Black Lives Matter condanna il trattamento disumano verso i/le Cubani/e da parte del governo federale degli Stati Uniti, e lo esorta a revocare immediatamente l’embargo economico.
Questa politica crudele e disumana, istituita con l’esplicito intento di destabilizzare il paese e minare il diritto dei cubani di scegliere il proprio governo, è il cuore dell’attuale crisi cubana. Dal 1962, gli Stati Uniti hanno imposto dolore e sofferenza alla popolazione cubana tagliando cibo, medicine e forniture, costando alla piccola isola circa ‘130 bilioni di dollari’.
Senza questo denaro è più difficile per Cuba acquistare le attrezzature mediche per sviluppare i propri vaccini covid-19 e gli strumenti per la produzione di cibo. Questo viene attuato a dispetto della storia e del grande impegno medico del Paese che invia medici/he e infermieri/e nei disastri in giro per il mondo.
La popolazione cubana viene “punita” dal governo statunitense perché il Paese ha mantenuto il suo impegno alla sovranità e all’autodeterminazione.
I leaders degli Stati Uniti hanno tentato di distruggere questa Rivoluzione per decenni. Invece che amicizia, rispetto, e buona volontà, il governo statunitense ha inflitto solo sofferenza per il Paese di 11 milioni di persone- di cui 4 milioni sono nere e meticce.
Cuba ha storicamente dimostrato solidarietà con le persone oppresse di discendenza africana, dal proteggere i rivoluzionari neri come Assata Shakur garantendole asilo, al supportare le lotte di liberazione nera in Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Sud Africa.
Ora noi sollecitiamo il presidente Biden di porre fine all’embargo, a riguardo aveva accennato Obama nel 2016.
Questo embargo è una vergognosa violazione dei diritti umani cui bisogna porre fine.
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