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Sudafrica. Scontri, morti e arresti dopo l’arresto dell’ex presidente Zuma

L’ex presidente del Sudafrica, Jacob Zuma. La scorsa settimana si è consegnato alla polizia per scontare la condanna a 15 mesi di carcere per oltraggio alla corte. Zuma si è consegnato pochi minuti prima della scadenza del termine imposto prima del suo arresto.

L’ex capo dello Stato sudafricano, 79 anni, si era presentato in tribunale per chiedere la sospensione dell’ordine di arresto nei suoi confronti. Il legale della difesa aveva avanzato la richiesta di sospensione sulla base dell’età e delle “condizioni di salute sono incontestabilmente precarie”, oltre alla non esistenza del rischio di fuga. Zuma ha denunciato la violazione dei suoi diritti, sostenendo che il governo dell’apartheid, contro il quale ha combattuto, lo trattasse meglio di quello attuale, e ha detto ai giornalisti di aver sempre combattuto contro le ingiustizie. “I miei diritti costituzionali sono stati violati. Non c’è bisogno che io vada in prigione oggi”, aveva affermato l’ex presidente parlando ai giornalisti nella sua fattoria di Nkandla, nella provincia di Kwa-Zulu Natal, dove centinaia di suoi sostenitori si sono radunati domenica sera nel giorno in cui scadevano i termini per consegnarsi alle autorità.

Jacob Zuma è un membro storico dell’ANC imprigionato per 10 anni nel 1963 e mandato in esilio nel 1975, rientrato trionfalmente in Sud Africa nel 1990, e salito alla presidenza nel 2009 e successivamente accusato di corruzione. Nel 2018 è stato sostituito alla guida del paese e dell’African National Congress da Cyril Ramaphosa.

I disordini innescati dall’arresto di Zuma si sono ben presto intensificati, con ripetuti episodi di saccheggio nei centri commerciali di Johannesburg e in altre città del Sudafrica, mentre le strade principali sono state bloccate dai manifestanti con pneumatici in fiamme. Le proteste sono esplose venerdì scorso dopo che l’Alta corte del KwaZulu-Natal aveva rigettato la richiesta di sospendere l’arresto di Zuma, nel frattempo detenuto carcere di Estcourt per scontare la condanna a 15 mesi di carcere inflittagli dalla Corte costituzionale per oltraggio ai giudici.

Le proteste si sono intensificate nel fine settimana con l’uccisione di una persona e un primo bilancio di 219 arresti, mentre circa 300 persone sono risultate disperse nel tentativo di bloccare l’autostrada M2 in un sobborgo di Johannesburg.

Il bilancio di vittime più alto è quello della provincia del KwaZulu-Natal, ossia quella di origine di Zuma, dove 26 persone risultano uccise negli scontri. Ma le vittime sono in crescita anche nella provincia del Gauteng (da sei a 19 nelle ultime ore). Proteste e saccheggi sono proseguiti anche ieri in entrambe le province, dove il governo ha deciso di schierare 2.500 militari per supportare le forze di polizia, spesso sopraffatte dalla folla.

Il presidente Cyril Ramaphosa (ex dirigente sindacale convertitosi in manager nel Sudafrica post apartheid, ndr) lunedi ha tenuto un discorso alla nazione nel tentativo di calmare gli animi, nel quale ha promesso che la polizia e l’esercito avrebbero ristabilito l’ordine

Nell’annunciare lo schieramento dei militari nelle due province in rivolta, il governo ha precisato che “la durata e il numero di militari dispiegati sarà determinato in base alla valutazione della situazione sul terreno” e che “l’obiettivo è la sicurezza dei cittadini

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