“Lotteremo da una generazione all’altra” è uno slogan vietnamita che ha ispirato gli antimperialisti negli Stati Uniti negli anni sessanta e settanta. Rimanda alla traiettoria di un tempo storico più ampio di una sola generazione di attivisti o di una fase politica specifica. Una espressione in cui si possono riconoscere i popoli oppressi, i soggetti che nel corso della storia hanno conosciuto differenti forme di dominio – le donne che hanno subito più di 5000 anni di patriarcato – e quella porzione di classe lavoratrice che non vive in un “eterno presente”.
Il tentativo di cancellare quella memoria e di non farla tramandare, costruendo una narrazione a senso unico, non ha risparmiato le lotte degli afro-americani, per i quali questo slogan calza a pennello.
Il loro anelito attuale verso la libertà fa riecheggiare le parole della militante nera Harriet Tubman: mi venne in mente questa idea: “Ho diritto a due cose, la libertà o la morte”.
E quella che può sembrare ai più solo una espressione iperbolica si sposa perfettamente con la dura realtà del corpo di un altro afro-americano ucciso dalla polizia ad Atlanta in Georgia venerdì notte – Rayshad Brooks di 27 anni – l’ennesimo omicidio che ha “rinfocolato” la protesta di cui comunque era un epicentro, dal giorno della morte di George Floyd.
La cultura afro-americana ha sempre avuto una funzione chiave nella trasmissione della storia delle differenti forme di schiavitù a cui è stato soggetto questo popolo, così come nel tramandare le forme di resistenza.
Una storia che ha influenzato anche la cultura mainstream, di più di quanto questa sia disposta spesso ad accettare.
Prendiamo a prestito le parole di Toni Morrison, scrittrice afro-americana e Premio Nobel per la letteratura nel 1993, recentemente scomparsa, che giustamente indica come:
“Le caratteristiche più importanti della nostra letteratura nazionale, quelle sempre portate in palmo di mano – l’individualismo, la mascolinità, l’impegno sociale contro l’isolamento storico; le problematiche acute ed ambigue; la tematica dell’innocenza associata all’ossessione di raffigurazione della morte e dell’inferno – non sono di fatto la risposta ad una presenza africanista oscura, costante, pregnante”
Sono riflessioni che superano i perimetri della creazione letteraria e di quella artistica in genere, ma che permeano la cultura americana in quanto tale, e che inoltre possono essere estese anche alla “presenza” dei nativi-americani e dei latinos, ed in generale a tutto ciò che non può essere facilmente assimilato dalla cultura Wasp.
È in questo incontro-scontro con l’altro-da-sé che trova spazio la creazione culturale, con evidenti paradossi.
Continua la Morrison: “i diritti dell’uomo, per esempio: un principio organizzativo sul quale è stata fondata la nazione (…) si trova inevitabilmente sotto lo stesso giogo dell’africanismo (…). Nulla ha glorificato maggiormente la libertà – se non l’ha addirittura creata – dello schiavismo”.
Un contrasto non risolto ed una contrapposizione non giunta a sintesi, nonostante le chiacchiere su una società post-razziale, colorblindness…
Si potrebbe concludere che gli artisti neri nel mainstream si muovono su questo crinale: gli è apparentemente data la possibilità di esprimersi, a meno che non vadano alle radici della loro condizione e mostrino le ferite aperte, mai cicatrizzate, della loro esperienza storica.
In pratica non devono diventare la voce dei senza voce, pena la marginalizzazione, nel migliore dei casi.
Meno stanno al loro posto, più vengono marginalizzati. Il “patto con il diavolo” è chiaro, anche se l’emergere di una sensibilità differente nel loro pubblico ed il loro coraggio intellettuale possono forzare l’orizzonte che le regole dell’industria culturale e il mercato sembrano imporgli.
Alla fin fine, l’abilità dell’artista è stata sempre quella di comunicare qualcosa “sotto traccia”, che lo legasse ad un movimento sotterraneo ed al mondo di sotto.
Negli ultimi anni, grazie anche al lavoro instancabile di attivisti di base e di studiosi, abbiamo assistito all’emergere di una “nuova coscienza nera” che è giunta a noi attraverso il cinema, la letteratura e la musica in particolare,, ed in dose minore attraverso la saggistica, nonostante potenti “frame” concettuali abbiano ridisegnato le mappe della percezione che gli afro-americani, e non solo, hanno di sè.
Ora siamo di fronte ad un nuovo spartiacque che costringe gli artisti afro-americani a decidere “da che parte stare”. Una delle canzoni più belle e reinterpretate del patrimonio del movimento operaio – è stata scritta dalla moglie di un minatore durante uno sciopero – e dei diritti civili degli USA si chiama appunto: “Da che parte stai?”, “Which side are you on?”.
La lettera aperta di ex membri delle Pantere Nere e del Black Liberation Army ad alcuni artisti ed artiste afro-americane, che qui abbiamo tradotto, ci sembra particolarmente significativa. I “sopravvissuti” a un tentativo di annientamento sistematico dei militanti afro-americani che avevano dato vita alle lotte, dagli anni Sessanta ad inizio anni Ottanta, parlano alle persone più influenti tra le comunità di giovani neri “non istruiti” per stabilire una specie di “patto d’azione” e colmare quel gap tra l’ultima esperienza di assalto al cielo consumatasi nel ventre della bestia ed i dannati delle metropoli nord-americane di oggi.
Anche alle nostre latitudini, un mix di oblio, revisionismo storico e pigrizia intellettuale da parte dell’ambiente accademico – a parte rare eccezioni – ha fatto sì che il portato di quelle lotte difficilmente sia giunto fino a noi.
Il presente ce ne ridà la cifra, e quindi possiamo fare i “profeti al contrario”.
Ricordiamolo con le parole di una militante del BPP, Naima Major, raccolte da Mumia Abu Jamal:
“Devota alla rivoluzione nera e al programma in dieci punti, cominciai a fare il duro lavoro nella comunità, richiesto a tutte le Pantere, con il bimbo in braccio, organizzai donne povere come me, progettai e mandai avanti scuole libere, scrissi lettere per gli analfabeti, mi battei casa per casa, diffusi il giornale (…) Seppi allora, e so ancora scegliere le mie battaglie. So di aver salvato alcune vite. Una, la mia. Volevo vivere per la rivoluzione, non morire per lei. La gente erano persone, non teorie”.
Di questo l’establishment, sia repubblicano che democratico, ha ancora paura. Ed è una fonte di ispirazione anche per noi, anche perché se vogliamo liberare noi stessi dobbiamo liberare la storia ed “armare lo spirito”, come diceva Fidel Castro.
Buona lettura
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Una lettera aperta dai Membri Originali delle Black Panther Party agli artisti neri (Hip-Hop) che hanno un interesse nel bene della nostra comunità (T.I., KILLER MIKE, CARDI B, KANYE WEST, BEYONCE’, JAY-Z, P-DIDDY, LUDACRIS, 50-CENT, e altri)
Saluti e solidarietà ad ognuno di voi. Riconoscendo la vostra voce individuale, l’influenza, e il seguito che avete tra le nuove generazioni del Popolo Nero/Africano in Diaspora e nel continente, vi salutiamo.
Anche se vi conosciamo solo attraverso la vostra sfera pubblica, sappiamo che molti di voi provengono da contesti di povertà, in cui avete affrontato la brutalità della polizia, la mancanza di assistenza sanitaria e molte altre forme d’oppressione così come le affrontano tutte le persone di colore.
Riconosciamo tutti che siamo in un periodo che è uno “spartiacque” tra fallimento il economico e quello governativo, una pandemia e ora un movimento di resistenza per cui le cose che scaturiranno non saranno mai più le stesse. Ciò che facciamo tutti in questo periodo avrà un impatto diretto sui destini, la sopravvivenza e la libertà dei neri e di altri nel mondo che soffrono della stessa oppressione. Nelle favelas sud americane, nelle baraccopoli sud-africane, nei territori palestinesi, o nei ghetti neri dell’America razzista, il capitalismo e la supremazia bianca, hanno tramutato, per I profitti di pochi, il mondo intero in un ghetto. Quindi, dovremmo prestarci attenzione l’un l’altro, perché qui, nel cuore dell’America razzista, siamo tutto ciò che abbiamo, e insieme ai nostri veri alleati, siamo davvero tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Ognuno degli autori di questa lettera è un ex membro dell’originale Black Panther Party, co-fondato nel 1966 dal defunto Huey P. Newton, e Bobby Seale a Oakland, in California. Eravamo obiettivi del famigerato programma di controspionaggio dell’FBI (nome in codice “COINTELPRO”) che ha ucciso molti dei nostri compagni, tra cui Fred Hampton, Mark Clark e numerose altre pantere e rivoluzionari combattenti per la libertà. Siamo veterani delle missioni “scova ed annichilisci” che hanno costretto la nostra amata compagna Assata Shakur all’esilio.
Siamo ex prigionieri politici neri che hanno trascorso decenni nelle carceri statunitensi, come i nostri compagni Russell Maroon Shoatz, Romaine “Chip” Fitzgerald, Sundiata Acoli, Jalil Muntaqim e Mumia Abdul-Jamal che sono ancora imprigionati oggi. In breve, eravamo i primi della lista negli sforzi del governo per uccidere e distruggere i movimenti dei radicali neri per i diritti civili / umani, incluso il diritto all’autodeterminazione. Alcuni di noi erano anche il peggior incubo delle forze dell’ordine razziste, combattenti armati nell’Esercito di Liberazione Nero, una organizzazione rivoluzionario e clandestino, il il Black Liberation Army (BLA).
Molta della nostra storia, della lotta del nostro popolo, è stata celata, e apparentemente sembra adesso irraggiungibile alla vostra generazione mentre reinventate quello che è stato già fatto. I nemici del nostro popolo non sono cambiati, ma le circostanze e le condizioni sì. La storia non si ripete, ma può fottutamente far rima.
La domanda è, come Popolo Nero, popolo oppresso, dove andremo? Cosa c’è da fare? Non ci può sbagliare, siamo ancora in guerra. Una guerra che è incominciata quando, come Malcom ha detto, Plymouth rock ci è franato addosso (“Plymouth Rock landed on us”), e da allora si è sempre perpetrata.
E’ nostro dovere, come combattenti rivoluzionari per la libertà, tramandare ciò che abbiamo imparato, saggezza, conoscenza ed esperienze, alle nuove generazioni di combattenti per la libertà, attivisti e lavoratori per la cultura. In questa maniera, gli oppressi possono resistere alla dominazione da una generazione alla successiva senza rincappare negli stessi sbagli, insidie ed errori di chi gli ha preceduti. È compito del nostro nemico impedirlo e isolare una generazione dall’altra.
È loro dovere denigrare la storia delle tradizioni militanti e radicali e “far brillare” la storia degli integrazionisti che pensano che possiamo semplicemente votare per uscire da questo problema. È per questo motivo che abbiamo fatto un passo avanti, in questa fase neo-fascista nella storia, guidato dall’attuale crisi della cultura capitalista, da una pandemia in corso e dall’attenzione rinnovata e dalle dimostrazioni di massa ora portate dai continui omicidi di polizia nella nostra comunità.
Abbiamo scelto di focalizzare questa lettera su di voi perché i nostri nemici vi usano costantemente per contribuire “calmare” le persone. Sperano che la condizione di classe che avete raggiunto superi le vostre coscienze razziali e di classe. Avete la possibilità di dimostrarli che sbagliano e con le vostre risorse e la vostra influenza potete essere cruciali per la sopravvivenza collettiva della nostra gente. Tatuaggi, macchine costose e jet privati non salvano nessuno da una malattia e non vi rendono a prova di proiettile. Dobbiamo provvedere insieme alle nostre azioni collettive e non illuderci nel pensare che sia più sicuro integrarsi in un maledetto sistema di avidità e disumanizzazione.
Alcuni potrebbero dire che come veterani delle Panthers non siamo le persone di colore con cui dovresti intrattenere. Ci hanno detto che, i negri (“Niggas” nel testo originale, NdT) dovrebbero sapere stare al loro posto e questo è uno dei motivi per cui i neri senza alcun potere effettivo ricoprono figure sportive, attori, musicisti e politici venduti. Le voci dei diseredati si sentono solo quando si infuriano contro il sistema che gli ha oppressi.
Siamo stati tutti incoraggiati dall’energia delle masse nere e dei nostri alleati nel protestare contro l’omicidio di George Floyd, ma come ciascuno di voi è ben consapevole l’omicidio e la brutalità subite dal nostro popolo non costituiscono un’eccezione o non sono nulla di nuovo. Essere stati trattati come carne da macello, la tortura e la disumanizzazione dei neri risale ai tempi delle fruste, delle castrazioni e degli stupri di massa nelle piantagioni dei “padri fondatori” europei d’America e continua ancora oggi.
Questa è l’eredità da cui le forze dell’ordine moderne in America hanno derivato il relativo scopo generale, la protezione della proprietà e della ricchezza, non la gente – in particolare non la gente nera. Qualsiasi dose di formazione professionale impartita, di sensibilità sociale trasmessa, di consulenza fatta, od una polizia a ranghi ridotti cambierà l’impatto attuale di questa storia sulle forze dell’ordine. Solo il nostro controllo della sicurezza pubblica nelle nostre comunità romperà il contesto storico su cui si basano le moderne forme di polizia. Questo inizia con la decentralizzazione della polizia, con il controllo comunitario della sicurezza pubblica.
Questa stagione di lotta politica rimanda all’opzione “voto e pallottola” (“Ballot and the Bullet”). Per organizzare il primo, tutte le forze progressiste e radicali in America devono riunirsi in un Fronte Unito contro il fascismo e lo stato di polizia militarizzato. Questo è ciò che il BPP ha fatto all’apice dei tumultuosi anni ’60, con conseguente ritardo nel consolidamento definitivo della presa di potere razzista di destra della politica estera e interna americana.
Dobbiamo anche guardare al di là di soluzioni strettamente basate sulla riforma legislativa, sul voto o sulle singole imprese capitaliste. La gente nera deve sopravvivere ai paradigmi razzisti istituzionali ed esercitare la sua forza di autodeterminazione, politica e sociale. La vostra sovra-esposizione pubblica può fare molto per creare questa visione organizzativa tattica e strategica. Con questo in mente chiediamo a voi che avete una certa influenza sugli atteggiamenti e le menti della gioventù nera di oggi di fare le cose che seguono.
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Incontriamoci e discutiamo di una strategia basata sulla liberazione dei Neri e dei nostri rispettivi ruoli.
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Creiamo un’Agenzia Panafricana per i Rifugiati e il Salvataggio dove diventiamo i nostri primi soccorritori in tempi di disastri naturali o causati dall’uomo/pandemie.
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Contribuiamo alla creazione di un consorzio in modo da poter sviluppare un nuovo sistema economico cooperativo in cui la proprietà è condivisa e si rivolge ai bisogni delle nostre persone/ lavoratori, non alle imprese consumistiche.
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Sosteniamo le organizzazioni nere radicali e rivoluzionarie che hanno una storia di obiettivi raggiunti e della costruzione dell’istituzione nella nostra Comunità, che è indipendente dalle donazioni delle grandi corporazioni, dalle sovvenzioni statali o di fondazioni.
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Attraverso i vostri mezzi potreste raggiungere e sostenere l’attuale ribellione nelle strade e l’organizzazione di massa per un cambiamento radicale.
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Se siete contrari alla distruzione della proprietà allora gridate e organizzate grandi manifestazioni nei luoghi chiave del governo e delle istituzioni private e date concerti gratuiti in modo da assicurare la presenza di grandi masse.
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Lavorate con noi e altri per creare e finanziare una piattaforma politica indipendente nera e sostenete richieste radicali per il controllo nero, i risarcimenti e la ridistribuzione della ricchezza di questo paese.
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Lottate per la de-militarizzazione e il decentramento della polizia dove la comunità locale attraverso i consigli di amministrazione locali controllano l’assunzione, il licenziamento e la disciplina della polizia nella loro comunità.
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Creiamo non solo un nuovo paradigma per la polizia, ma anche per una comunità fondata su una giustizia che ponga rimedio e per la fine del complesso carcerario di stampo industriale.
Queste sono solo un esempio delle cose che voi/noi possiamo fare per creare un fronte unito per la liberazione Nera, per cambiare le condizioni oppressive che vigono negli Stati Uniti e cancellare la differenza di classe tra la grande maggioranza del nostro popolo e quei pochi come voi che hanno ricchezza e possibilità di influenza. Questa è la vostra opportunità per fare la cosa migliore per il nostro popolo ed essere dalla parte giusta della storia.
Membri Originali delle Black Panthers,
KATHLEEN CLEAVER, SEKOU ODINGA, CLEO SILVERS, JAMAL JOSEPH, YASMEEN MAJID, VICTOR HOUSTON, PAULA PEEBLES, BILAL SUNNI ALI, JIHAD MUMIT, DHORUBA BIN-WAHAD, KIM HOLDER, HAROLD WELTON, HAROLD TAYLOR, ARTHUR LEAGUE, RASHAD BYRDSONG, KHALID RAHEEM, ASHANTI ALSTON.
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