Non c’è miglior regalo per la stima collettiva che incontrarsi di nuovo con i compagni in piazza. E ancor più quando il regime dittatoriale e la casta politica complice ha tentato di scoraggiare e smobilitare in mille modi. Però questo popolo non si è piegato in questi due anni, neanche la pandemia ha potuto zittirlo, e questo lunedì è tornato a manifestare che la Rivolta è viva e vive, che la lotta contro il fascismo non permette tregue di alcun tipo ed è uscita di nuovo a gridare la sua verità non negoziabile: Fuori Piñera!!
Qui ci sono le immagini e i video di una nuova giornata storica, grazie ai nostri cari compagni di Radio Plaza de la Dignidad e di Señal 3 La Victoria.
Nella regione del Bío Bío, le manifestazioni ci sono state sia a Concepción sia a Los Ángeles.
A Concepción il punto d’incontro è stato Plaza Perù, dove si è riunita una gran quantità di manifestanti. Poi ci sono state barricate incendiate e scontri con la repressione dei carabineros.
Alle 20:00, manifestanti sono andati a Plaza de Tribunales de Justicia, dove ci sono stati scontri tra le Forze Speciali e incappucciati
https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=380721100501009&t=5
Regione di Valparaíso
Ci riferiscono dalla regione di de Valparaíso, che si sono registrati una serie di concentramenti, e che uno di questi ha come obiettivo arrivare all’edificio del Congresso Nazionale nella capitale regionale.
Inoltre, alcuni locali commerciali del Plan de la comuna hanno abbassato le serrande quando i manifestanti hanno cominciato ad arrivare all’avenida Pedro Montt.
Una situazione simile si è vissuta nella Plaza Sucre di Viña del Mar, dove si è radunato un gran numero di persone .
Regione de Los Ríos
A Valdivia, la colonna dei manifestanti si è mobilitata lungo calle Arauco in direzione est, città dove si sono radunate almeno 700 persone in un corteo che è partito da Plaza de la República.
A causa del corteo nel capoluogo regionale de Los Ríos, il normale transito dei veicoli è stato interrotto nel punto menzionato. Pochi minuti dopo, incidenti isolati si sono registrati quando alcuni manifestanti si sono incontrati con persone della polizia, ma non ci sono stati sviluppi .
Regione de Los Lagos
Nella regione de Los Lagos, manifestanti sono arrivati fino alla Prefettura dei Carabineros della provincia di Llanquihue, ubicata nel centro di Puerto Montt. In detto punto, si sono levati canti e srotolati striscioni contro il Governo. Col passare dei minuti, il corteo è andato muovendosi in direzione del Terminal dei Bus della città.
Murales per la libertà de* prigionier* politic*. Manifestazione a Santiago del Cile, dell’organizzazione sociale Ukamau.
La Rivolta che abitiamo da un femminismo dei popoli
di Francisca Fernández Droguett, Componente del Movimiento por el Agua y los Territorios – MAT
A due anni dalla Rivolta la continuiamo ad abitare, senza dubbio con diverse e molteplici contraddizioni, risultati, conquiste, delusioni e illusioni. La sovversione dell’ordine ha sempre scatenato complessi vissuti ed è per questo fondamentale analizzare le strade percorse.
Siamo parte di diversi popoli in resistenza permanente contro la quotidianità neoliberista, intendendo che «la normalità era il problema», questa normalità che ci spoglia di corpi e territori, che privatizza tutto, e in cui sempre l’istituzionalizzazione dei processi di mobilitazione sociale corre il rischio di essere neutralizzata nello stesso momento in cui incide in cambiamenti che, sebbene non siano strutturali, possono arrivare ad essere rilevanti.
Il nostro orizzonte è stato e continua ad essere un’assemblea costituente plurinazionale, femminista e socio-ambientale, concependo la plurinazionalità dai territori e in dialogo con l’autodeterminazione dei popoli, un femminismo popolare, comunitario, contadino, in lotta contro ogni forma di oppressione e precarietà della vita, e per la difesa di acque e territori da una profonda critica all’estrattivismo.
Vogliamo cambiare tutto, non nella misura del possibile, come ci hanno imposto in questi decenni di post-dittatura, ma nella misura dei nostri sogni e di altri mondi possibili, e stiamo cercando di farlo da vari ambiti di azione .
Oggi non commemoriamo i due anni della Rivolta, continuiamo a premere per l’agognata dignità, per la libertà dei prigionieri politici, per la giustizia, la riparazione e la non ripetizione, per porre fine alla violazione dei diritti umani e della natura, in un contesto di impunità, violenza di stato, militarizzazione del Wallmapu, criminalizzazione della protesta e dei migranti, femminicidi e crimini d’odio.
La nostra lotta è permanente ed è sostenuta dall’organizzazione di assemblee territoriali, pentole comuni, reti popolari di approvvigionamento, ma anche dal consolidamento di reti di affetto e di mutuo sostegno, a prtire dalla complicità della tenerezza.
La Rivolta è plurale, diversificata, urbana e rurale, e indubbiamente femminista, essendo il prodotto sia di rabbia contenuta e malessere sia di vari processi di organizzazione popolare, dove un femminismo dei popoli ancorato ai ricordi delle nostre antenate, di lotta delle bambine , donne e dissidenti di genere contro la dittatura civico-militare, nella post-dittatura, è stato il modo in cui organizzate o sciolte abbiamo rivendicato come nostro il femminismo «con i piedi per terra», in cui la resistenza e la costruzione della comunità è ciò che ci sostiene.
Sono passati decenni da pietre miliari come la commemorazione della Giornata Internazionale della donna l’8 marzo, la Giornata Mondiale di Azione per la Depenalizzazione e la Legalizzazione dell’Aborto il 28 settembre e la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le donne il 25 novembre, che hanno costituito enormi spazi per la mobilitazione e la trasversalizzazione del femminismo, nonché l’articolazione di collettività di vari femminismi (autonomo, popolare, lesbofemminismo, eco-femminismo, femminismo mapuche, tra gli altri).
I nostri ricordi abitano ogni angolo della Rivolta, una delle più grandi sfide è quella di sostenere il nostro sguardo critico e di rottura sul patriarcato, il colonialismo, il razzismo e il capitalismo, e non perderci su quella strada.
Viva chi lotta!
* Resumen Latinoamericano 18 ottobre 2021
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