Dopo che il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha informato i leader dei rispettivi Paesi sul colloquio telefonico avuto il 22 marzo con Vladimir Putin, il summit dei capi di Stato e di governo della UE ha rinviato a giugno ogni discussione riguardante l’atteggiamento verso la Russia. Sembra abbastanza chiara l’esistenza, quantomeno, di differenti posizioni e i punti oggetto di discussione non possono che essere l’atteggiamento dei diversi Paesi UE sul vaccino russo “Sputnik V” e il gasdotto “North stream 2”.
Sulla seconda questione, in particolare, che tocca direttamente gli interessi tedeschi, da una parte e quelli yankee, dall’altra, il Segretario di stato USA Antony Blinken ha informato gli “alleati” che le divergenze con Berlino sul raddoppio gasdotto russo non devono influenzare i rapporti tra USA e Germania, pur se la Casa Bianca considera il progetto «un cattivo affare per l’Europa, per noi, per l’Alleanza». Come no!
Quando in discussione sono gli interessi delle compagnie energetiche yankee, gli “affari cattivi” riguardano l’Europa… «La Germania è uno dei nostri alleati più stretti nel mondo. Operiamo insieme ogni giorno su molte questioni… Il fatto che esistano davvero divergenze sul “North stream 2”, non influisce e non influirà sulla partnership e sui rapporti in generale», ha dichiarato Blinken a Euronews.
Il progetto di gasdotto, ha detto, «mina i principi basilari UE nel campo di sicurezza e indipendenza energetiche. Mi sembra che costituisca una sfida per Ucraina, Polonia e altri paesi… Per me era importante dire tutto ciò direttamente e chiaramente al mio amico Heiko Maas… il fatto è che in USA ci sono leggi che impongono sanzioni contro quelle imprese che materialmente contribuiscono alla costruzione del gasdotto». Il suddetto “amico” è avvertito.
Quanto il progetto rappresenti “un cattivo affare per l’Europa, per noi, per l’Alleanza” lo ha esplicitato anche il Segretario della NATO Jens Stoltenberg che, dall’Università della Florida ha dichiarato che l’Alleanza intende ricorrere alla forza anche in caso di aggressione portata a uno dei Paesi membri con mezzi non militari.
Dunque, se il gasdotto che porterà nuovo gas russo in Europa in concorrenza col gas di scisto americano, «mina i principi basilari UE nel campo di sicurezza e indipendenza energetiche», ecco che il Segretario generale NATO ammonisce che «Non concederemo mai al nostro potenziale avversario il privilegio di sapere con esattezza quando noi ricorreremo all’articolo 5. Ma abbiamo detto chiaramente che ricorreremo all’articolo 5 quando lo riterremo necessario. Inoltre, possiamo applicare l’articolo 5, quando vediamo un’aggressione con l’utilizzo di mezzi diversi dai mezzi militari convenzionali», ha detto Stoltenberg.
L’articolo 5 del Trattato prevede una risposta collettiva in caso di “attacco armato a uno o più” Paesi membri della NATO.
«Abbiamo visto che azioni aggressive sono state intraprese» ha detto Stoltenberg, «da altri paesi contro gli alleati della NATO, utilizzando mezzi militari non tradizionali, mezzi non militari per cercare di minare le nostre posizioni, dividerci, attaccarci» e la NATO, a suo dire, «deve adattarsi proprio a questi casi», adottando le relative decisioni.
Così, ha detto che ora, ad esempio, la NATO è pronta ad applicare l’articolo 5 in risposta agli attacchi informatici: «Alcuni anni fa, abbiamo deciso che un attacco nel cyberspazio, un attacco informatico, possa portare all’applicazione dell’articolo 5».
Chissà che dal “North stream” raddoppiato non arrivino minacciosi “attacchi informatici”: la risposta della NATO è pronta.
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