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La “resurrezione” di Kim Jong Un

Kim Jong Un riappare e lo fa dopo circa tre settimane di assenza da eventi pubblici che avevano alimentato dubbi nella stampa estera sul suo stato di salute. L’occasione è per inaugurare una fabbrica di fertilizzanti fosfatici a Sunchon, città ubicata a 50 chilometri a nord di Pyongyang.

Tra gli alti funzionari presenti, Pak Pong Ju vicepresidente della Commissione per gli affari di stato della RPDC, la sorella Kim Yo-jong (vicedirettrice del comitato centrale del WPK) e il premier Kim Jae-ryong.

A riportare per prima oggi la notizia, la KCNA (Korean Central News Agency), che ha anche pubblicato una serie di foto della cerimonia pubblica tra cui quella del presidente nordcoreano intento nel simbolico inaugurale taglio del nastro.

Smentita dunque l’ennesima fake news diffusa ieri, riportante la notizia della morte di Kim che aveva occupato le pagine di tutti i giornali e che tra le fonti citate menzionava le dichiarazioni di un presunto dissidente nordcoreano residente all’estero.

Si accresce così la fitta serie di bufale snocciolate sulla Corea del Nord, sintomatica dello stato in cui versa l’informazione mainstream: come dimenticarsi della falsa notizia secondo la quale Jang Song Taek era stato fatto sbranare da centoventi cani, letteralmente scopiazzata da un blog satirico cinese, della bufala sulla fucilazione di Ri Yong Gil, comandante in capo delle Forze Armate nordcoreane, passando per la leggendaria storia della nazionale di calcio nordcoreana incarcerata dopo la partecipazione ai campionati del mondo del 1966 in Inghilterra.

E la lista sarebbe ancora lunga: la fake della legge sull’obbligo del taglio di capelli sullo stile di Kim Jong Un, fino alle notizie alterate sui monumenti dedicati ai tre leader “visibili dalla luna”.

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