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Turchia, libertà per l’avvocato Aytaç Ünsale e tutti gli avvocati del popolo

Sono centinaia agli avvocati arrestati arbitrariamente e condannati in processi farsa dopo il tentato colpo di stato del luglio 2016.

Le pratiche penali dei pubblici ministeri e gli atti di terrorismo della polizia turca hanno preso di mira gli avvocati con indagini penali e detenzioni arbitrarie associando i legali ai presunti crimini dei loro clienti.

Tra questi c’è il caso della Associazione degli avvocati progressisti (ÇHD), in cui il tribunale ha condannato a 159 anni di reclusione gli avvocati convenuti, senza prendere in considerazione le loro dichiarazioni difensive.

In nessuno di questi maxiprocessi che si sono svolti fino ad ora c’erano prove che gli avvocati fossero “terroristi”, avessero partecipato ad attività violente o incitato alla violenza, come invece dichiarato dall’accusa.

Il caso dell’Avvocato del Popolo Aytaç Ünsal

L’avvocato turco Aytaç Ünsal

L’avvocato turco Aytaç Ünsal, scarcerato temporaneamente a causa delle sue gravi condizioni di salute dopo 217 giorni di sciopero della fame, è stato nuovamente arrestato e torturato brutalmente il 9 dicembre 2020. Attualmente si trova nel carcere di massima sicurezza di Tipo F di Edirne, in una cella di isolamento.

L’avvocato per i diritti umani, che nei mesi scorsi aveva avviato uno sciopero della fame come forma di protesta per ottenere un processo equo, assieme alla collega Ebru Timtik, morta a causa del lungo digiuno, durato, nel suo caso, 238 giorni, è attualmente incapace di muoversi a causa dei danni alle terminazioni nervose provocati dal lungo digiuno.

L’accusa lanciata dal ministro dell’Interno Suleyman Solyu, lo stesso che aveva minacciato di far arrestare chiunque esponesse la foto di Ebru dopo la sua morte, è quella di aver tentato la fuga, per sottrarsi alla giustizia turca. Un’accusa respinta con fermezza dall’Ufficio Legale del Popolo.

Prima di essere scarcerato dalla Corte Suprema a causa del deteriorarsi delle sue condizioni di salute, Ünsal era in prigione dal 12 settembre 2018. È stato accusato di «aver comunicato i messaggi dell’organizzazione ai membri catturati e di agire come corriere» e condannato a 10 anni e sei mesi da un tribunale di Istanbul il 20 marzo 2017.

Il caso si basava sulla testimonianza di un testimone anonimo che è stato utilizzato dall’accusa in diversi casi, senza possibilità di contraddittorio.

L’arresto è stato deciso dal Ministro dell’Interno Solyu (e da nessun Tribunale) ed è completamente contrario alla decisione della Corte Suprema, in quanto l’avvocato Aytaç Ünsal non si è ancora ripreso dallo sciopero della fame, sta facendo ancora le cure e non gli è stato proibito di muoversi all’interno della Turchia.

La Turchia dovrebbe porre fine al suo assalto alla professione di avvocato

Mettere centinaia di avvocati in prigione e sotto processo e limitare la capacità di agire delle persone prese in custodia dalla polizia e in tribunale, mostra lo stato disastroso del sistema di giustizia penale della Turchia e dovrebbe essere di grave preoccupazione per tutti in Turchia e a livello internazionale.

Gli avvocati sono i principali garanti del diritto a un processo equo e la disponibilità della Turchia a deriderlo negli ultimi tre anni è profondamente allarmante.

Gli avvocati hanno affermato di essere poco più che “comparse” nelle udienze in tribunale. L’uguaglianza tra l’accusa e l’imputato non può essere preservata se all’avvocato dell’imputato è impedito di organizzare una difesa efficace e se gli elementi del contraddittorio del procedimento diventano poco più che una formalità.

«Contrariamente agli accordi sui diritti umani»*

Siamo profondamente preoccupati per gli arresti degli avvocati e per i raid nelle loro case in Turchia. Gli arrestatisono avvocati della difesa impegnati nelle cause che hanno come imputato lo Stato.

* Gli avvocati hanno preso posizione contro il divieto di difendere il popolo dai crimini commessi dallo Stato.

* Vogliamo anche far notare alle autorità turche che questi arresti sono contrari a tutti gli accordi sui diritti umani. Questiarresti infatti sembrano ignorare i “Principi fondamentali sul ruolo degli avvocati” (Regole dell’Avana) adottati al Congresso delle Nazioni Unite (ONU) a L’Avana/Cuba nel 1990.

* Secondo queste leggi,il governo è responsabile digarantire che gli avvocati possano svolgere la loro professione senza subire minacce, interferenze, molestie e interventi inappropriati.

Chiediamo al governo della Turchia:

* Porre immediatamente fine alle sistematiche detenzioni abusive e ai procedimenti giudiziari di avvocati, giudici, pubblici ministeri e funzionari del tribunale.

* Far cadere le accuse erilasciare gli avvocati accusati di associazioni e affiliazioni con gruppi proscritti.

* Porre immediatamente fine all’interferenza e alla presa di mira degli ordini degli avvocati e delle associazioni di avvocati, nonché l’arresto arbitrario e il perseguimento dei loro membri.

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1 Commento


  • Redazione Contropiano

    Da quanto c’è scritto nell’intervista si. Ma se vuoi inchiodare Maduro e l’intera esperienza del Venezuela a quella frase commetti un errore. L’intervista parla anche di molto altro

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