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Human Rights Watch: Israele sta commettendo il crimine di apartheid *

Human Rights Watch ha accusato lo Stato israeliano di aver commesso i crimini di apartheid e di persecuzione, sostenendo che il governo applica una politica generale per “mantenere il dominio degli ebrei israeliani sui palestinesi”.

Con il  rapporto pubblicato martedì , il gruppo di difesa dei diritti umani, con sede a New York, è certamente il più importante organismo internazionale per i diritti umani a lanciare tali accuse.  Human Rights Watch, dopo decenni di avvertimenti sul rischio che una radicata e perdurante oppressione sulla vita dei palestinesi avrebbe determinato una condizione di apartheid, ora afferma che quella “soglia” è stata ampiamente superata. 

“Questa è la scoperta più netta che Human Rights Watch abbia raggiunto sulla condotta israeliana negli ultimi 30 anni di cui abbiamo documentato gli abusi sul campo”, ha detto Omar Shakir, direttore di HRW per Israele e Palestina.  Shakir ha detto che la sua organizzazione, prima d’ora, non aveva mai accusato direttamente i funzionari israeliani di crimini contro l’umanità.

Il ministero degli Esteri israeliano ha accusato Human Rights Watch di avere un “programma anti-israeliano di lunga data” definendo il rapporto di HRW ” opuscolo di propaganda che non ha alcun collegamento con i fatti o la realtà sul campo” ed ha aggiunto “le affermazioni fittizie che HRW ha inventato sono sia assurde che false”.

I funzionari e le agenzie palestinesi hanno accolto con favore il rapporto, compreso il ministero degli esteri, che ha affermato di aver già denunciato “l’occupazione coloniale israeliana e le sue politiche discriminatorie e razziste contro il popolo palestinese”.

Il rapporto è basato su anni di documentazione della sistematica violazione dei diritti umani, sull’analisi delle leggi israeliane, sulla revisione dei documenti di pianificazione del governo e sulle dichiarazioni di funzionari statali.

Human Rights Watch ha confrontato le politiche e le pratiche nei confronti di quasi 7 milioni di palestinesi nei territori occupati e all’interno di Israele con quelle riguardanti all’incirca lo stesso numero di ebrei israeliani che vivono nelle stesse aree ed ha concluso che c’è una “realtà odierna di un’unica autorità, il governo israeliano che privilegia metodologicamente gli ebrei israeliani mentre reprime i palestinesi, in modo più severo nei territori occupati”.

Utilizzato per la prima volta in relazione alla segregazione razzista del Sud Africa contro i cittadini non bianchi, l’apartheid– che in afrikaans significa “separazione” – è un crimine contro l’umanità ai sensi del diritto internazionale.

Secondo lo statuto di Roma del 1998 che ha istituito la Corte penale internazionale (CPI), l’apartheid è definito come un “regime istituzionalizzato di oppressione e dominio sistematico da parte di un gruppo razziale su qualsiasi altro” con l’intento di “mantenere quel regime”. 

La persecuzione, che è anche un crimine contro l’umanità, è definita come “la privazione intenzionale e grave dei diritti fondamentali” di un gruppo di persone.

Human Rights Watch ha affermato che all’interno di Israele – dove circa un quinto dei 9 milioni di cittadini sono palestinesi – e nei territori occupati, le autorità hanno cercato di massimizzare la terra disponibile per le comunità ebraiche e concentrare la maggior parte dei palestinesi in densi centri abitati.

Le autorità hanno adottato politiche per mitigare quella che hanno apertamente descritto come una ‘minaccia’ demografica da parte dei palestinesi”, ha detto, riferendosi alle preoccupazioni espresse dai politici israeliani circa il supposto pericolo che una popolazione a maggioranza palestinese metterebbe in pericolo lo stato ebraico. 

A Gerusalemme, ad esempio, il piano del governo per la municipalità pone l’obiettivo di ‘mantenere una solida maggioranza ebraica nella città’ e specifica persino i rapporti demografici che spera di mantenere”.

Per HRW, le autorità israeliane “discriminano sistematicamente i palestinesi”.  Questo avviene in modo anche più estremo nei territori occupati, compresa la Cisgiordania, che Israele ha occupato in esito alla guerra dei sei giorni nel 1967. Diverse centinaia di migliaia di coloni israeliani ora vivono lì come cittadini mentre circa 2,7 milioni di palestinesi non lo sono e vivono sotto il controllo militare.

Il direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth, ha detto che quella della Cisgiordania non è soltanto “un’occupazione abusiva”.  “Queste politiche, che garantiscono agli ebrei israeliani gli stessi diritti e privilegi ovunque vivano e discriminano i palestinesi a vari livelli ovunque vivano, riflettono una politica per privilegiare un popolo a scapito di un altro”, ha dichiarato Roth.

Quando in passato sono state sollevate accuse simili, Israele si è dimostrato molto contrariato per le accuse di discriminazione dei cittadini palestinesi del paese, noti anche come arabi israeliani, citando le leggi sulla parità dei diritti e il fatto che gli arabi sono rappresentati nel governo e nel sistema giudiziario. Per quanto riguarda la Cisgiordania occupata, Israele fa riferimento agli accordi firmati negli anni ’90 che offrivano ai palestinesi un autogoverno limitato.

Tuttavia, Human Rights Watch afferma che il governo israeliano “mantiene ancora il controllo primario su molti aspetti” della Cisgiordania, inclusi i confini, le risorse naturali e il movimento di persone e merci. Nel frattempo, circa 2 milioni di palestinesi vivono sotto un rigido blocco a Gaza. Le forze israeliane si sono ritirate da Gaza nel 2005 ma mantengono ancora il controllo dei suoi confini, del mare e dello spazio aereo.

Il rapporto segue risultati simili da parte degli organismi israeliani per i diritti, compreso un annuncio di gennaio di B’Tselem che affermava che il paese non è una democrazia ma un “regime di apartheid”. Un altro gruppo nazionale, Yesh Din, ha pubblicato l’estate scorsa un parere legale in cui sosteneva che l’apartheid fosse reale ma ha limitato alla Cisgiordania. Israele ha respinto con forza queste affermazioni.

Un cambiamento nella percezione dell’apartheid fa parte di un movimento guidato da attivisti che hanno guadagnato slancio in seguito alle minacce di annessione israeliana che sostengono e dimostrano che l’occupazione è permanente, così come le leggi che sanciscono diritti politici extra per gli ebrei sugli arabi , due sviluppi citati da Human Rights Watch nella sua relazione.

Human Rights Watch ha invitato il pubblico ministero della Corte penale internazionale a “indagare e perseguire coloro che sono credibilmente implicati” e ha chiesto sanzioni, inclusi divieti di viaggio e congelamento dei beni per i funzionari responsabili, senza, tuttavia, nominarli.

L’anno scorso lo stesso gruppo per i diritti umani aveva dichiarato che anche gli abusi del governo del Myanmar contro i musulmani Rohingya equivalgono a crimini di apartheid e persecuzione.

*da The Guardian, articolo di Oliver Holmes, Gerusalemme, pubblicato il 27 aprile 2021

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