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Crolla AstraZeneca. Nelle forniture e nella credibilità

Gestire una pandemia delegando ai “privati” la produzione della materia prima fondamentale – i vaccini – può solo produrre disastri, caos, complottismi e follia.

E puntualmente accade.

I problemi erano cominciati subito, con la firma da parte dell’Unione Europea di contratti che non prevedono alcun impegno concreto delle multinazionali di Big Pharma, tanto da doverli secretare e cospargere di “omissis” al momento della pubblicazione (un po’ come i verbali di “Antelope Cobbler”, per chi vuole risalire lontano negli scandali del passato…).

Si erano moltiplicati poi, con il taglio delle forniture “promesse” all’Unione Europea, mentre si moltiplicavano quelle per Usa e Gran Bretagna (paesi-base di tutte e quattro le società che hanno visto approvare fin qui un loro vaccino) e misteriosi “intermediari” si presentavano agli amministratori di diverse istituzioni (le Regioni, qui da noi) offrendo pacchi di vaccino; ovviamente a un prezzo un po’ più alto.

Anche a livello strettamente scientifico, le incertezze non sono mai mancate. Specie per quanto riguarda il prodotto AstraZeneca, di cui ancora oggi non si riesce a sapere in modo definitivo la percentuale di efficacia (i numeri sparati sui media vanno dal 61 al 90%, a piacere dell’esperto intervistato).

Anche per quanto riguarda la platea, all’inizio era stato autorizzato soltanto per persone in buona salute e sotto i 55 anni. Poi, vista la pressione della necessità, era stato definito “ottimo e abbondante” anche per gli over 55, e infine per qualsiasi età. Procedura un po’ disturbante, ma siamo in emergenza, mica starete a sottilizzare….

Il colpo definitivo all’immagine pubblica è arrivato però con il ritiro disposto dall’Aifa, in via precauzionale e su tutto il territorio nazionale, del lotto ABV2856 della stessa AstraZeneca, dopo quattro casi sospetti di morte, a seguito di una somministrazione del siero. Una professoressa, un militare, un poliziotto e un bidello.

L’agenzia statale precisa che non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e le reazioni avverse gravi, e che saranno quindi necessarie ulteriori indagini. Le dosi appartenenti a questo lotto sono state distribuite in tutta Italia, visto che si parla di circa 500mila pezzi.

Diversi paesi europei, nel frattempo, avevano deciso per proprio conto di fermare le somministrazioni del prodotto AstraZeneca: Danimarca, Austria, Estonia, Lituania, Lussemburgo e Lettonia (tutte rifornite con un lotto diverso da quello “italiano”), cui si sono aggiunte Norvegia, Islanda e Bulgaria. Per prudenza.

Come se non bastasse, stamattina la multinazionale anglo-svedese ha annunciato un altro taglio del 25% alle forniture contrattualmente dovute. Dei 40 milioni di dosi che avrebbero dovuto arrivare (per tutta la Ue) entro la fine marzo ne verranno consegnate solo 30,1 milioni. Altri 20 milioni ad aprile, forse…

Questo caos, complice anche un sistema mediatico ottuso e “sensazionalista”, eccita nuovamente i complottismi NoVax e similari, senza mai centrare la realtà dei problemi.

Il primo dei quali impatta violentemente sul pilastro principale dell’attuale sistema neoliberista occidentale: non si può affidare la salute e la sopravvivenza di miliardi di persone a un pugno di multinazionali che hanno come unico scopo quello di massimizzare i guadagni.

Ma proprio questo è stato fatto. Smontando, per riuscirci, anche le normali precauzioni che un qualsiasi Stato è abituato tenere in piedi nei settori “strategici”. Per esempio: ogni Stato di una certa rilevanza cerca di mantenere il controllo sulla produzione di armi, in modo da non trovarsi inerme in caso di “pressioni” o attacchi esterni.

Nel settorcomparto farmaceutico, invece, e soprattutto nel settore dei vaccini, si è lasciato andare tutto “al mercato”. Ricerca e sviluppo nella sanità sono state oggetto per 30 anni – almeno – di tagli. Poi, davanti all’emergenza pandemica, sono state finanziate le ricerche condotte dai “privati”, ma senza nulla a pretendere in cambio.

Quindi ora tutto l’Occidente capitalistico (un po’ meno soltanto Usa e GB, come detto) è dipendente da quattro o cinque consigli di amministrazione che decidono in base ai propri interessi. Peggio: non avendo una propria base autonoma – sia per la ricerca che per la produzione – non può neanche svincolarsi in tempi brevi (quelli utili a contrastare la pandemia) e procedere sfanculando Big Pharma.

Mario Draghi e Ursula von der Leyen, in teoria i massimi vertici dell’”europeismo istituzionale”, si sono consultati ieri sul problema cavandone fuori una conclusione degna di Alberto Sordi ne La grande guerra: “non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino Astrazeneca”. Quel vaccino sarebbe insomma e comunqueottimo e abbondante”.

I troviamo così di fronte a una alternativa del diavolo: fidarsi o no dei vaccini disponibili (quello russo, i cinesi e il cubano, per motivi diversi, non sono per ora accessibili, in Italia).

Chiaro che qui prova a infilarsi il NoVax… E va stroncato sul posto.

Sul piano scientifico la risposta è netta: l’unica arma contro i virus sono i vaccini. Dunque vaccinarsi è giusto e necessario, anzi è l’unica possibilità di uscire da questo incubo infinito.

Ma passando al piano materiale la domanda diventa: ci si può fidare di questi vaccini?

Sono stati validati dalle agenzie del farmaco statunitense, inglese, europea e le varie nazionali. Dunque non è lecito, né logico, dubitare. Ma il diavolo sta sempre nei dettagli. Non tutti i “lotti” escono perfetti, non sempre si riesce a mantenere perfettamente integra la “catena del freddo” (addirittura -70 gradi per i prodotti Pfizer e Moderna) dalla fabbrica al banco dell’inoculazione individuale.

Ma non esiste nessuna soluzione valida – né scientificamente né socialmente – se si resta in balia di quattro stronzi avidi e lontanissimi dalla rabbia dei popoli.

L’unica via – ma ogni giorno perso è di troppo – è produrre autonomamente i vaccini che risultano migliori all’analisi di scienziati affidabili e indipendenti da Big Pharma. Ma questo è impossibile in un sistema costruito per servire quattro stronzi avidi e irraggiungibili.

Dall’alternativa del diavolo si esce rompendo…

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2 Commenti


  • Wladimiro

    “sul piano scientifico la risposta è netta: l’unica arma contro i virus sono i vaccini. Dunque vaccinarsi è giusto e necessario, anzi è l’unica possibilità di uscire da questo incubo infinito”

    Ma davvero? Ne siete sicuri? Fornireste dati scientifici a supporto?


    • Redazione Contropiano

      assolutamente sì

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