Il Giappone è stato è uno dei paesi che hanno applicato più severamente i lockdown per contenere i contagi da Covid 19. Ma la restrizioni imposte alla popolazione non valevano per i militari Usa di stanza nelle basi militari nel paese.
Il mese scorso, 227 militari della base statunitense Camp Hansen nella prefettura di Okinawa sono risultati positive al Covid-19. Il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi ha protestato in quel momento che le regole del coronavirus sulla base “non erano coerenti con le regole giapponesi” ed ha espresso “forte rammarico” al comandante delle forze armate statunitensi in Giappone Ricky Rupp.
Questa settimana, il governatore di Okinawa Denny Tamaki si è lamentato del fatto che “una delle principali cause della diffusione della variante Omicron sono le infezioni provenienti dalle basi militari statunitensi”. Infine anche i governatori di Hiroshima e Yamaguchi hanno protestato contro la situazione nelle basi statunitensi.
I nuovi casi di Covid sono aumentati a Okinawa, la prefettura più meridionale del Giappone, dall’inizio dell’anno, passando da 51 sabato scorso a 1.414 record venerdì. Questi numeri non includono le nuove infezioni riscontrate tra il personale militare statunitense e le loro famiglie.
Il comando militare statunitense in Giappone ha finora resistito alle richieste, anche del ministro degli Esteri del paese, di bloccare le basi, adottando invece l’obbligo di indossare la maschera e ordinando alle truppe di seguire le regole giapponesi per i viaggi all’estero, il che significa che le truppe americane ora devono testare e mettere in quarantena entrare nel paese, come chiunque altro.
Giovedì scorso il governo giapponese ha comunicato formalmente alla sua controparte statunitense che ha dovuto reintrodurre le restrizioni Covid-19 in diverse regioni vicino alle basi militari statunitensi.
La trasmissione del Covid-19 dai soldati americani alla gente del posto ha visto crescere la rabbia della popolazione, con molte persone infuriate per il fatto che le truppe non siano state sottoposte ai rigidi protocolli volti a tenere a bada il coronavirus.
Il primo ministro giapponese Kishida ha affermato ieri alla Japan Broadcasting Corporation (NHK) che il governo aveva “convenuto in linea di principio con gli Stati Uniti che le uscite non necessarie dovrebbero essere controllate e proibite, e ora stiamo discutendo i dettagli”.
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