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Nuova vergogna Rai: l’inchino a Israele diventa proskinesis

Dopo aver pubblicato su questa testata la grande gaffe della Rai circa la capitale di Israele – che in realtà non di gaffe si trattava, ma di profonda ignoranza della legalità internazionale mista a servilismo – abbiamo aspettato a lungo la dovuta rettifica per darne conto ai nostri lettori e, finalmente, ieri è arrivato qualcosa – non rettifica, per la verità, bensì “precisazione”, come ha tenuto a spiegare il conduttore della trasmissione.

Ma quella precisazione, probabilmente a lungo pensata, è stata ancor meno rispettosa del lungo silenzio seguito alla “gaffe”..

Lo affermiamo come cittadini italiani che credono nel Diritto internazionale e che esprimono preoccupazione quando questo viene calpestato, da chiunque. Ed esattamente questo ha fatto ieri la RAI: ha nuovamente calpestato il Diritto internazionale per assecondare le illegittime pretese israeliane.

Il conduttore de “l’Eredità”, un gioco a quiz molto seguito e indubbiamente rilassante dato il bassissimo impegno culturale che lo caratterizza, ha finalmente parlato e, dopo ben 16 giorni dall’evento, dopo centinaia di mail di protesta, numerosi articoli rimbalzati dai social ai media main stream, un sit in sotto la sede centrale RAI, una lettera con richiesta ufficiale di rettifica da parte dell’ambasciata palestinese (ed una risposta degna più di un oste gentile che di un direttore della TV pubblica), dopo tutto ciò ha parlato, ovviamente a nome della RAI, essendo il conduttore solo un ricco stipendiato che esegue gli ordini dati, ed ha detto che la RAI si era resa conto che con la domanda tendente ad attribuire Gerusalemme ad Israele come sua capitale, non aveva tenuto conto che sulla questione “esistono posizioni diverse” e un semplice gioco a quiz non ha titolo per entrare nella “disputa così delicata” che aveva “involontariamente evocato”.

Pertanto la RAI si scusava di questa “involontaria evocazione” e la domanda incriminata veniva annullata. Non rettificata la risposta, ma pilatescamente annullata la domanda.

Ci chiediamo: ma la RAI offre passatempi di così basso livello contando sull’incapacità dei suoi spettatori di capire la sostanza delle cose, o è tanto forte lo stato di sudditanza ai diktat israeliani da poter serenamente schiaffeggiare per la seconda volta l’Onu ignorando le sue Risoluzioni e riducendo a una disputa tra due contendenti quella che invece è una VIOLAZIONE DELLA LEGALITA’ INTERNAZIONALE perpetrata da Israele?

Siamo costretti a prendere atto che una trasmissione in cui si regalano migliaia di euro a chi indovina la capitale della Svizzera o la vocale mancante in una parola incentiva “il diritto all’ignoranza” e, nel contempo, diventa il veicolo migliore per far passare con naturalezza informazioni che si trasformano in opinione pubblica.

Questo è successo il 21 maggio, visto che solo poche ore prima, sullo stesso canale, era andato in onda il “Saluto di Gerusalemme” dell’ambasciatore israeliano in Italia il quale comunicava agli italiani che Gerusalemme è capitale di Israele perché così vogliono gli ebrei, ovviamente senza che nessuno potesse intervenire a ricordare che non basta “autoproclamarsi per essere” ignorando il ruolo delle Nazioni Unite e le diverse norme che compongono il Diritto internazionale.

Quindi, mentre il 21 maggio alle ore 14 l’ambasciatore Dror Eydar dichiarava che “nessun ebreo ha mai avuto alcun dubbio su chi appartenesse Gerusalemme” e, in totale spregio del Diritto internazionale, aggiungesse che “ogni discorso su una sua ri-divisione o internazionalizzazione, è come pulviscolo che si muove nell’aria”, intorno alle 19 dello stesso 21 maggio, la Rai, tramite il suo popolare gioco a quiz rinforzava il discorso del signor Dror Eydar dichiarando agli spettatori che la capitale di Israele, al di là di quanto stabilito dall’ONU, non è Tel Aviv ma Gerusalemme perché così ha stabilito autonomamente lo Stato ebraico e così è riportato da alcune enciclopedie le cui voci relative al tema in questione – aggiungiamo noi per chiarezza informativa – sono state affidate ad ebrei di convinzione sionista, i cui nomi sono consultabili da chiunque.

Quindi la RAI, ponendosi a servizio del progetto sionista, non poteva rettificare, nonostante le numerose proteste, pena recar dispiacere al signor Dror Eydar alle cui parole dal significato inequivocabile precedentemente riportate, aggiungeva, in chiusura del suo discorso, quanto segue: “Due anni fa siamo riusciti a ottenere il riconoscimento di Gerusalemme da parte degli Stati Uniti…. Il mio sogno, per cui prego, è che, nell’arco del mio mandato di ambasciatore in Italia, possiamo riuscire a vedere il trasferimento anche dell’ambasciata italiana da Tel Aviv a Gerusalemme. Sarebbe una commovente e storica chiusura di un cerchio rimasto aperto per duemila anni.”

Quindi la RAI, lungi dal rendere un corretto servizio informativo con una seria rettifica, ha calibrato le sue parole facendo un secondo, ancor più profondo inchino a uno Stato che è il paradigma della vittoria della forza contro le ragioni del diritto, non affermando chiaramente che Gerusalemme NON è la capitale di Israele ma è il tentativo di Israele di annetterla al suo Stato così come vorrebbe fare con la Cisgiordania dopo aver sottoposto la decisione “al proprio” parlamento ignorando ogni legge che non sia la propria, e ripetendo passi pericolosi che la Storia ci ricorda e dai quali ci dovrebbe mettere in guardia.

La stessa Rai che, giustamente, sta informandoci della rivolta Usa contro l’ennesimo omicidio gratuito di un cittadino di origine africana, ignora gli omicidi altrettanto gratuiti e crudeli commessi dai militari israeliani nei territori illegalmente occupati e nella stessa Gerusalemme, compreso l’ultimo, particolarmente odioso perché la vittima, Yihad El Khalak, era un ragazzo disabile, oltre che inerme, crivellato di colpi mentre provava a ripararsi, immobile e terrorizzato, dietro un cassonetto.

La stessa RAI che riesce, giustamente, a muovere l’indignazione dei suoi spettatori per l’omicidio di George Floyd a Minneapolis, evita, col suo silenzio o con le sue accorte parole, di produrre altrettanta giusta indignazione verso lo Stato che corrode il Diritto internazionale fino a renderlo “pulviscolo che si muove nell’aria” come affermato dal signor Dror Eydar. Un passaggio dall’inchino a una vera e propria proskynesis di cui Israele sarà sicuramente riconoscente.

* da Pressenza

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