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Gli ultimi giorni del comandante Ernesto “Che” Guevara

Il guerrigliero argentino, eroe della Rivoluzione cubana, trovò la morte tra le montagne boliviane esattamente cinquantatre anni fa. Riviviamo insieme i suoi ultimi giorni

Ernesto Guevara De La Serna, detto “Che”. Un uomo che ha marcato la storia del Novecento inseguendo un’ideale secondo lui in grado di liberare l’umanità dalla povertà e dalla sofferenza: il comunismo. E come lui, molti altri ci hanno creduto e altri ancora ci credono. Nelle sue aspirazioni, data la sua posizione centrale nel contesto geografico del Sud America, la Bolivia sarebbe servita perfettamente come nucleo della possibile rivoluzione continentale. Ma errori tattici e imprevisti di diverso tipo non permisero di portare avanti questo progetto.

Di seguito racconteremo fatti avvenuti nella zona di Vallegrande tra l’8 e il 10 ottobre 1967: esattamente cinquant’anni fa.

Quebrada del Churo

Montagne nella provincia di Vallegrande, dipartimento di Santa Cruz, nei pressi del villaggio de La Higuera. In mezzo a queste, la quebrada del Churo. In mezzo a queste, la quebrada del Churo.

Lungo questo ruscello in mezzo alle montagne, i guerriglieri guidati dal Che ingaggiarono un combattimento con i militari boliviani: è la Quebrada del Churo

Uno spacco in mezzo alle montagne. Qui i guerriglieri comandati da Ernesto Guevara, il quale aveva assunto in questa sede il nome di battaglia di “Ramón”, correvano in direzione nord, verso la cittadina che dà il nome alla provincia in cui questa storia si svolse, Vallegrande. Cercavano di fuggire all’imboscata dell’esercito boliviano, addestrato mesi prima da emissari della Cia per l’occasione. Ma vengono tutti catturati o uccisi.

Dopo una battaglia di circa un paio d’ore, dove dei 17 combattenti nelle fila della guerriglia la maggior parte muore o riesce a fuggire, il Che e altri due suoi compagni sono costretti ad uscire dalla quebrada del Churo e mettersi allo scoperto in uno spiazzo. Qui vengono fatti prigionieri dall’esercito boliviano.

Qualche anno fa, su sollecitazione di contadini che vivono nei paraggi, venne qui costruito un piccolo piazzale in memoria dell’avvenimento.

La Higuera

Dopo qualche ora l’esercito e i prigionieri arrivano al vicino villaggio di La Higuera. I guerriglieri guidati dal Che vi erano già passati qualche giorno prima, per poi proseguire verso la quebrada del Churo.

Ingresso del villaggio di La Higuera.

Un centro abitato davvero piccolo: ci vivono 16 famiglie, ma all’epoca dei fatti di cui stiamo parlando erano 50.

Il Che e gli altri due guerriglieri vengono imprigionati nella scuola del villaggio. Dopo un giorno da La Paz arriva l’ordine dell’allora presidente boliviano René Barrientos: i tre devono essere uccisi. È il 9 ottobre 1967.

Oggi la vecchia scuola è un museo dove viene raccontata tutta l’impresa del Che, pieno di dediche al guerrigliero argentino.

Il Museo Comunale “La Higuera”. Un tempo era la scuola del villaggio, e qui fu fatto prigioniero il Che con gli altri due compagni catturati insieme a lui.

Vicino al museo c’è la piazzetta principale di La Higuera. Domina la scena, in particolare, il grande busto del Che.

Piazza centrale de La Higuera. In fondo, il busto del Che

Il busto del Che a La Higuera. “Il tuo esempio illumina un nuovo giorno” è la scritta che vi si legge sotto.

Altro luogo interessante che si trova a La Higuera è La Casa del Telegrafista, una volta il luogo da cui si mandavano e si ricevevano telegrammi da questo villaggio. Oggi non c’è più il telegrafista a La Higuera. Gli edifici della Casa sono stati acquistati da un fotografo francese, Juan Lebras, 13 anni fa, che ne ha fatto un ostello.

Ingresso della Casa del Telegrafista.

 

Vallegrande

Il corpo di Guevara e quello dei due suoi compagni vengono trasportati ancora caldi a Vallegrande, capitale della provincia del dipartimento di Santa Cruz che porta lo stesso nome. Il governo ha intenzione di esporli in pubblico per far vedere al mondo che la rivoluzione è fallita, e così succederà il 10 ottobre 1967.

Vallegrande si trova a circa 5 ore di macchina da Santa Cruz de la Sierra, capitale del dipartimento di Santa Cruz e centro economico della Bolivia. È un paesino ordinato, dalla chiara organizzazione coloniale.

L’ospedale più importante, il Señor de Malta, ha ospitato il cadavere del Che all’interno della sua lavanderia. Al momento il nosocomio è ancora pienamente in funzione.

Esterno dell’ospedale Señor de Malta.

Il cadavere di Guevara fu pulito prima di essere mostrato; probabilmente perché fosse ben chiaro che proprio lui, il fido compagno di Fidel Castro, era stato ucciso dall’esercito boliviano. Questa struttura ora non ha altra funzione se non turistica.

Lavanderia “Ernesto Guevara”.

Il corpo del Che fu steso nella doccia all’interno di questo edificio per l’esposizione pubblica. Una folla di persone si mise in fila per vederlo, fotografi da tutto il mondo vennero in questo luogo per immortalarlo.

Il corpo del Che esposto dai militari boliviani a Vallegrande. (Foto: Presencia, 12/10/67)

Il governo decise poi di sotterrare i corpi, ma senza rivelare esattamente dove. Le mani del Che furono invece tagliate e inviate a La Paz per l’identificazione definitiva, per quanto ben pochi dubbi rimanessero rispetto al fatto che l’uomo disteso nella lavanderia di Vallegrande potesse non essere l’eroe argentino della rivoluzione cubana. Vengono richieste le impronte digitali all’Argentina, che decide di collaborare con i boliviani in questo senso, consegnando quelle in possesso del suo esercito.

Una vicenda, quella del rinvenimento del cadavere del Comandante e dei suoi amici, che racconteremo tra poco, quando vi porteremo sul luogo dove esso avvenne.

Altro luogo di grande interesse nella capitale di provincia è il mausoleo dedicato ad altri guerriglieri che per un motivo o per un altro si erano separati dal Che e che persero la vita in combattimento. Il mausoleo è stato eretto sul luogo dove, nel 1997, furono ritrovati i corpi, che sono ora sepolti insieme a quello del Che nel mausoleo di Santa Clara a Cuba dedicato al rivoluzionario argentino.

Interno del mausoleo “Fosa de guerrilleros”

 

A Vallegrande è stato anche costruito un centro culturale in onore al Che e ai suoi compagni di guerriglia.

A destra, ingresso del museo dedicato al Che. A sinistra, il manifesto del programma “Evo Cumple”, che certifica il finanziamento governativo: vi è raffigurato l’attuale Presidente della Bolivia, Evo Morales.

All’interno di questo complesso sono due le strutture importanti: il museo dedicato all’avventura insurrezionale e il mausoleo costruito nello stesso punto in cui furono ritrovati i corpi di Che Guevara e di altri suoi compagni. Sono presenti anche altri locali, che sono però ancora vuoti.

Interno del museo. Sono presenti tavole che raccontano la foto della guerriglia e varie foto. La veste militare che si vede al centro è una riproduzione di quella del Che. Nell’altra teca è presente una riproduzione del Diario redatto da Guevara durante la guerriglia.

Il cadavere di Ernesto Guevara fu ritrovato nel piccolo aeroporto di Vallegrande insieme a quelli di altri sei suoi compagni nel giugno 1997. Le ricerche partirono a seguito di quanto uno dei generali dell’esercito boliviano che partecipò alla spedizione che spense il tentativo guerrigliero rivelò a un biografo del Che, Jon Lee Anderson. Fu quindi richiesto al governo boliviano (allora guidato dal filoamericano Gonzalo Sanchez de Lozada) di autorizzare gli scavi per trovare il cadavere. Il Che e i suoi compagni furono infine ritrovato proprio sotto quella pista, e con il suo quello di altri guerriglieri.

Al corpo mancavano le mani, che attraverso un percorso molto tortuoso sono infine giunte al governo cubano, che le ottenne grazie ad alcuni ufficiali boliviani.

Oggi è stato deciso di spostare la pista di atterraggio per far posto, nello stesso luogo, ad un mausoleo che ricorda il ritrovamento.

Ex pista d’atterraggio di Vallegrande, oggi luogo dove è stato eretto il mausoleo che ricorda il ritrovamento del corpo del Che.

Mausoleo in onore a Ernesto “Che Guevara” eretto nel luogo in cui ne fu ritrovato il cadavere. All’ingresso vi sono due targhe pervenute in omaggio: una dal governo cubano e una dall’ex governo argentino di Cristina de Kirchner.

Interni del mausoleo. Contiene: lapidi dedicate a Guevara e agli altri compagni ritrovati insieme a lui, un mosaico rappresentante tutti i componenti la guerriglia e una raccolta di foto storiche.

Esattamente nel punto di ritrovamento dei corpi, sono state poste queste lapidi. In basso a sinistra, quella dedicata al Che.

Lapide in onore a Ernesto Guevara de la Serna detto “Che”, posta nello stesso luogo in cui ne fu ritrovato il cadavere.

 

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