La giuria nazionale delle elezioni (JNE) ha proclamato il rappresentante del Peru Libre, Pedro Castillo, nuovo presidente del Perù per i prossimi cinque anni.
Dopo cinque settimane dal secondo turno, il più alto organismo elettorale ha deciso di proclamare vincitore il maestro popolare Pedro Castillo dopo aver pubblicato tutte le risoluzioni sui ricorsi presentati dal partito competitore Fuerza Popular, rappresentante dell’oligarchia peruviana.
La JNE ha indetto una cerimonia virtuale per procedere alla proclamazione dei risultati e del candidato eletto alle elezioni generali. La giuria nazionale delle elezioni (JNE) ha proclamato lunedì il candidato per il partito Peru Libre, Pedro Castillo, nuovo presidente della Repubblica, dopo più di tesissimi 40 giorni dal secondo turno tenutosi il 6 giugno.
La Fujimori ha dovuto riconoscere i risultati delle elezioni presidenziali in Perù. Il presidente della JNE, Jorge Luis Salas, ha letto il documento che afferma “che la formula del candidato presentata dall’organizzazione politica Peru Libre è la vincitrice dell’elezione del presidente e dei vicepresidenti della Repubblica nelle elezioni generali del 2021”. “Di conseguenza, come presidente della JNE, in ottemperanza al lavoro svolto, proclamo Presidente della Repubblica il Sig. José Pedro Castillo Terrones e la Sig.ra Dina Ercilia Boluarte Zegarra Primo Vicepresidente della Repubblica”.
La JNE ha concluso lunedì scorso, 12 luglio, l’iter di pubblicazione delle risoluzioni che dichiarano inammissibili i ricorsi elaborati dal partito guidato da Keiko Fujimori, che aveva annunciato di non riconoscere i risultati nonostante gli accordi e i patti firmati.
Vale la pena ricordare che il ritardo della proclamazione di Castillo è avvenuto perché il procuratore supremo Víctor Rodríguez Monteza (membro della JNE che è subentrato a Luis Arce Córdova) aveva ritardato la consegna della sua firma e il suo voto di minoranza per la pubblicazione delle risoluzioni.
La Fujimori, dal canto suo, ha presentato complessivamente 270 ricorsi, 27 dei quali dichiarati infondati dalla JNE in ultima istanza. In nessun caso è stato possibile verificare che ci fossero stati brogli elettorali”, sui quali la candidata Keiko Fujimori aveva provato ad attaccarsi, tramite Milagros Takayama e un gruppo di avvocati.
Il rappresentante di quello che viene definito come “Il partito della matita” sia per la centralità dell’alfabetizzazione sia perché Castillo è un maestro, ha ottenuto 44.058 voti in più rispetto alla Fujimori al termine del processo di elaborazione e conteggio dei verbali del secondo turno elettorale. Pedro Castillo ha ottenuto 8.835.579 voti rappresentati da una percentuale del 50,125%, mentre Keiko Fujimori ha ottenuto 8.791.521 voti con il 49,875%.
Il Perù potrebbe aver cambiato pagina.
fonte: Resumen Latinoamericano
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