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Kerala: come la “roccaforte rossa” in India ha sconfitto il Covid-19

Il Kerala è uno Stato meridionale del sub-continente indiano. Una stretta striscia di terra costiera dell’India sud-occidentale con 34 milioni di abitanti ed una delle più alte densità abitative del Paese asiatico con 860 abitanti per kmq. È una delle “roccaforti rosse” dell’India, attualmente governate dal partito comunista CPI(M), con il più basso tasso di analfabetismo ed il migliore sistema sanitario indiano.

Il sistema sanitario indiano è uno dei più “carenti” tra i Paesi emergenti.

Il Kerala è universalmente considerato un modello per il contrasto al Coronavirus che ha colpito una parte dell’India. Il numero dei contagiati totali nel Paese asiatico ha superato i 40 mila ed i 2000 decessi.

Il Kerala nonostante abbia avuto i primi contagiati dal virus ha attualmente poco più di 500 persone infettate – tutte ricoverate – con solamente 4 decessi. Ai primi di maggio non ha registrato per alcuni giorni alcun nuovo caso, l’1 ed il 3 e 4 maggio.

La sua azione è stata rapida e risoluta, ed ha preceduto l’intervento dello Stato centrale. Il 10 marzo ha chiuso scuole, luoghi di intrattenimento, impedito gli assembramenti e la frequentazione dei luoghi religiosi ed ha preceduto di un giorno il “lockdown” imposto dal governo centrale dalla mezzanotte del 24 marzo.

Ha coniugato un eccellente politica di prevenzione medica e di intervento. che ha coinvolto circa 300 mila persone, alla tutela sociale dei suoi cittadini ed anche dei lavoratori “ospiti” presenti all’interno dei suoi confini, prefigurando una ripartenza dell’economia con rischi ridotti al minimo.

Abbiamo tradotto una testimonianza inedita scritta da A. Sreekum della All India Trade Union (AITUC), una delle maggiori – e la più antica – federazione sindacale indiana aderente alla Federazione Sindacale Mondiale (WFTU), a cui aderisce anche l’Unione Sindacale di Base.

Questo resoconto stride con la descrizione del trattamento che il governo centrale ha attuato – in particolare dei suoi cittadini più vulnerabili – fatta dal Premio Nobel per la letteratura Arundhati Roy, “La pandemia è un portale”.  E trova riscontro anche in organi d’informazione non proprio di simpatie comuniste, come The Economist.

Buona lettura

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Il Kerala è lo stato dell’India dove è stato riportato il primo caso positivo al coronavirus, a Thrissur, negli ultimi giorni del gennaio 2020: si trattava di una persona di ritorno da Wuhan, in Cina.Il Kerala è riuscito ad “appiattire” la curva del Covid-19, cosa per cui altri Stati in India e molti Paesi del mondo stanno ancora lottando per ottenere.

L’amministrazione statale, le organizzazioni di volontariato e le persone comuni stanno affrontando insieme questa minaccia. ll Kerala ha un sistema sanitario universale, che applica sia standard di prevenzione che di cura. Lo Stato ha raggiunto questo livello di qualità e considerazione della vita umana nel settore sanitario grazie a faticose mobilitazioni durate a lungo.

Detto ciò, la nuova situazione creata dalla pandemia di Covid-19 è stata affrontata con una strategia poggiata su tre pilastri: un contenimento attento per prevenire la diffusione della malattia all’interno delle comunità, in una società con una densità di popolazione molto alta.

Lo Stato ha cercato nel modo più capillare possibile di estendere le cure e le protezioni agli anziani e alle persone che hanno altri disturbi oltre alla febbre; il servizio di oltre trecento mila volontari è stato utilizzato per attuare misure di sicurezza sociale sotto la guida integrata delle istituzioni locali di autogoverno.

L’ambito sanitario (i medici, gli infermieri, i paramedici), il dipartimento di polizia, (applicando la massima vigilanza), il sistema di gestione delle catastrofi e il dipartimento delle entrate hanno collaborato affinché gli sforzi sistematici e scientifici servissero per combattere la malattia.

Il noioso compito di rintracciare ogni paziente con una mappa dettagliata dei percorsi fatti, la campagna “Break the Chain” e “Social Distancing”, il controllo continuato affiancato a istruzioni adeguate, il rilevamento dei casi positivi con un numero maggiore di test somministrati seguendo un indice di priorità, la prevenzione di ulteriori contatti dei pazienti con altre persone attraverso metodi di isolamento e quarantena, la ricerca di contatti primari e secondari per identificare la fonte della malattia, un’assistenza medica completa con la massima sensibilità e attenzione umanitaria, tutto ciò ha aiutato lo stato a limitare il numero di contagiati, la vulnerabilità e il bilancio delle vittime in Kerala.


Pacchetti di supporto da un ministero del tesoro in deficit

Il governo del Kerala sta affrontando una grave crisi finanziaria a causa della notevole perdita di gettito fiscale durante il lungo periodo del blocco. Il governo dell’Unione non ha ancora pagato più di 30 miliardi di rupie (circa 370 milioni di euro, ndt) di arretrati della quota GST (un’imposta sui beni e i servizi, simile all’IVA introdotta da Modi nel 2017 e raccolta dal governo centrale, ndt).

Il governo dell’Unione ha inoltre versato un contributo trascurabile, vale a dire 1 miliardo e 590 milioni di rupie (circa 19 milioni di euro, ndt) per combattere questa minaccia e lo stesso contributo disposto dalla Commissione finanziaria è stato ridotto dal governo nazionale.

Persino in una tale fase di deficit del ministero del tesoro, il governo del Kerala il 19 marzo, una settimana prima del lockdown dell’intero paese, ha formulato e annunciato un pacchetto di sostegno di 200 miliardi di rupie (quasi 2 miliardi e mezzo di euro).

Il governo ha ideato e messo in atto una serie di misure per la protezione e il benessere dei cittadini tra cui: la fornitura gratuita di cereali e ortaggi, fornendo pasti gratis a circa 4 milioni di famiglie, prestiti senza interessi per gruppi di auto-aiuto e lavoratori autonomi, pagamento anticipato dei salari ai lavoratori della MGNREGS (lavoratori agricoli, ndt), pagamento anticipato delle pensioni di previdenza sociale e altri servizi di welfare alle persone colpite dalla pandemia in tutto lo stato.


Una società senza fame

La misura più importante adottata dallo stato è quella di avviare e tenere aperte delle cucine di comunità e gli hotel “Janakeeya” (del popolo) per fornire beni di prima necessità alle persone e per garantire una società libera dalla fame durante il periodo del Covid-19.

Le istituzioni governative locali sono state incaricate di gestire tali strutture in ogni località dello stato con il servizio di volontari registrati. Il dipartimento del cibo e delle forniture civili è stato incaricato di garantire e rifornire riso e grano a queste strutture a tasso agevolato.

Più di 360.000 persone hanno ricevuto cibo ogni giorno attraverso 1256 cucine comunitarie approvate in tutto lo stato, che sono gestite da unità Kudumbashree (missioni create per estirpare la povertà e per il sostegno alle donne, ndt) o da simili organizzazioni di volontariato. Oltre a ciò, a ogni famiglia dello Stato sono stati forniti 5 kg di cereali gratuiti e una fornitura aggiuntiva di 5 kg di prodotti alimentari per le famiglie BPL (sotto la soglia di povertà, ndt) che fanno parte dei progetti Anthyodaya e Asraya.

Aiuto ai lavoratori transfrontalieri

Ci sono più di 360.000 lavoratori ospiti e lavoratori giornalieri provenienti da diversi altri stati, principalmente dal Bengala, Bihar, Odisha, Assam, UP, Jhathisgarh, che vivono in Kerala. La maggior parte di essi è costituita da braccianti non qualificati che si guadagnano il pane nei cantieri edili, con lavori domestici a contratto, ecc.

Il brusco annuncio del lockdown da parte del Primo Ministro li ha catapultati in una situazione imprevista. Sono stati costretti a tornare nel luogo in cui alloggiavano e resistere senza lavoro o salari. Il governo dello stato ha concepito un sistema per proteggere tutti i lavoratori ospiti nei loro campi o ha allestito dei luoghi protetti appositamente per lo stesso scopo. A tutti loro è stato fornito cibo adeguato in questo periodo.

I datori di lavoro sono stati obbligati dal dipartimento del lavoro a prestare la massima cura e protezione ai lavoratori ospiti fino a quando non saranno in grado di ritornare nei loro luoghi di provenienza. Oltre al cibo, ai lavoratori ospiti sono stati assicurati luoghi per il loro soggiorno, servizi, strutture igienico-sanitarie attraverso lo sforzo combinato di diversi dipartimenti del governo statale.


Misure previdenziali e pensioni

Il governo del Kerala ha deciso di distribuire gli assegni di previdenza sociale senza ritardo e di ammettere a questo beneficio tutte le persone che ne avessero i requisiti. Il governo ha supportato anche le compagnie di previdenza privata per garantire il pagamento anticipato delle quote dei fondi previdenziali per il periodo di pandemia.

Il governo ha assicurato una somma di 5000 rupie come risarcimento per ogni abitante del Kerala che lavora fuori dallo stato e che ha perso il lavoro e il salario. Il governo del Kerala ha assicurato il pagamento di 1000 rupie per ogni persona che non è in grado di mantenersi e non è registrato come membro di un fondo di welfare dello Stato. Questo bonus è stato usato da centinaia di migliaia di lavoratori qualificati e non qualificati.

Inoltre, il governo statale ha assicurato il pagamento delle indennità di sostentamento a tutti i lavoratori giornalieri, lavoratori badli (lavoratori assunti per sostituire altri lavoratori assenti, NDT), lavoratori a contratto e lavoratori temporanei che hanno perso il lavoro e il reddito. Il governo ha assicurato la sicurezza del posto del lavoro durante questo periodo per tutti i lavoratori e dipendenti con una decisione politica che è confluita in una richiesta ai datori di lavoro e alle loro associazioni.


Misure per il recupero e la ripartenza

Settore agricolo

Il governo statale prevede una situazione in cui ci sarà probabilmente una carenza di cibo e altri beni primari sia nel breve che nel lungo periodo in quanto l’intero mondo è afflitto dal virus. Il governo ha invitato tutti i soggetti interessati a concentrarsi e cooperare nel settore produttivo agricolo in modo da affrontare la situazione piuttosto grave che si prospetta.

Il dipartimento del governo locale, il dipartimento delle entrate, le istituzioni cooperative dal livello base all’apice, la zootecnia, il settore lattiero-caseario e della pesca ecc. lavoreranno sotto la guida del dipartimento dell’agricoltura per attuare un massiccio programma agricolo durante il periodo post Covid-19.


Settore industriale

Lo stato ha già valutato che oltre 4 milioni di abitanti del Kerala non residenti sparsi in tutto il mondo probabilmente programmano di tornare nella loro patria. Le autorità governative ritengono che una percentuale considerevole di esse dovrà essere ricollocato da parte dello stato Stesso a causa della situazione socio-economica-politica nel mondo.

Questi lavoratori rimpatriati portano con loro molta esperienza e competenza in diversi settori produttivi e avranno molti progetti ambiziosi per il futuro. Il periodo post-covid può dare origine a una nuova realtà per le attività industriali di livello micro, mini e medio. Quindi lo stato sta cercando di sfruttare quelle capacità per la ricostruzione durante il periodo post pandemico.

Sforzo futuristico consolidato

Il governo dello stato ha istituito un conto speciale per i fondi di soccorso per combattere la minaccia del Covid-19 sotto il CMDRF (meccanismo per l’emergenza, NDT) in modo da raccogliere il massimo contributo da parte delle persone, compresi i dipendenti e gli impiegati statali.

La FSETO, affiliata all’AISGEP, un’organizzazione partner della WFTU, composta da dipendenti e insegnanti del governo statale, ha collaborato contribuendo con una quota dello stipendio dei suoi membri per combattere la situazione determinata dal Covid-19. Lo sforzo immenso del governo è sostenuto da molte persone della società civile. Queste risorse devono anche essere utilizzate per gli sforzi di contenimento della diffusione del virus.

In un periodo di difficoltà finanziaria e di pandemia, lo stato del Kerala si pone come modello per i servizi sanitari di alta qualità, le misure di welfare, i processi di ricollocamento, le garanzie di sostentamento per ogni individuo al fine di sopravvivere a questa crisi. Il governo, il personale dei servizi, i volontari e le persone in generale assicurano congiuntamente la loro vittoria nella lotta contro Covid-19 in Kerala.

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