La innovativa ipotesi di sperimentare in Spagna la settimana lavorativa di quattro giorni o 32 ore, potrebbe non vedere luce sino al 2022 , ufficialmente per la mancata copertura con i fondi europei prevista inizialmente.
A riferirlo è il quotidiano spagnolo “El Confidencial“, sulla base di fonti del ministero dell’Industria.
L’iniziativa dovrebbe essere finanziata con i fondi stanziati nella prossima legge di bilancio da approvata alla fine di quest’anno. Más País, il partito che ha avanzato la proposta, non si è detto contrario al fatto che il pacchetto di 50 milioni per finanziare il progetto debba essere messo a bilancio, purché si approfitti già di alcune delle voci aperte in quello attuale.
Durante le trattative sul bilancio dello Stato del 2021, a marzo il partito Más País – nato nel 2019 dalla scissione di Inigo Torrejon da Podemos, ndr – aveva chiesto in cambio del suo voto favorevole che fosse incluso il finanziamento di un progetto pilota per ridurre l’orario di lavoro. La proposta però era stata respinta dall’esecutivo, ma Más País ha continuato a negoziare per l’introduzione di questa misura ed ha presentato l’emendamento al progetto di bilancio dello Stato con questo progetto pilota definito “complemento di riduzione dell’orario di lavoro”, finalizzato a sovvenzionare le piccole e medie imprese con linee di aiuto pluriennali. La proposta di Más País è di includere in questo processo duecento aziende con un organico tra i 3 mila ed i 6 mila lavoratori.
La proposta era che il progetto fosse ideato dal Ministero del Lavoro e realizzato in collaborazione con le comunità autonome che lo richiedono. In ogni caso, l’adozione del provvedimento non potrà mai portare a una riduzione dei salari dei lavoratori.
Ma, da quanto sembra, il progetto potrebbe essere rinviato almeno di un anno e si corre il rischio che possa sfumare nelle complesse trattative della prossima legge di bilancio.
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