Mi hanno detto che un uomo di nome John Doe è passato per gli uffici del Congresso argentino. Non portava pesanti sacchi di contanti, solo una carta American Express. Doe, un cittadino statunitense di bell’aspetto e ben vestito, è venuto in rappresentanza della Camera di Commercio Americana (AmCham).
Ha portato regali per vari membri del Congresso: biglietti aerei, alloggio e intrattenimento a Washington D.C. È noto che i deputati dei paesi del terzo mondo si recano nei paesi del primo mondo, in particolare negli Stati Uniti, per incontrare i loro mecenati milionari.
I congressisti argentini che hanno ricevuto questi regali hanno potuto godersi un piacevole viaggio a Washington dal 28 novembre al 4 dicembre; la stessa settimana in cui il Parlamento argentino avrebbe dovuto approvare la Legge sugli Imballaggi: la più importante normativa economica e sociale del decennio, che consentirà una soluzione ecologica al problema dei rifiuti.
La AmCham vuole salvare l’Argentina dal commettere un grave errore, perché a quanto pare, le compagnie nordamericane sono davvero preoccupate per come questa legge possa influenzare i lavoratori e la crescita complessiva in Argentina.
La AmCham è un’organizzazione imprenditoriale indipendente, senza scopo di lucro, presente in quasi tutti i paesi del mondo e che opera apertamente in Argentina.
Questa organizzazione difende gli interessi delle multinazionali statunitensi. Alcune aziende statunitensi – come Pepsi e Coca Cola, che oltre a produrre bevande, sono le principali aziende di imballaggi in plastica – si sono dichiarate apertamente contrarie alla Legge sugli Imballaggi.
Non so se sia reato o meno andare in giro a offrire biglietti aerei e riceverli (insieme a vitto, alloggio e regali), ma mi sembra che questo sia lontano dai principi più basilari dell’etica pubblica. Sembra che l’American Express di Doe si sia messo all’opera per incoraggiare i rappresentanti argentini a rifiutare non solo la Legge sugli Imballaggi, ma anche le opinioni dei loro elettori, che sono a favore di essa.
Questo caso illustra come la lobby transnazionale operi nel Sud del mondo, contro le normative socio-ambientali e ogni azione politica in difesa delle pratiche ecologiche, ma anche contro la sovranità nazionale e gli interessi pubblici verso i quali dovrebbero impegnarsi le imprese.
Non appena AmCham si è resa conto che la Legge sugli Imballaggi poteva rappresentare un rischio per gli interessi delle aziende che loro rappresentano in Argentina, si è messa in moto per indebolirla.
Gli stessi media argentini che elogiavano la legge pochi giorni prima che AmCham entrasse in azione, si sono rivoltati contro di essa. Deputati che avevano votato a favore nelle differenti commissioni, hanno invertito il loro voto non appena i loro uffici sono stati inondati di inviti da Washington, D.C.
La Camera di Commercio Americana afferma che le imprese che rappresenta non sono contrarie alla Legge sugli Imballaggi in sé, ma che le aziende non devono essere regolamentate, bensì deve essere loro permesso di gestire i propri sistemi di imballaggio.
Questo è piuttosto ridicolo. Nessuno vieta a queste compagnie di gestire i propri affari privati. La Legge sugli Imballaggi serve semplicemente a definire i termini dell’attività. Se un’impresa utilizza metodi di imballaggio ecologici o riciclabili, allora va tutto bene. Se le aziende non rispettano questa regola, lo Stato reclamerà il costo delle spese di mitigazione e riparazione del danno ambientale creato dalle tecniche di imballaggio non ecologiche utilizzate.
Quando un’azienda mette sul mercato un contenitore che non può essere riciclato o compostato, quel contenitore non scompare magicamente nel cosmo infinito. Viene sepolto in una discarica, finisce in un immondezzaio clandestino, viene gettato in mare, minaccia la vita dei pesci e crea isole di plastica.
C’è un posto nell’Oceano Pacifico chiamato Grande Parco della Spazzatura, che è tre volte più grande della Francia. Fortunatamente per la società, i cartoneros (riciclatori) forniscono un servizio completo che aiuta a recuperare una parte considerevole dei rifiuti, circa 10.000 tonnellate al giorno in Argentina. Eppure sono notevolmente sottopagati per l’immenso servizio sociale che svolgono.
Allo stesso tempo, le imprese beneficiano delle materie prime raccolte dai cartoneros e dalle loro famiglie. Le loro catene di approvvigionamento sono sporche quanto le loro pratiche di pressione. La Coca-Cola fabbrica le sue bottiglie con la plastica che un bambino probabilmente ha raccolto dalla discarica di San Pedro a Buenos Aires.
Le lotte sociali e la nuova Legge sugli Imballaggi richiedono un piano più umano ed ecologico per il pianeta. I cartoneros vogliono far parte delle cooperative di riciclatori urbani e vogliono certe garanzie per il loro lavoro.
Inoltre, i danni ambientali causati dalle bottiglie di plastica e da altri materiali dovrebbero essere assunti dalle imprese, in modo che la società non debba sostenere i costi per garantire i profitti di queste aziende private.
Le imprese statunitensi, dal canto loro, propongono un modello di “consorzi privati”, una sorta di carità autogestita per l’eco-riciclaggio. Vogliono pagare i politici per evitare i regolamenti e poi vogliono farsi i propri regolamenti, ma ammorbiditi.
La loro corruzione e la loro tendenza all’ecocidio non sorprendono nessuno. Fa parte della natura della massimizzazione del profitto, che fa sì che imprese come queste non si preoccupino dei danni umani e ambientali causati dalle loro azioni o dei costi risultanti che le comunità e la natura finiscono per sostenere.
La loro logica è garantire a se stessi la massimizzazione del profitto e l’accumulazione di capitale per se stessi. Non ci si può aspettare che le aziende con questa logica si trattengano volontariamente. La società e i governi devono fermare questa corsa sfrenata.
Il vero problema sta nella permeabilità del potere politico che si vende, anche per meno del potere corporativo: quanto è economico il voto di un politico! Eva Perón condannava coloro che si davano per un “sorriso, poche monete o un banchetto“.
Questo è lo stesso del tour di Washington che ha comprato i voti di diversi politici argentini, che sembrano desiderosi di raccogliere i vantaggi della carta American Express di AmCham – anch’essa di plastica – mentre negli oceani continuano a formarsi isole di immondizia di plastica e i cartoneros lottano per sopravvivere tra i fanghi tossici dei rifiuti aziendali.
* Questo articolo è stato prodotto da Globetrotter. Juan Grabois è un avvocato e leader dell’Unione dei Lavoratori e Lavoratrici dell’Economia Popolare (UTEP) in Argentina. Ha fondato e ora guida il Frente Patria Grande, una delle principali forze politiche del Paese
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