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Francia. Un successo, la 10° manifestazione per Georges Abdallah 

Ieri (24 ottobre) si è tenuta la decima manifestazione annuale sotto il carcere di Lannemezan dove è detenuto Georges Abdallah, comunista libanese e combattente della Resistenza in Libano e in Palestina.

La data di ieri ha coinciso con l’anniversario dell’arresto a Lione nel 1984 e con l’inizio del 37esimo anno di detenzione, il che fa di Georges Abdallah il più longevo prigioniero politico in tutta Europa.

Questo perchè – come ricapitolato nel servizio per il Settimanale di Contropiano (https://youtu.be/czd3LiDR3ls) – gli USA e Israele si sono sempre fermamente opposti al suo rilascio, influenzando tutte le decisioni giudiziarie circa la richiesta di libertà condizionale alla quale Georges Abdallah ha diritto dal 1999.

La manifestazione è partita dalla stazione di Lannemezan, piccolo paesino ai piedi dei Pirenei, e, nonostante il difficile contesto legato alla pandemia e alle misure di coprifuoco adottate su metà del territorio nazionale, ha visto la partecipazione di circa 1.000 persone, venute da ogni angolo della Francia, ma anche dalla Spagna e dal Belgio.

Presenti in gran numero le organizzazioni e le associazioni che si battono a sostegno del popolo palestinese, contro l’apartheid israeliana e la normalizzazione del regime sionista, e diverse forze politiche e sociali internazionaliste dell’area Euro-Mediterranea (Libano, Tunisia, Marocco, Turchia) che lottano contro l’imperialismo per il diritto all’autodeterminazione di tutti i popoli.

Due lotte politiche care a Georges Abdallah e che hanno costantemente fatto parte della sua vita, fuori e dentro il carcere. 

Animato da canti e cori, il corteo è arrivato sotto le mure della prigione di massima sicurezza di Lannemezan, un vero e proprio “carcere politico” poiché oltre a Georges Abdallah vi sono detenuti anche alcuni militanti e combattenti del movimento indipendentista basco.

Qui è iniziata una sonora e fragorosa “battitura” contro la recinzione esterna, mentre i manifestanti intonavano a squarciagola: “Lui è parte delle nostre lotte, noi siamo parte della sua! Libertà per Georges Abdallah!”.

I cori hanno rotto il silenzio che circondava l’istituto penitenziario e sembravano farlo addirittura tremare: “Pietra dopo pietra, muro dopo muro, abbatteremo tutte le prigioni”, è stato il canto per ricordare tutti i prigionieri politici e rivoluzionari vittime della repressione di Stato.

Il corteo è terminato davanti al cancello principale e, mentre gli striscioni venivano affissi alla recinzione, l’emozione ha infiammato i cuori e acceso la protesta: “Abdallah, Abdallah, i tuoi compagni sono qua!”.

Viene letta la dichiarazione comune (trascrizione e traduzione in italiano allegata) sottoscritta dalle diverse organizzazioni che partecipano alla Campagna unitaria per la liberazione di Georges Abdallah e che hanno preso parte al mese di mobilitazione internazionale culminato nella manifestazione di ieri. 

La Rete dei Comunisti, firmaria della dichiarazione e parte attiva delle mobilitazioni nell’ultimo mese a Parigi, era presente sotto al carcere di Lannemezan e, allo stesso tempo, mobilitata a Roma, al Colosseo, con uno striscione in solidarietà con la manifestazione in Francia e per ribadire il sostegno internazionalista a tutte le forze che esigono la libertà immediata e incondizionata del nostro compagno Georges Abdallah.

Georges Abdallah é simbolo e forza della lotta internazionalista e antimperialista a livello mondiale, mentre dalla sua cella continua a ribadire che “un altro mondo non solo è possibile ma necessario”.

La Rete dei Comunisti lotta ogni giorno, su tutti i fronti della lotta di classe, per costruire questa alternativa politica e sociale, con il profondo desiderio di essere al fianco di Georges Abdallah il giorno della sua liberazione per continuare a combattere con lui. 

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La vittoria o la vittoria!

Libertà per Georges Abdallah!

Lannemezan, 24 ottobre 2020

Cari compagni e amici,

eccoci qui, per il decimo anno consecutivo, davanti a questo centro penitenziario di Lannemezan. Già dieci anni durante i quali, qui come altrove, abbiamo denunciato la detenzione del nostro compagno Georges Abdallah, chiesto l’urgente necessità del suo rilascio e riaffermato il nostro incondizionato sostegno al grande combattente della Resistenza che lui rappresenta e alle battaglie che non ha mai smesso di condurre in tutta la sua vita.

Già dieci anni, ma anche 36 anni di prigione e tutta una vita di lotte, della costante consapevolezza che Georges Abdallah esprime in ogni sua dichiarazione – e che noi condividiamo – che un altro mondo non solo è possibile ma necessario.

Perché sappiamo molto bene, ascoltando o leggendo attentamente ogni sua dichiarazione – come è stato fatto poco fa – che combattere per Georges Abdallah e con Georges Abdallah è, in questa guerra di classe:

– combattere contro il sistema capitalista, imperialista, colonialista e neocolonialista, sinonimo di occupazione, sfruttamento e dominazione, che non è altro che – come dice lo stesso nostro compagno – “barbarie”, “distruzione dell’essere umano” e “spreco di risorse”.

– lottare per rendere conto di coloro che si credevano intoccabili.

– lottare al fianco delle masse e dei quartieri popolari che denunciano con vigore e determinazione l’ingiustizia, la violenza e la repressione della polizia, la corruzione, la negligenza delle autorità e che combattono instancabilmente, a volte in rivolte quasi insurrezionali, per le loro conquiste e i loro diritti.

– combattere contro tutte le forme di repressione che sono alla base di regimi eccezionali, pieni poteri votati alla Sacra Unione, Stati di emergenza, leggi antiterrorismo, leggi contro il cosiddetto separatismo, coprifuoco, articoli 49.3, coprifuoco e ordinanze permanenti, le nostre libertà fondamentali e lasciano carta bianca alle forze di polizia e giudiziarie repressive.

Combattere per Georges Abdallah e con Georges Abdallah, come ben sappiamo, significa anche opporsi a tutte le forme di nazionalismo reazionario e al suo nauseante fetore – particolarmente evidente negli ultimi giorni – con l’immancabile internazionalismo.

Significa stare al fianco dei popoli di tutto il mondo e sostenere, in piena solidarietà, le loro lotte e la loro resistenza.

Significa combattere a fianco della resistenza palestinese, per la realizzazione di tutti i diritti del popolo palestinese, compreso il diritto al ritorno di tutti i “rifugiati”, a sostegno dell’Intifada, dei giovani palestinesi, degli eroi della resistenza prigionieri nelle carceri sioniste; significa sostenere la rivoluzione palestinese e combattere contro la normalizzazione e ogni forma di liquidazione.

Significa prendere una posizione chiara contro ogni forma di prevaricazione, compromessi, negoziati e infinite illusioni che mirano solo a liquidare il movimento di liberazione nazionale palestinese e a ridurlo a una mera questione umanitaria. Ciò significa sostenere la resistenza con tutti i mezzi a beneficio degli interessi del popolo palestinese e dei popoli della regione.

Con questa linea rossa che egli traccia in ogni sua dichiarazione e che dobbiamo imperativamente tenere come segno di ciò che è progressista e rivoluzionario e ciò che non lo è, Georges Abdallah è davvero il nostro compagno! Con questa pretesa pienamente assunta che se oggi esiste davvero un diritto giusto e legittimo è proprio il diritto alla rivolta, Georges Abdallah è davvero il nostro compagno!

Georges Abdallah, le tue lotte sono le nostre e se ce n’è una che siamo sempre più numerosi a rivendicare ovunque in Francia e nel mondo, è la richiesta della tua liberazione. Mille iniziative di solidarietà fioriscono ovunque per proclamare questa esigenza e per ricordare ai più alti livelli dello Stato questa necessità imperativa rivolta al Ministro dell’Interno del “deve firmare”.

Forti della tua coscienza, sappiamo che è sempre, e soprattutto nel tuo caso, a livello delle autorità politiche che tutto viene deciso – lontano da una partita giudiziaria giocata, soprattutto al servizio della classe dominante. Con la sua perspicacia, sappiamo bene che la decisione di non rilasciarti è una decisione politica ed è per questo che ci battiamo sul terreno politico.

Questo cammino verso la liberazione e la libertà è lungo, pieno di insidie e contraddizioni, ma anche qui, se c’è un’affermazione del nostro compagno Georges Abdallah che facciamo nostra, è quella dell’urgente necessità di lotta e resistenza, nella diversità delle nostre espressioni e nella convergenza dei nostri impegni affinché la liberazione del nostro compagno si traduca finalmente in azione e perché “è insieme e solo insieme che vinceremo” per “vittoria o vittoria!”.

Abdallah, Abdallah, i tuoi compagni sono qua!

Tu sei parte delle nostre lotte, noi siamo parte della tua!

Libertà per Georges Abdallah!

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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