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Nel Sahel c’è un tempo per tutto. Anche per la liberazione di Pierluigi

La sabbia la sa lunga. Ha i suoi tempi che non quadrano con le comuni attese dei mortali, legati come sono allo scorrere dei giorni e delle ore. Lei sa quando è il momento di muovere la storia.

Un cambio di governo, i militari al comando, trattative in atto probabilmente in segreto, un ruolo probabile di regia francese ed ecco che accade lo scambio. Prigionieri di sabbia per prigionieri di sabbia.

Una libertà che arriva di notte, come il suo rapimento e d’improvviso si apre un futuro rimasto imbavagliato per anni. Persi, trovati, abbandonati, arrestati, deportati, coltivati e rimasti sospesi per anni, gli anni. In cambio di altri prigionieri, innocenti o assassini di altri per la loro libertà. C’è sempre un prezzo da pagare.

Pierluigi tornerà libero col tempo e con la sabbia che in questi due anni l’ha fedelmente accompagnato come non mai nella sua vita. Potrà muoversi, pensare, ‘sguardare’ la sua vita come non mai prima.

Fragile e immensa e vulnerabile come un grembo che si lascia attraversare da uno sconosciuto. Una vita da imparare di nuovo, come un alfabeto scritto sulla sabbia le cui lettere il vento sposta danzando. Scrivere la parola libertà è pur sempre l’avventura più grande che possa accadere nella storia di un uomo.

Poi, in silenzio, le lettere di questa parola si cancelleranno perchè sono anch’esse di sabbia. E allora Pierluigi, ostinato come sempre, aprirà la sua bocca e gli occhi, ad un sorriso.

 Niamey, 8 ottobre 2020

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