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Israele vuole mettere fuorilegge le organizzazioni palestinesi per i diritti umani

Israele ha dichiarato ‘terroriste’ (quindi passibili di chiusura di attività e sequestro) sei delle organizzazioni per i diritti umani più impegnate sul territorio e rispettate internazionalmente. La risposta del presidente dell’Unione Generale dei Giuristi palestinesi, a questa sciagurata decisione. La continuazione dell’occupazione è la forma più violenta del terrorismo!

L’occupazione è la forma più violenta di terrorismo e di violazione dei diritti umani. Chi pratica l’occupazione non ha il diritto di parlare di terrorismo. In particolare quando si tratta di terrorismo di stato sistematicamente organizzato. È un crimine contro l’umanità I suoi funzionari devono essere puniti per le loro azioni e per la continua aggressione contro il popolo palestinese e i suoi diritti.

È dovere della comunità internazionale affrontare questa occupazione sionista e porvi fine. Sostenendo e garantendo al popolo palestinese i suoi legittimi diritti alla libertà, all’uguaglianza, al diritto al ritorno in patria, il diritto all’autodeterminazione e il diritto a realizzare il loro Stato indipendente con Al-Quds Al- come capitale.

La recente decisione delle autorità di occupazione sioniste di considerare organizzazioni terroristiche sei (sono Addameer, al-Haq, Defense for Children Palestine, l’Unione dei comitati di lavoro agricolo, il Bisan Center for Research and Development e l’Unione dei comitati delle donne palestinesi), delle organizzazioni palestinesi per i diritti umani e umanitarie, che operano nei territori occupati.

E’ una decisione di chi pratica il terrorismo, di chi vuole oscurare i fatti e nascondere i crimini quotidiani che commette contro il popolo palestinese, e per nascondere la serie di atti terroristici che lo hanno accompagnato fin dalla sua esistenza, senza deterrenza, e senza riguardo per i diritti umani o l’adesione alle norme del diritto internazionale umanitario, o ad alcuna delle quattro Convenzioni di Ginevra, in particolare quelle che riguardano i diritti umani sotto l’occupazione e in tempo di guerra, e il suo mancato rispetto e impegno per le regole del diritto internazionale in generale, e il suo mancato rispetto delle risoluzioni di legalità internazionale, che condannano le sue pratiche aggressive e terroristiche contro il popolo palestinese.

La potenza di occupazione continua nelle, politiche espansionistiche e degenerative, la cui classificazione è crimini di guerra punibili e criminalizzati dal diritto internazionale, nonché dal diritto interno di molti paesi, che rispettano i diritti umani, e condanna tutti gli atti aggressivi e terroristici contro i popoli.

Il popolo palestinese ha il diritto di esercitare tutte le forme di resistenza legale, politica ed economica, compreso il diritto di resistenza armata, di espellere l’occupazione e le sue colonie dalla propria patria e di strappare la propria libertà e indipendenza. Condanniamo, denunciamo e denunciamo le misure fasciste prese o saranno prese dalle autorità di occupazione sioniste, che incidono sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, e dichiariamo il nostro rifiuto di tali decisioni e misure in tutto e in dettaglio.

Dichiariamo la nostra assoluta solidarietà con questi diritti umani e istituzioni legali, che difendono i diritti umani palestinesi, e facciamo appello a tutte le organizzazioni per i diritti umani e il diritto internazionale, a dichiarare le proprie posizioni di solidarietà esplicitamente con queste organizzazioni per i diritti umani attive in Palestina, e altre che sono soggette a tale aggressività fasciste, e di lavorare per denunciare le pratiche dell’occupazione, e lavorare per scoraggiarla dal continuare le sue misure illegali, e fermare le sue pratiche oppressive e razziste, e fermare le politiche di sfollamento e sradicamento e pulizia etnica contro il popolo palestinese, dalla loro terra occupata, in particolare nella città di Gerusalemme, e insieme lottiamo per proteggere il popolo palestinese e per proteggere i suoi inalienabili diritti nazionali e politici nella sua patria, fino alla fine dell’occupazione e alla caduta del regime sionista di apartheid nei territori occupati Palestina

*Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Unione generale dei giuristi

Traduzione a cura di Bassam Saleh

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