigere un’isola di libertà e giustizia“.
“È questa un’allusione ai leader populisti che credono che il potere dia loro il diritto di progettare i destini umani, la società, la natura o distruggere la natura”, ha detto. “Purtroppo al momento abbiamo molti leader populisti“. (Holland picks up best-movie award for film about the Ukraine’s great famine, Matt Day, The First News, 23 September 2019).
Il presidente ucraino Vladimir Zelenskij ha quindi conferito alla Holland e alla Appelbaum l’Ordine della principessa Olga di III classe. Se lo sono ben meritato!
Nell’autunno del 1934, un americano, usando il nome di “Thomas Walker”, entrò in Unione Sovietica. Dopo meno di una settimana a Mosca, trascorse i restanti 13 giorni in transito verso il confine con la Manciuria, dopo di che lasciò l’URSS e non ci tornò mai più.
Quattro mesi dopo, in USA cominciarono ad apparire su giornali di Hearst una serie di articoli, in cui “Walker” veniva presentato come “noto giornalista, viaggiatore e studioso di cose russe, che ha trascorso diversi anni viaggiando per la Russia sovietica”. Gli articoli descrivevano una carestia che in Ucraina aveva causato sei milioni di vittime ed era illustrata con fotografie di cadaveri e bambini affamati. Si diceva che Walker avesse fotografato di nascosto, in “circostanze molto difficili e pericolose”.
Louis Fischer, scrittore americano che allora viveva a Mosca, ebbe dei sospetti. Perché la stampa Hearst se ne era rimasta in silenzio per dieci mesi su tali storie sensazionali, prima della pubblicazione? Fischer concluse che la breve visita di “Walker” in Unione Sovietica non avrebbe potuto permettergli nemmeno di visitare le aree che sosteneva di descrivere e di aver fotografato.
Fischer sottolineò anche che le prove fotografiche di “Walker” erano molto strane: non solo le immagini si rifacevano a un decennio precedente (Fischer si riferiva probabilmente alla carestia del Volga del 1921), ma contenevano un misto di scene sia estive che invernali. Fischer notò anche che il raccolto del 1933 in Ucraina era stato buono.
Alcune delle immagini furono successivamente identificate come scattate nell’impero austro-ungarico e durante la prima guerra mondiale, e si sapeva che i giornali di Hearst stavano riesumando vecchie foto, ritoccandole per usarle come propaganda antisovietica. A volte le foto apparivano etichettate come scattate in Russia; altre volte la stessa foto veniva trasferita in Ucraina, per motivi ovviamente politici. Non solo le fotografie e il viaggio in Ucraina erano una frode, ma lo stesso “Thomas Walker” era una frode, risultando essere un ex-detenuto di nome Robert Green, fuggito di prigione dove era detenuto per falsificazione.
Al successivo processo, dopo esser stato catturato di nuovo, ammise che la serie di immagini utilizzate negli articoli dei giornali di Hearst, erano dei falsi e non erano state scattate in Ucraina, come affermato. Nonostante ciò, le stesse foto sono tuttora utilizzate su poster e siti web, o in Harvest of Despair.
Lungi dunque dal parlare dei crimini di Stalin e dell’URSS, il film “Mr Jones” mostra la totale bancarotta del moderno cinema occidentale e dei propagandisti sconsiderati, prevenuti, violentemente anticomunisti del Guardian e simili.
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andrea
Minchionate ideologiche come “Mr Jones” trovano tuttavia degli adeguati “contropiani” cinematografici capaci di far riflettere le persone sulle enormi disuguaglianze sociali presenti nelle società neoliberiste. Vedi il film del regista sudcoreano Bong Joon Ho “Parasite”, in cui al centro della narrazione troviamo per l’appunto due mondi distanti anni luce per livello di ricchezza e di benessere, posti non a caso nel contesto geo – metropolitano su due luoghi antitetici l’uno all’altro (in alto i pochi ricchi, in basso, nel sottoscala della città, la massa di poveri maleodoranti derelitti che costituiscono un po’ la cornice sociale del quadro). Questo film mi rimanda ad un’altra opera cinematografica piuttosto recente, “La forma dell’acqua” di Guillermo Del Toro. Forse è anche da questi barlumi di coscienza di classe che bisogna ricominciare a costruire un futuro altro.
giorgino
” e sia gloria all’impero britannico, che nel 1940 approntava 100.000 uomini per attaccare l’URSS insieme ai finlandesi”
1940 è un refuso per dire i primi anni 20, oppure è una verità nascosta e censurata , nel qual caso dovete dirci di più e pubblicizzare la cosa
Redazione Contropiano
La risposta di Fabrizio Poggi:
Il primo accenno alla cosa è riscontrabile nell’opuscolo pubblicato dal Informbjuro del Governo sovietico nel 1948, “Falsificatori della storia”, con rimandi alle dichiarazioni di Chamberlain ai Comuni nel 1940, secondo cui, nei tre mesi trascorsi dall’inizio della guerra sovietico-finlandese, la Gran Bretagna aveva fornito alla Finlandia aerei, cannoni, bombe aeree e mine anticarro. Così pure la Francia di Daladier.
Nel memorandum inglese alla Svezia del marzo 1940 si diceva che “l’unico mezzo con cui si può fornire assistenza effettiva alla Finlandia, è quello dell’invio di forze alleate, in risposta a una richiesta finlandese”. Il 19 marzo Chamberlain dichiara ai Comuni che “i preparativi per l’invio di unità di spedizione venivano effettuati con la massima velocità” e aggiunse che gli effettivi raggiungevano i 100.000 uomini, oltre a 50.000 francesi.
Nel “Libro bianco” del ministero degli esteri svedese è detto che “l’invio di questo contingente di truppe rientrava nel piano generale di attacco contro l’Unione Sovietica” e che, questo piano, “a partire dal 15 marzo, sarebbe stato messo in atto contro Baku e, ancora prima, attraverso la Finlandia”.
Henri de Kérillis riportava le parole di Paul Reynaud che, da parte francese, il corpo di spedizione motorizzato, passato in Finlandia attraverso la Norvegia, avrebbe rapidamente disperso le disorganizzate orde russe”.
In un articolo del 2009 su “Stoletie”, si ripetevano più o meno le stesse cose e non risulta (perlomeno a noi non risulta) che ci siano state smentite. “Nell’aprile 1940, solo il caso aveva impedito all’Inghilterra di occupare i Paesi scandinavi prima dei tedeschi. Fissata per il 5 aprile la posa delle mine nelle acque costiere norvegesi e lo sbarco di truppe inglesi sulla terraferma erano stati rinviati al 8 aprile a causa di problemi tecnici e di trasporto. E i tedeschi riuscirono a anticipare gli inglesi, sbarcando in Norvegia il 9 aprile. Ma …lo sbarco delle truppe britanniche in Norvegia fosse inizialmente programmato per azioni congiunte con la Finlandia contro l’URSS! Dopo la firma del trattato di pace sovietico-finlandese il 12 marzo 1940, Londra decise non di annullare l’operazione, ma solo di reindirizzare quelle truppe all’occupazione preventiva della Norvegia.
Sia durante la guerra sovietico-finlandese, che dopo la sua conclusione, i militari britannici e francesi, avevano messo a punto piani per la guerra contro l’Unione Sovietica. Nell’aprile 1940, i capi di Stato maggiore alleati avevano deciso di bombardare le regioni petrolifere di Baku, Grozny e Majkop. Le incursioni erano programmate per fine di giugno – inizio luglio 1940. Erano stati programmati come un’azione pirata, senza dichiarazione di guerra. Solo l’offensiva tedesca sul fronte occidentale impedì l’attuazione dei piani”.