Durante il periodo di Blocco, in un negozio della Bay area, le vendite di armi da fuoco sono aumentate del 500%. La gente comune paga e si porta a casa soprattutto la Glock 19, una pistola di 595 grammi, lunga 17,4 cm, una calibro 9, un pelo più piccola della Glock 17, usata dai militari e dalle forze di polizia.
Il signor Woodridge, sentito dal San Francisco Chronicle, dice che ha deciso di comprare una pistola per proteggersi durante quello che è diventato un periodo di forte tensione nella vita americana.
Un numero crescente di californiani, si legge su SFC, sembra alleviare un senso di panico e di impotenza acquistando armi.
“Il mondo è impazzito“, dice il signor Woodridge, “e potrebbe diventare ancora più pazzo. Per difendere la mia casa e la mia vita, ho comprato una Glock 19 e due scatole di proiettili. Ciò che mi preoccupa, dice, sono le possibili irruzioni nelle case, le rapine, la mia sicurezza, quella di mia moglie e di mio figlio. Con il blocco, dice, le persone sono sempre più disperate, ci stiamo preparando al peggio“.
Reale o immaginario che sia, il pericolo sta già macinando le sue vittime, fatte di gente come il signor Woodridge, che, appostato alla finestra con una pistola in pugno, aspetta che il vicino che ha appena perso il lavoro sbrocchi e si trasformi in un lupo per l’uomo.
Un rapporto della Davis School of Medicine dell’Università della California, pubblicato il 6 ottobre scorso, e che ha per tema Coronavirus e Violenza, sostiene che le condizioni che contribuiscono alla violenza sono (che scoperta!) la povertà, la disoccupazione, la mancanza delle risorse disponibili, l’isolamento, la disperazione.
Tutti questi problemi, che in alcune aree degli Usa – ma anche dnel resto dell’Occidente – non erano assenti nemmeno prima del Blocco, si sono moltiplicati e aggravati. A far in modo che le preoccupazioni e le angosce – addirittura la malattia mentale – si avvitassero in una spirale psicotica, ci ha pensato una lettura che ha presentato il Blocco come una Guerra, un Armagèddon.
Circa 110 mila californiani hanno acquistato armi a causa del Blocco. E 55 mila possessori di armi (tra vecchi e nuovi) adesso preferiscono tenere l’arma a portata di mano, infilata nella cintura, anziché riposta nella cassaforte.
La domanda di armi è costantemente in crescita. È così alta, dicono i rivenditori sentiti da SFC, che tutti i giorni sembra natale. Le scorte si sono esaurite, non si riescono ad evadere tutte le richieste. Anche le munizioni scarseggiano.
Secondo un rapporto redatto dall’UCFC dell’Università della California, nel 2018 si stima che 4,2 milioni di californiani adulti, ovvero il 14% degli adulti dello Stato, posseggano un’arma, e ulteriori 3,1 milioni di californiani (11%) vivono in casa con persone che posseggono un’arma. Il 57% ha deciso di comprare una pistola per difendersi da altre persone, e solo il 18% per usarla per lo sport.
Tra questi 4,2 milioni di adulti californiani ci saranno anche criminali comuni, appartenenti alle gang e alle mafie, ci saranno criminali veri, rapinatori, papponi, persino manovalanza della ‘ndrangheta di importazione, ci saranno suprematisti e scoppiati di ogni tipo.
Se un giorno questi californiani, non dico i 4,2 milioni che posseggono un’arma, ma solo i 110 mila che ne hanno comprata una a causa del Blocco, decidessero di scendere per strada, come è successo a Napoli l’altro ieri, potete star certi che fra di essi ci sarà qualche scoppiato e qualche malavitoso o delinquente comune, persino qualche fascista, ma la stragrande maggioranza sarà composta da gente come il signor Woodridge, impazzito per la paura e il contenimento, disoccupato e impoverito dal Blocco.
Non bisogna minimizzare il gesto, o credere ingenuamente che ogni rivolta contenga la promessa di un riscatto generale. Ma non bisogna nemmeno affrettarsi a biasimare la sua furia devastatrice, perché se non siamo noi a dargli credito sarà la mala.
Se mi chiudi, mi paghi.
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