Biden vs Putin. L’obiettivo Usa è far saltare gli accordi energetici sul gas tra la Russia, la Germania e l’Europa. E come ovvio corollario sostituire il gas russo, se possibile, con quello liquefatto americano, anche se dovesse costare più caro. E’ la guerra dei gasdotti.
Cosa si nasconde dietro le parole di Biden che hanno fatto così scalpore? La guerra dei gasdotti. L’obiettivo è preciso: far saltare gli accordi energetici sul gas tra la Russia, la Germania e l’Europa. E come ovvio corollario sostituire il gas russo, se possibile, con quello liquefatto americano, anche se dovesse costare più caro per trasporto e infrastrutture.
Quindi Biden usa toni da guerra fredda e pratiche da signorotto medioevale. In sintesi la guerra è questa: gli Usa vogliono colpire Putin nelle entrate energetiche e noi dobbiamo stare al loro gioco e pagare di tasca nostra.
Attaccando Putin e definendolo un assassino Biden, ha lanciato un avvertimento anche agli europei. Se prendete il gas russo arrivano le sanzioni: la minaccia, già di Trump, non è nuova ma esplicita, messa nero su bianco e con una tempistica precisa.
Proprio mentre il presidente americano rilasciava la sua intervista, il dipartimento di stato pubblicava sul suo sito una dichiarazione in cui si affermava che il gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania «è un cattivo affare per la Germania, l’Ucraina e per tutti gli europei perché divide il continente e indebolisce la sicurezza energetica europea».
E subito dopo viene allegato l’ultimatum: «Le società che lavorano al Nord Stream 2 devono abbandonare immediatamente i lavori al gasdotto offshore altrimenti incorreranno nelle sanzioni americane». Sanzioni che in genere significa essere messi in «lista nera», non potere lavorare e avere commesse negli Stati uniti o fare affari con società americane, fino al divieto di effettuare transazioni con banche Usa e in dollari.
In poche parole vuol dire essere cancellati dalla legalità finanziaria, come accade per Paesi come l’Iran, Cuba, il Venezuela. Certo che per essere atlantisti e partner degli americani, la Germania e gli altri Paesi europei – ma anche questa non è una novità – vengono trattati da Washington come servi della gleba.
Si capisce bene che l’insulto di Biden a Putin è il seguito del conflitto energetico e di interessi che oppone gli Usa, la Russia e l’Europa.
Singolare coincidenza le minacce americane avvengono nel decennale dei raid francesi, Usa e britannici sulla Libia di Gheddafi, dove probabilmente senza i bombardamenti il regime della Jamahiriya non sarebbe mai caduto.
Ma allora gli interessi americani, francesi e britannici coincidevano: si trattava di eliminare un Raìs che custodiva miliardi di metri cubi di riserve di petrolio e di gas, legato da un gasdotto, il Greenstream, a una media potenza in declino come l’Italia, che infatti, pur di preservare gli interessi dell’Eni, si unì dopo un mese ai raid sotto l’ombrello della Nato, abbandonando un alleato che il 30 agosto 2010 aveva ricevuto a Roma in pompa magna.
La guerra dei gasdotti viene da lontano. Negli anni Duemila Eni e la russa Gazprom avevano realizzato la pipeline Blue Stream che trasportava il gas dalla Russia alla Turchia attraverso il Mar Nero. E già questo agli americani era piaciuto assai poco.
Poi l’Italia nel 2007 (governo Prodi) aveva sottoscritto un altro accordo tra Eni e Gazprom per realizzare il South Stream, un nuovo gasdotto per connettere direttamente Russia e Unione europea, eliminando dal transito ogni Paese extra-comunitario. Il progetto fu sospeso nel 2014 per le sanzioni a Mosca in seguito all’annessione della Crimea.
Il South Stream venne quindi sostituito dal Turkey Stream, una pipeline realizzata con l’accordo tra Putin ed Erdogan, per altro su fronti contrapposti in Siria, Libia e nel Caucaso. Putin allora fece anche a Erdogan un bello sconto del 6% sulle forniture del gas e la cosa agli americani piacque ancora meno.
Ecco perché Putin nelle parole di Biden è un «assassino»: ci vuole vendere gas con lo sconto e magari pure i vaccini. Ecco il motivo per cui anche Erdogan è stato attaccato dal presidente americano sulla questione curda. Cosa giusta se gli americani non prendessero in giro come al solito i curdi per poi abbandonarli al loro destino come fece Trump nel 2019 lasciandoli massacrare da Ankara.
E per tenere a bada la Turchia gli Usa incoraggiano, come raccontava qualche giorno fa Michele Giorgio su il manifesto, l’alleanza sempre più stretta tra Israele, Grecia e Cipro per la difesa dei giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale rivendicati anche dalla Turchia: risorse energetiche da convogliare sui mercati continentali con un gasdotto offshore di duemila chilometri.
Come reagiscono gli europei alle minacce Usa sul Nord Stream 2? Il progetto – ormai realizzato al 90% – dicono i partner dei tedeschi verrà concluso, anche se Polonia e Ucraina, Paesi di transito del gas russo, sono infuriate perché temono la riduzione dei loro introiti.
Ma la guerra dei gasdotti non è finita: un po’ di nuovi missili nucleari americani potrebbero magari andare, a partire dalla Polonia un po’ in tutta Europa, giusto per far capire a Putin che non deve vendere il gas con lo sconto e lo Sputnik agli europei. La nuova geopolitica in tempi di pandemia mette alla prova la salute e le tasche.
*da Il manifesto
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