L’ultimo pronunciamento “scaricabarile” sul vaccino AstraZeneca da parte dell’Ema (Agenzia Europea del Farmaco), deve essere stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
I balbettii dell’Ema sull’AstraZeneca – ossia il vaccino meno costoso e non prodotto dagli Usa – e poi l’aver rinviato ai singoli Stati europei le decisioni se continuare ad usarlo, sembrano coincidere con la decisione del governo tedesco di avviare colloqui diretti con l’istituto russo Gamaleya e l’Istituto di ricerca microbiologia per acquisire il vaccino Sputnik.
Di fronte all’evidente fallimento della campagna europea sulle vaccinazioni, la stessa Ue ha deciso di fare buon viso a cattivo gioco. Rispetto al vaccino russo Sputnik “gli Stati membri dell’Ue sono liberi di comprarlo in autonomia” ha detto il portavoce capo della Commissione Europea Eric Mamer, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.
La dichiarazione, che indica una sorta di “libera tutti”, è arrivata dopo che il ministro della Salute tedesco Jens Spahn ha annunciato che la Germania potrebbe trattare in via bilaterale con Mosca l’acquisto di dosi del vaccino russo, se verrà autorizzato dall’Ema.
In Germania, come in altri paesi europei, stanno crescendo le polemiche per la lentezza della campagna vaccinale (nella efficiente Germania siamo appena al 12,9% della popolazione a cui è stata somministrata una prima dose). Le nuove incertezze sul vaccino AstraZeneca (alcune delle quali segnalate anche dalla stessa Germania), non inducono certo un aumento del ritmo nella somministrazione dei vaccini anti.Covid alla popolazione.
Il ministro alla Sanità, Jens Spahn, ha così annunciato ufficialmente l’inizio del confronto con Mosca in vista di una possibile distribuzione dello Sputnik in Germania, anche se è tornato a precisare che “Prima è necessaria l’approvazione dell’Ema e a tale scopo la Russia deve fornire i dati necessari”.
Ma finora la Commissione europea ha fatto sapere che non intende firmare un contratto per lo Sputnik V. Ragione per cui il ministro alla Sanità di Berlino ha riferito che la Germania “avvierà colloqui bilaterali con la Russia“, cominciando a discutere di possibili quantità da spedire nei centri vaccinali tedeschi.
Anche il presidente della Commissione permanente per i vaccini (Stiko), sembra d’accordo: “I dati finora pubblicati sullo Sputnik sembrano buoni“, ha detto Thomas Mertens alla Zdf, “non sappiamo se l’Ema ha ulteriori informazioni: non avrei niente da obiettare se questo vaccino verrà valutato e approvato“.
Ma a rompere gli indugi e l’ostruzionismo dell’Ema sullo Sputnik, erano stati soprattutto i governi locali dei Laender tedeschi.
Mercoledì si era diffuso l’annuncio da parte del land della Baviera in merito ad un pre-accordo per acquistare 2,5 milioni di dosi di Sputnik prima ancora di una eventuale approvazione da parte dell’Ema.
Anche nel land del Meclemburgo il ministro regionale della Salute starebbe mettendo in campo un contratto per la distribuzione di un milione di dosi di Sputnik, che sarebbero disponibili già tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.
Ad esprimersi favorevolmente all’uso della Sputnik risulta essere anche il governatore del Brandeburgo: “Per il successo della campagna vaccinale si dovrebbe utilizzare ogni possibile e affidabile vaccino a disposizione. E questo vale anche per lo Sputnik“, ha affermato il governatore, e in termini simili si è espresso anche il presidente della Sassonia.
In Germania la curva dei contagi stenta a scendere: ieri, 8 aprile, sono stati registrati dal Robert Koch Institut, il centro epidemiologico tedesco, oltre 20 mila casi e 306 vittime.
In questi mesi, un po’ come avviene in Italia tra governo e regioni, tra la Merkel e i governatori dei Laender sono state spesso scintille sulle misure anticovid da adottare, fino alla decisione della cancelliera di esautorare i Laender e decidere centralmente le misure per tutto il paese.
Non solo. Ha preso corpo anche un’iniziativa di tre parlamentari della Cdu/Csu per avviare una apposita riforma legislativa. A detta dei parlamentari promotori dell’iniziativa, “un’intesa a favore di un’azione unitaria non è stata più possibile“. Ovvio il riferimento ai contrasti e alle diversificazioni delle misure anticovid che spesso variano da Laender a Laender, e alle divergenze tra i governatori e la cancelliera.
Secondo la proposta di legge presentata, si tratta “di chiudere rapidamente le lacune della legge per la protezione dalle infezioni“. Il presidente della Commissione Esteri del Bundestag e firmatario dell’iniziativa, Norbert Roettgen ha spiegato sulla Bild Zeitung che “non si tratta di indebolire i Laender, ma di mettere il governo federale in condizioni di agire“.
Ma se da un lato il governo della Merkel intende mettere in riga i governi locali dei Laender (cosa che auspichiamo venga fatta in Italia con le Regioni), dall’altro emerge che i tempi e le modalità delle autorità europee (Ema, ma anche Commissione) non consentono più di perdere troppo tempo e lasciare il monopolio dei vaccini alle sole multinazionali statunitensi.
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