In poche settimane, se n’è andato anche il terzo componente del Grup Yorum in sciopero della fame. Avevamo già parlato di Ibrahim Gokcek, bassista quarantenne, in occasione della morte di Helin Bolek e di Mustafa Kocak, poiché si temeva per lui, prostrato da 323 giorni di sciopero della fame.
Dopo la morte di Mustafa Kocak, si erano moltiplicati gli appelli per la salvezza di Ibrahim, che avevano ottenuto un parziale successo poiché il governo aveva promesso che al Grup Yorum sarebbe stato consentito riprendere l’attività. Ibrahim aveva quindi interrotto lo sciopero della fame, ma ormai le devastazioni sul suo fisico erano troppo gravi. Pesava meno di 40 kili.
“Sono sempre stato un musicista, e ora mi ritrovo a essere un terrorista. Mi hanno preso che ero un chitarrista, e hanno usato le mie dichiarazioni facendo di me uno strumento. Eravamo un gruppo che si esibiva davanti a un milione di persone, siamo diventati dei terroristi ricercati“.
Queste le parole di Ibrahim Gokcek in una lettera di pochi giorni fa, scritta dopo la morte di Helin Bolek.
Resta in carcere Sultan, la moglie di Ibrahim, per cui proviamo apprensione come per tanti altri detenuti nelle carceri turche, alcuni dei quali in sciopero della fame da tempo.
Ora non possiamo sapere se il governo turco manterrà la sua promessa di far riprendere i concerti del Grup Yorum. Ma siamo certi che se il Grup Yorum tornerà sul palco, Helin, Mustafa e Ibrahim non ci saranno e questa sarà una condanna inappellabile per il governo di Erdoǧan.
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lorenzo Sciascia
Onore ad un PARTIGIANO R.I.P
Franco Ferin
La Vergogna dell’intero mondo democratico dovrebbe avvolgere erdogan.