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Provocazioni Usa: Cuba di nuovo nella “lista nera”

L’amministrazione nordamericana ha giustificato l’annessione di Cuba alla lista nera in quanto ha rifiutato di estradare in Colombia i membri dell’Esercito di liberazione nazionale (ELN) che hanno partecipato ai colloqui di pace, svoltisi tra il 2017 e il 2019, a La Habana.

Dato che gli Stati Uniti hanno rapporti di sicurezza a lungo termine con la Colombia e condividono, con la Colombia, l’importante obiettivo antiterrorista di combattere organizzazioni come l’ELN, il rifiuto di Cuba dimostrerebbe che non stia collaborando con il lavoro statunitense.

Pompeo ha anche accusato il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, di ospitare “numerosi fuggitivi della giustizia degli Stati Uniti, ricercati per violenza politica, molti dei quali vivono a Cuba da decenni”. In particolare, ha citato Joanne Chesimard, condannato per aver ucciso un agente di polizia, del New Jersey, nel 1973.

Questa designazione implica anche che, “la vendita o la licenza per l’esportazione di articoli e servizi di difesa”, in queste nazioni sarebbe vietata. Nel caso del Venezuela, il Dipartimento di Stato accusa il governo di Nicolás Maduro di “continuare a creare un ambiente permissivo ai terroristi nella regione”, tra cui, hanno menzionato, le FARC e l’ELN.

Inoltre, Pompeo ha ricordato che lo scorso marzo hanno accusato Maduro e altri 14 “Chavistas” di “narcoterrorismo” per la loro presunta collusione con le FARC, con l’obiettivo di “inondare” gli Stati Uniti di cocaina, per più di due decenni.

In realtà, Cuba attende una risposta per l’attacco violento, diretto contro la sua ambasciata, negli Stati Uniti, avvenuto lo scorso mese.

Cuba, al contrario, è da anni impegnata a salvare vite umane in Africa (con le sue brigate di medici ed insegnanti), in America Latina, in Asia e, ultimamente, persino in Europa.

Cuba è al servizio della vita e ripudia violenza e morte, ha dichiarato Miguel Diaz Canel, sul suo profilo Twitter

Il presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha ribadito questo 11 maggio che l’isola è in attesa di una risposta alle sue denunce contro la violenza armata, commessa da un uomo (o gruppo di uomini) con mitragliatrici, presso l’Ambasciata della Repubblica di Cuba a Washington. “Non dimentichiamo una lunga storia di terrorismo contro i nostri diplomatici. Cuba salva vite e ripudia violenza e morte”, ha ribadito Miguel Diaz Canel.

Nelle prime ore di questo giovedì 30 aprile 2020, un individuo ha sparato con mitragliatrice contro l’edificio dell’Ambasciata della Repubblica di Cuba, negli Stati Uniti. Fortunatamente, non sono stati riportati danni al personale della missione, ma vi sono stati danni materiali all’edificio, derivanti dall’impatto dei colpi.

Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, ha dichiarato ore dopo che il governo cubano stava aspettando i risultati delle indagini da parte delle autorità statunitensi in merito all’aggressione armata contro l’ambasciata.

Il 4 maggio 2020, il ministro degli Esteri cubano, ha denunciato su Twitter che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e il suo segretario, Mike Pompeo, probabilmente sono complici dell’atto terroristico perpetrato contro il quartier generale diplomatico dell’isola.

Allo stesso modo, Díaz-Canel, ha recentemente espresso, sui social network, di non aver ottenuto ancora alcuna risposta o informazione da parte degli USA relativa all’aggressione contro la missione cubana a Washington.

Questo equivale a riportare indietro la storia dell’isola, quando negli anni ’90, Cuba, oltre alle criminali sanzioni unilaterali (imposte sempre dagli USA) dovette subire anche una lunga serie di attentati terroristici e dinamitardi, contro il corpo diplomatico cubano ma anche contro semplici civili.

* Responsabile Esteri di Convergenza Socialista

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